Di Andrea Denaro e Claudia Mangano

MESSINA. I telefoni non squillano più, le prenotazioni vengono disdette, il Governo emana un decreto che “blinda” l’Italia e dagli aerei non sbarcano più turisti. Il settore che dovrebbe essere il più trainante per l’economia messinese, e siciliana in generale, è messo al tappeto dall’emergenza coronavirus, e niente fa sperare che la soluzione possa arrivare nel breve periodo. È la paura che manifestano gli albergatori messinesi, confermata dai numeri, che in alcuni casi sfiorano l’80% delle disdette e la quasi totale assenza di prenotazioni per la stagione estiva.

Il sentimento prevalente dalla trentina di esercenti che LetteraEmme ha contattato per avere una fotografia attendibile della crisi è la rassegnazione, dovuta alla sensazione che nessuno sappia esattamente cosa fare. Le testimonianze, infatti, raccontano di una media di cancellazioni delle prenotazioni pari al 30% per il turismo, e di una al 52% per quelle relative a chi viaggia per business o per eventi legati all’Università: una categoria di viaggiatori che in teoria dovrebbe solo posticipare l’arrivo a Messina a quando l’emergenza sarà più circoscritta. Ma questo non risolve la situazione: “Chi ha clientela business avrà molte ripercussioni perché, anche se le persone dovessero prenotare nuovamente, adesso ci restano le camere vuote”, ha infatti evidenziato Enrico Russo, responsabile di Aigo Confesercenti e proprietario del B&B “Town house Messina Paradiso”, che ha dovuto cancellare la prenotazione di un docente che sarebbe rimasto 20 giorni per delle lezioni universitarie, e che dovrebbe tornare in seguito. “Chi invece ha il core business focalizzato sul turismo ancora non ne sta risentendo, ma sicuramente ci sarà una riduzione delle presenze straniere perché è in queste settimane che si fanno le prenotazioni per l’estate: gli stranieri difficilmente prenotano last minute, quindi per la paura difficilmente sceglieranno l’Italia”, continua Enrico Russo.

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E infatti, sia Villa Pulejo a Tremestieri che l’Oasi Azzurra a San Saba, strutture che lavorano molto con i tour operator stranieri, sono stati costretti a depennare numerose prenotazioni, mentre il telefono, che normalmente in questo periodo squillava, e le agende che si riempivano di chi voleva prenotare una vacanza per i mesi estivi, è muto. “Inizialmente avevamo registrato un trend di preventivi in crescita rispetto all’anno scorso, ma da quando è scoppiata l’emergenza sanitaria nazionale abbiamo avuto un crollo”, sottolinea Giovanni Previti, proprietario dell’Oasi Azzurra di San Saba.

“Non è neanche colpa dei turisti – commenta invece Giusva Pulejo, proprietario di Villa Pulejo – perché se non ci sono i voli non possono venire (Ryanair ha annullato molte tratte). D’altro canto, ci hanno già anticipato che verranno il prossimo anno, per questo noi le consideriamo disdette parziali che incidono solo sul breve periodo. Le aziende come le nostre ragionano sul lungo periodo e noi pensiamo di rientrare dalle perdite”.

Per quanto riguarda le vacanze estive è un’ecatombe: all’ “Opera relais” in via I Settembre, la proprietaria Chiara Bellantoni, ha registrato “l’80% di prenotazioni in meno rispetto all’anno scorso, mentre quelle poche che già avevamo appuntato sono state disdette, compresa una prevista per luglio da una cliente australiana“.

“A questo punto, la speranza sono gli italiani che, non essendo ben accetti all’estero perché la paura è “bilaterale”, probabilmente passeranno le vacanze in Italia”, aggiunge il responsabile di Aigo Confesercenti.

Nella stessa situazione si trovano anche altre strutture, come il Residence CineApollo dove “quasi tutti hanno disdetto la prenotazione perché si trattava di visitatori che dovevano partecipare ad eventi che sono stati cancellati – ha spiegato Loredana Polizzi, direttrice dell’albergo – Restano solo gli avvocati che hanno cause in tribunale, mentre è ancora presto per fare previsioni sul turismo”.

Curiosamente, i motivi della crisi generalizzata non sembrano essere uguali per tutti, e spesso ad incidere sulla percentuale di disdette è la tipologia di clientela differente a seconda del periodo e la collocazione geografica della struttura all’interno della città, in quanto bastano un centinaio di metri tra gli hotel per fare la differenza. Chiara Bellantoni, ad esempio, gestisce altri due B&B vicino la Rada San Francesco che “vivono un periodo abbastanza povero tutti gli anni durante questi mesi. Lì la clientela è formata principalmente di turisti e nei primi mesi dell’anno Messina è povera sotto questo punto di vista”; il “C&C”, invece, che si trova vicino alla clinica Cot e che lavora principalmente con i familiari dei pazienti, e non puntando su clienti business o turisti non ha subito ripercussioni, visto che chi decide di alloggiare lì lo fa per esigenze. Viceversa, sempre nella stessa zona, il “Prima Stella” di Maristella Bossa è stato danneggiato soprattutto dalla chiusura dell’Università, proprio come il Residence Annunziata, che “solitamente ospita molti ragazzi e professori che vengono a Messina per le lezioni”, spiegano dalla reception.

Poi ci sono gli eventi, cancellati dappertutto per decreto  del presidente del Consiglio. ll proprietario del B&B “Del Duomo”, Diego Vermiglio, per esempio, valuta intorno all’80% la cancellazione di prenotazioni, fra le quali alcune per la maratona di metà marzo che è stata annullata. Vermiglio, presidente del comitato “Ospitalità e turismo”, che comprende una quarantina di strutture, ha anche sottolineato come non arrivino prenotazioni dai portali online ormai da giorni, mentre in situazioni normali, di questo periodo ne arrivavano anche 3 al giorno.

Non tutti, però, vedono questa crisi per il periodo estivo: Giovanni, del B&B “Elysium” in via I Settembre, anche se ha avuto il 40% delle disdette per marzo, non ha nessuna cancellazione per l’estate, come anche Giuseppe Laganà del B&B “Al Pilone” che, anzi, continua a ricevere chiamate per prenotazioni, “soprattutto da italiani provenienti da Genova e Torino”., specifica

Neanche l’hotel “Vmaison” sul viale Europa ha patito cancellazioni per l’estate, anzi, tutte le prenotazioni sono state confermate, anche se ancora una volta dalla reception hanno sottolineato come “questi periodi non sono ancora abbastanza maturi per prevedere il flusso estivo: per avere risultati concreti si dovrà aspettare almeno due settimane”.

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E poi c’è anche chi specifica come il settore, già prima della diffusione dell’epidemia in Italia, non vivesse un periodo dei migliori. Francesca, del B&B “Porta della Sicilia”, ha registrato poche disdette ma anche pochissime prenotazioni: “Il mondo delle prenotazioni sembra essersi fermato da due settimane e oggi siamo a -70% rispetto all’anno scorso in questo stesso periodo. Anche i mesi passati sono andati male, si parla di un calo del 30%, mentre ancora non ci sono cancellazioni per il periodo estivo”.

A creare un vuoto nell’economia dei vari hotel, anche le gite di istruzione, che sono saltate tutte come disposto sempre dal Governo. Alcuni alberghi, inoltre, come il “Capo Peloro Resort“, hanno applicato delle procedure interne per ridurre il rischio di contagio, come pulire il bancone della reception con molta più frequenza del solito, o igienizzare le chiavi e le maniglie delle porte in comune.

In questa situazione riescono a restare forti le strutture che non comprendono solo i resort ma anche intrattenimento e ristorazione, come nel caso di “Villa Pulejo”, che per quanto stia avendo disdette, riesce a tamponare la falla grazie ai clienti locali che prenotano per i weekend fuori porta: “Abbiamo avuto anche disdette nell’ambito business, ma sono solo un 20%, un fatturato che a Villa Pulejo non porta grossi danni avendo comunque altri business operativi”, afferma il responsabile della struttura.

Fra le grosse attività alberghiere contattate, tramite telefono e tramite mail, anche l’Europa Palace Hotel e il Royal, che al momento non hanno ritenuto di rilasciare dichiarazioni.

La sensazione, quindi, è quella di avere a che fare con eventi al di fuori della portata di tutti. Anche della politica. Anche delle associazioni di categoria: Federalberghi praticamente non esiste, i comitati fanno quello che possono, “abbiamo chiesto un appuntamento al sindaco Cateno De Luca, e ci è stato accordato per le prossime settimane, staremo a vedere”, spiegano un po’ tutti, soprattutto i “piccoli”. Ma c’è anche chi pensa che forse è meglio non attuare alcuna misura straordinaria, almeno per il momento: “Un comunicato singolo, che non sia supportato da un’efficace campagna di marketing sarebbe un clamoroso autogol, come un’ammissione che effettivamente c’è qualcosa che non va”, ha spiegato un esercente che ha richiesto l’anonimato. “Si brancola nel buio, e la cosa peggiore è che nessuno può dire con certezza quando, e se finirà“.

 

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