MESSINA.  «La Consulta giovanile deve rappresentare innanzitutto le associazioni e le realtà del territorio, seguendo i dettami della democrazia partecipata. Il timore, al contrario, è che possa essere utilizzata come uno strumento politico, tradendo gli obiettivi e le finalità per le quali è stata istituita». Così, in una nota, la candidata all’Ars Cristina Cannistrà (M5s), che interviene dopo le modifiche apportate dall’Amministrazione al regolamento della Consulta, istituita a settembre del 2021 e fortemente voluta dall’ex capogruppo del M5s e dall’ex consigliere Giuseppe Fusco.

«Gli interventi e le “correzioni” – spiega – riguardano gli enti che ne possono far parte (è stato omesso il termine “accreditate” alle organizzazione universitarie) e soprattutto le modalità di modalità di nomina del comitato esecutivo, eletto direttamente dal consiglio, mentre nella nostra proposta i tre candidati venivano scelti dall’assemblea. Inoltre è stato eliminato il compito di emettere pareri obbligatori ma non vincolanti sugli atti dell’amministrazione che riguardano le politiche giovani, riducendo così le funzioni primarie della Consulta. Francamente non è chiaro il motivo di questi interventi, che sviliscono il lavoro portato avanti negli anni scorsi dalla sottoscritta e dal consiglio, probabilmente con l’intento di cancellare quanto di buono è stato fatto in precedenza. L’auspicio è che non accada lo stesso con le Consulte dello Sport e del Terzo settore, istituite con lo scopo di rappresentare i cittadini e di tutelare le loro istanze».

A intervenire sulla questione anche il consigliere della IV Municipalità Gabriele Ferrante, che ha chiesto un rinvio nella trattazione della delibera per avere maggiori chiarimenti: «Con queste modifiche ci ritroveremo un Consiglio Comunale (chiaramente orientato) che potrà eleggere, per conto terzi, l’organo esecutivo di una Consulta Giovanile che deve essere indipendente dalla politica per antonomasia, contravvenendo ai più basilari principi di democrazia partecipata. Motivo per cui, nella Commissione investita della richiesta di parere, ho spinto affinché si proponga al Consiglio della IV Municipalità di esitare il parere con un voto negativo, per scongiurare la creazione di un’ulteriore appendice del potere politicamente orientata».

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