cardile musolino

 

MESSINA. Il consiglio comunale di Messina diventa (non è la prima volta quest’anno, anzi) un ring, che vede contrapposti da un lato l’amministrazione con le sue rappresentanti, e dall’altro il presidente Claudio Cardile, che dell’aula è garante. L’ultimo episodio ieri pomeriggio, in occasione della seduta sul Regolamento per la riscossione coattiva dei tributi locali.

Ad attaccare è l’assessora alle Attività produttive Dafne Musolino, che in una nota congiunta con la vicesindaca Carlotta Previti spara a palle incatenate contro Cardile, con il quale già ad agosto era arrivata ai ferri corti. “Il presidente del Consiglio Comunale di Messina conferma di soffrire di una insopprimibile allergia nei confronti delle donne che rivestono ruoli nelle pubbliche istituzioni ed oggi ne ha dato una ulteriore e plateale dimostrazione, togliendomi ancora una volta la parola nel dibattito del pubblico consesso”, scrivono le due esponenti dell’amministrazione. “Nella seduta di oggi pomeriggio il Consiglio Comunale ha finalmente approvato il Regolamento per la riscossione coattiva dei tributi locali, che l’Amministrazione aveva trasmesso nel lontano mese di marzo, e che era rimasta a giacere nei cassetti della Presidenza. Anche oggi però il gruppo consiliare del PD non ha perso l’occasione  per strumentalizzare i lavori d’aula chiedendo all’Amministrazione, che veniva rappresentata in aula dall’Assessore Musolino e dal Vicesindaco Previti, di confermare l’impegno a non costituire una eventuale società partecipata comunale per la gestione del servizio di riscossione coattiva dei tributi. Questo impegno era stato già formalmente assunto dall’Amministrazione attraverso le dichiarazioni rese dall’Assessore al Contenzioso in una precedente seduta di consiglio. Pertanto il Consigliere Nello Pergolizzi si opponeva alla richiesta del Gruppo PD, osservando come la stessa fosse offensiva nei confronti dell’esponente di giunta le cui parole venivano così screditate assumendo la valenza di ‘carta igienica’. L’intervento del Consigliere Pergolizzi irritava immediatamente la sensibilità del Presidente Cardile che lo richiamava invitandolo ad usare espressioni consone al luogo”. Fin qui la ricostruzione dei fatti. Poi l’attacco ad alzo zero.

“Da quale pulpito viene la predica, giusto dallo stesso presidente del Consiglio che non ha battuto neppure una palpebra di ciglia quando il consigliere Alessandro Russo scatenò un’ordalia nei confronti dell’Assessore alla Pubblica Istruzione Laura Tringali, apostrofandola più volte nell’aula del Consiglio comunale con l’epiteto ‘cessa’! Questo è quanto mi sono permessa di dire – afferma la Musolino – e avrei continuato ad argomentare che la difesa dei diritti delle donne e della parità di genere, che tanto viene sbandierata nelle aule del civico consesso proprio dal gruppo PD di cui il Presidente Cardile continua a manifestare aperta aderenza ed appartenenza, va osservata sempre, e non solo quando conviene. Ma il Presidente mi ha tolto, per l’ennesima volta, la parola accusandomi di fare polemica ed impedendomi di esercitare il mio diritto costituzionale ad esprimere liberamente il mio pensiero come Assessore e come donna, rivolgendomi anche un primo avvertimento pronto, se ne avesse avuto l’occasione, anche a buttarmi nuovamente fuori dall’aula. Vergogna Presidente Cardile, non è così che si dirigono i lavori d’aula, lasciando libero il tuo gruppo di appartenenza di promuovere ogni iniziativa, anche la più strumentale possibile, restando sordo di fronte ad offese impronunciabili che sono state rese alla tua presenza e brandeggiando il tuo potere privando gli altri del diritto di parola! Già da tempo abbiamo denunciato la totale assenza di terzietà ed imparzialità da parte dell’ing. Cardile che esercita il suo ruolo di Presidente del Consiglio negando a suo piacimento la parola a chi esprime liberamente il suo pensiero a chi ha la sola colpa di esprimere un dissenso. Ciò è grave, ma lo è ancor di più se si pensa che tutti gli episodi di cui Cardile si è reso protagonista in negativo sono sempre avvenuti a discapito delle figure femminili che rappresentano le istituzioni nel civico consesso. Chiederemo l’acquisizione della registrazione video dei lavori d’aula che trasmetteremo ancora una volta al competente Assessorato alle Autonomie Locali ed al Dipartimento per le Pari Opportunità perché non accetteremo mai che ci venga tolta la parola solo per avere rivendicato il diritto di noi donne a non essere pubblicamente vituperate”, conclude la nota.
Per nulla perturbato dalle accuse, Claudio Cardile risponde con un aplomb quasi britannico, schivando i colpi ma senza rinunciare a qualche passaggio pungente: “Si comprende il nervosismo dell’assessora Musolino che vede le proprie delibere profondamente modificate dal Consiglio Comunale senza ricevere neppure il voto dei consiglieri che fanno riferimento al Sindaco, ma non si può giustificare che l’assessora reagisca cercando di screditare la mia persona – contrattaccando a sua volta – Durante i tre anni di direzione di questa Presidenza mai si sono verificati fatti che abbiano potuto turbare la sensibilità delle donne né da parte dei consiglieri e né da parte del sottoscritto.È evidente come l’Assessora abbia scambiato la correttezza istituzionale del sottoscritto per debolezza e dunque si sia convinta che in aula la stessa possa fare quello che vuole. Non è così e visto il reiterarsi da parte della Musolino di atteggiamenti irrispettosi verso l’aula si conferma per il futuro che questa presidenza sarà sempre più rigida nell’applicazione del Regolamento del Consiglio Comunale.D’altronde nella seduta odierna ho semplicemente impedito all’assessora, avendone l’obbligo, di offendere gratuitamente e immotivatamente un collega togliendole la parola. Con la consapevolezza che l’Assessora Musolino replicherà a questo comunicato, mentre il sottoscritto non lo farà, valuterò di rivolgermi ad un legale per salvaguardare il mio prestigio e reputazione”, conclude il presidente del consiglio comunale.

 

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