MESSINA. L’A.O.U. “G. Martino” ha reso noto che i propri lavoratori hanno avviato la diagnostica molecolare per l’individuazione delle varianti SARS-CoV-2.

“Grazie al lavoro svolto dalle strutture dirette dai professori Giuseppe Mancuso e Teresa Pollicino– si legge in una nota inviata- l’ospedale fornisce ora alle strutture sanitarie preposte al controllo a livello locale, regionale e nazionale riscontri sulle cosiddette varianti ‘inglese’, ‘sudafricana’, ‘brasiliana’, ‘nigeriana’, ‘californiana’, ‘scozzese’ e sarà inoltre in grado di aggiornare gli esami rispetto ad altre eventuali varianti.”

I test diagnostici eseguiti prevedono l’utilizzo del sequenziamento di Sanger dell’intero gene “S”, che codifica per la proteina virale Spike, e del Next-Generation-Sequencing (NGS) dell’intero genoma di SARS-CoV2.

Già nei giorni scorsi, gli esami effettuati presso l’azienda hanno permesso di individuare due casi di “variante inglese” contestualizzati a Castell’Umberto.

 

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