MESSINA. “Non mi prendo la responsabilità di aprire le scuole, stando così la situazione”. Il sindaco di Messina Cateno De Luca ha deciso di  tenere ancora chiuse le scuole, prorogando fino a mercoledì l’ordinanza con cui venerdì scorso, una settimana fa, aveva disposto “La immediata chiusura di tutti i plessi e di tutti gli istituti scolastici, di ogni ordine e grado, pubblici e paritetici, ivi compresi gli asili nido, per il periodo dal 31 ottobre fino all’8 novembre 2020 compreso, al fine di consentire all’ASP di Messina di svolgere in sicurezza i controlli sui contatti stretti di caso e l’emissione dei relativi provvedimenti”. Il provvedimento era stato preso dopo una nota dell’Asp di Messina che chiedeva al primo cittadino di predisporre prudenzialmente la chiusura dei plessi. Il sindaco ha deciso quindi di discostarsi dalle disposizioni del dpcm emanato dal premier Giuseppe Conte mercoledì 4 novembre, data in cui la Sicilia è diventata zona “arancione” fino al 15 novembre. Il decreto prevede la didattica in presenza per le scuole materne, primarie e secondarie, e quella a distanza per gli istituti superiori. Il provvedimento sarà in vigore fino a mercoledì 11 novembre. La decisione dopo una lettera dell’Asp in cui Carmelo Crisicelli, responsabile attività Covid per l’Asp di Messina, ha spiegato che “Si ritiene che le criticità precedentemente rappresentate non sono appieno superate, atteso che giornalmente a Messina e provincia il numero delle segnalazioni di positività è talmente alto dal rendere estremamente difficoltoso un efficace tracciamento dei contatti”.

“In atto, nella città metropolitana – ha scritto Crisicelli – il trend del contagio registra un costante quanto inesorabile aumento soprattutto nella fascia di età 20/50. Durante la settimana di sospensione delle attività scolastiche, l’ufficio ha ricostruito la catena dei contatti stretti. Molto elevato il numero dei positivi che hanno congiunti in età scolare. Numerosi e a macchia di leopardo i casi covid positivi legati alle scuole (alunni e personale). E’ evidente che la ripresa delle attività scolastiche in presenza rappresenta un rischio fondato sebben difficilmente calcolabile allo stato attuale”, ha concluso il dirigente dell’ASP

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