MESSINA. Due corpi di fabbrica indipendenti di cui uno a due elevazioni fuori terra, e l’altro a due elevazioni fuori terra oltre un parziale piano interrato, per cinque unità immobiliari indipendenti. È la struttura ricettiva della società G8 srl che sorgerà in riva al mare a Torre Faro, tra la fine di via Senatore Arena e l’inizio di via Torre bianca, dopo la demolizione dei capannoni che tempo fa avevano ospitato il Calasole, da alcuni anni in totale stato di abbandono: da diversi mesi, nel cantiere campeggia la rete arancione, dopo la prima demolizione dell’estate del 2024, un fermo nei lavori, e la ripresa, in tempo per la consegna, prevista a marzo 2027.
Cosa prevede nello specifico l’operazione? Tecnicamente si tratta di una “residenza turistico alberghiera ricettiva”, e sarà composta da cinque unità immobiliari indipendenti, tra cui una unità con 3 camere da letto con bagno privato, due cucine, una interna ed una esterna, salotto-sala da pranzo, piscina coperta riscaldata e giardino esterno che dà sul mare. Gli altri quattro appartamenti avranno tutti due camere da letto ciascuno, due bagni, salotto-sala da pranzo terrazzi e giardino privati.
Secondo la relazione, l’operazione immobiliare, che in base alla normativa vigente, si configura come “intervento di ristrutturazione edilizia”, quindi non essendo ritenuta una nuova costruzione non deve sottostare al divieto di edificazione entro i 150 metri dal mare) prevede la “demolizione degli attuali volumi in totale stato di abbandono e la ricostruzione di due edifici con diversa sagoma, prospetti e sedime”. Secondo i progettisti l’intervento non solo non comporterà aumento di cubatura rispetto all’esistente già demolito, ma i metri cubi saranno addirittura minori: erano 1974,51, saranno 1953,47, 21 metri cubi in meno. L’altezza sarà invece di 6,40 metri, “quindi inferiore all’altezza massima consentita nelle zone omogenee “P.P.E.” pari a m. 7,50 e con due piani fuori terra oltre che inferiore rispetto al corpo “A” con altezza 6,55m“, specifica la relazione del progettista Sergio D’Andrea.
“Tale intervento è volto non solo a creare una nova attività imprenditoriale ad attrazione turistico ricettiva in conformità al “P.P.E. della laguna di Capo Peloro” ma certamente si configura come un intervento che serve a riqualificare sia l’area d’intervento nonché il paesaggio locale“, spiega la relazione tecnica del progetto.






