MESSINA. Oltre a quelli ovvi (la paura del contagio, l’apprensione per i propri familiari ed amici, il disagio di una vita “in clausura”), quanti problemi, magari “minori” ma che diventano insostenibili se si è costretti a casa, deve sopportare chi ha contratto il coronavirus? Come è costretto a rivoluzionare la sua vita per far fronte ai problemi? E perchè la burocrazia fa di tutto per aggravarli, questi problemi?

Lo racconta un lettore, che spiega cosa deve affrontare chi ha la sfortuna di aver contratto l’infezione: “Sono in isolamento perchè mia moglie è risultata positiva a seguito di tampone effettuato privatamente, dal momento che sul luogo di lavoro erano stati riscontrati dei casi di positività”, esordisce, prima di raccontare le sue vicissitudini.

“L’Asp contatta mia moglie, prenota il tampone per me e mio figlio di 4 anni per il giorno dopo e chiede la lista dei contatti per l’isolamento. E qui il primo intoppo – racconta – Mia moglie, che ha installato l’app immuni chiede come fare per dare il codice…… Risposta vaghissima… “Ah, eh, per questo la devo far parlare con la responsabile”… “La faccio richiamare”… Inutile dire che la responsabile o qualsiasi altra persona che sappia come funziona Immuni non si è fatta più sentire“. Non è che il primo dei grattacapi che gli capiteranno.

“Ma va beh, andiamo l’indomani all’ospedale Margherita per il tampone drive through, lì devo dire tutto perfetto, anzi mi sento di ringraziare gli operatori sanitari che sono stati gentilissimi, e, in particolare, la dottoressa che con tanto tatto ha l’ingrato compito di fare il tampone ai bambini”, ricorda. Ma non è che una parentesi positiva. Perchè i problemi tornano immediatamente. Uno, in particolare, piuttosto inatteso.

“Torniamo a casa, passa un giorno, sbrighiamo le pratiche, la spesa, l’organizzazione del lavoro in smart working e… la spazzatura. Ora informandoci su internet scopriamo che tutta la spazzatura dei positivi è da considerare rifiuto speciale (cosa ragionevolissima, ma che l’Asp non ci aveva comunicato e che tra l’altro in una situazione psicologicamente non facile non viene subito in mente). – confessa – Ci prodighiamo in almeno 10 telefonate a numeri dell’Asp diversi senza esito, infine decidiamo di mandare una mail all’ufficio relazioni col pubblico dell’asp (urp.messina@asp.messina.it) che però scopriamo non esistere (Diagnostic-Code: smtp; 550 5.1.1 urp.messina@asp.messina.it>: Recipient  address rejected: asp.messina.it). Alla fine troviamo una mail Asp che funziona e ci rispondono che, sì effettivamente hanno passato il nominativo alla ditta dei rifiuti incaricata, ma che non sanno dirci quando passeranno”.

Non va meglio dal punto di vista prettamente medico: il tampone, effettuato lunedi alle 10, non ha ancora avuto esito. “Sono passati altri tre giorni e ancora non abbiamo visto nessuno, nonostante i solleciti per email, che tra l’altro sono l’unico mezzo di comunicazione ammesso – prosegue sconfortato – Sono l’unico mezzo di comunicazione ammesso anche per richiedere gli esiti del tampone. E qui l’email esito.covid@asp.messina.it funziona, ma ancora dopo tre giorni dal tampone non abbiamo l’esito. Ora, capisco che ci sia tanta gente che fa il tampone, ma se con pochi casi positivi il tracciamento è così lento non oso immaginare cosa succederà quando, speriamo mai, i casi saranno molti di più”, conclude amaramente.

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