MESSINA. Il Ponte sullo Stretto come attrattiva turistica. Questo l’obiettivo del video (qui per guardarlo) realizzato dagli ingegneri Vincenzo Franza e Giuseppe Palmara, insieme all’architetto Maurizio Nasisi, e mostrato ieri a Palazzo Zanca, durante la seduta della Commissione Ponte del Consiglio Comunale per spiegare come la grande opera potrebbe attrarre i turisti. Il filmato, in particolare, mostra come verrebbero sfruttati i traversi delle due torri, su tre diversi piani, il più alto dei quali a 375 metri di altezza.
Si parla di un belvedere su entrambe le torri (con allo studio anche la realizzazione di una pista ciclabile a 250 m), e a cui si potrebbe accedere grazie a 4 ascensori di servizio, uno per ciascuna delle quattro gambe delle due torri, più una scala centrale per ogni torre per potere accedere esternamente.
Nel dettaglio, il primo traverso (a quota 123,65 m) ospiterebbe 2 gift shop, il secondo (a quota 249,15m) 2 snack bar (e un’area ristoro) e il terzo (a quota 374,70 m) il belvedere più alto. Ed è anche stato fatto un business plan: con 30 euro si accederebbe al primo traverso, con 40 euro al secondo e con 50 euro al terzo, con una previsione di fatturato che varia da un minimo di quasi 26 milioni di euro ad un massimo di 77 milioni e mezzo di euro.
“Il concept prevederà l’accesso dei visitatori all’interno della struttura, mediante ascensori di servizio riconfigurati allo scopo o tramite ascensori aggiuntivi – si legge, infatti, nel progetto – Il punto di accesso panoramico sarà collocato al secondo o al terzo trasverso. Lo studio di fattibilità non potrà prescindere da parametri quali il comfort dei visitatori (vibrazioni), la sicurezza dell’infrastruttura e del pubblico, valutazioni paesaggistiche nonché da aspetti strutturali e funzionali. In ogni caso rimarranno immutate le condizioni al contorno quali le caratteristiche fondamentali (geometria e materiali) delle gambe delle torri“.
“La realizzazione di ‘monumenti abitabili’ di ingegneria, come le torri o le ruote panoramiche, si è ripetuta negli anni recenti in occasione di grandi eventi internazionali, specie in città a forte attrattività turistica, permanendo poi come landmark – spiegano nel video – La realizzazione del Ponte sullo Stretto può istituire una nuova condizione urbana, oltre che percettiva e culturale, della quale il ponte rappresenta causa ed effetto. Per via della sua scala territoriale, un progetto di infrastruttura monumentale, come il Ponte sullo Stretto, è potenzialmente, oltre che un manufatto geografico, un atto di costruzione della storia che custodisce valori sia rappresentativi (‘simbolo’) sia identitari (‘logo’)”.
“L’esperienza di visita si predispone attraverso tre direttrici e altrettanti spazi (e momenti): esterno all’aperto (avvicinamento), interno al chiuso (salita), traverso (interno aperto) – proseguono – Già dall’esterno con l’approssimarsi al ponte potrà essere individuata la presenza di elementi di variazione: aperture nel traverso che introducono al viaggio nel corpo dell’infrastruttura”.
“L’esperienza del visitatore ha inizio dal basamento dei piloni, che acquista un’altra dignità legata alla sua funzionalizzazione, passando da spazio di servizio a luogo vissuto. Una copertura verde integra l’accesso principale al progetto con il parco sottostante e nasconde un volume che funge da ingresso, accoglienza, e da spazio espositivo”, illustrano ancora.
Inoltre, sottolineano come il belvedere verrebbe realizzato senza alcuna modifica sostanziale al progetto, che già di per sé prevede 8 ascensori di servizio, due per ciascuna delle quattro gambe delle due torri, e una scala centrale per ogni torre. All’uscita dall’ascensore al piano si accede alla parte centrale e poi alla passerella d’ispezione che ha una leggera pendenza verso il basso, quindi al trasverso. “Come tutto il ponte i trasversi sono interamente in acciaio, in questo caso uno scatolare in acciaio con pareti di 90 cm a loro volta scatolari. Questa condizione fa si che in progetto sono essere previste delle aperture che non intaccano la sicurezza della struttura”, spiegano, evidenziando come sia già prevista ache la “bucatura longitudinale del trasverso stesso tale da realizzare un’ampia vetrata che funge da belvedere“.
Ma non è tutto: “Già in fase esecutiva, ma eventualmente in un secondo momento, proponiamo altre due soluzioni da adottare – aggiungono i due ingegneri e l’architetto – Lo sfruttamento anche della parte inferiore del trasverso realizzando un pavimento nel punto di tangenza della convessita dello stesso ed eventualmente prevedendo anche in quella parte delle pareti scatolari del trasverso bucature che creino una vetrata; Realizzazione di sbalzi dal trasverso stesso. Questa sarebbe la soluzione più affascinante perché consentirebbe di realizzare dei ristoranti, visto l’aumento delle superfici disponibili, persino utilizzando delle piattaforme girevoli“.