MESSINA. Non smette di far discutere la mossa a sensazione del sindaco metropolitano Cateno De Luca, che per protestare contro le disattenzioni del governo nazionale e per sensibilizzare sulle condizioni finanziarie delle ex Province regionali, ha deciso di “chiudere” Palazzo dei leoni, mettendo in ferie forzate 700 degli 840 dipendenti e minacciando licenziamenti collettivi a causa dell’impossibilità di far fronte alla situazione economica dell’ente.

Nel farlo, De Luca si è scagliato pesantemente contro i dipendenti, provocando malumori e proteste piuttosto accese. A difenderli, ci pensa Filippo Romano, che della Città metropolitano è stato commissario per quasi cinque anni. Romano, oggi a Siracusa a gestire il default dell’ex Provincia, ha invece avuto parole di lode per i “suoi” ex colleghi e dipendenti.

“In questi giorni, dopo l’eclatante iniziativa del Sindaco metropolitano Cateno De Luca, l’opinione pubblica si è accorta che la ex Provincia di Messina non è più in condizioni di funzionare e, sostanzialmente, è in dissesto – ha scritto l’ex viceprefetto di Messina in un post su Facebook – Lo vado dicendo da anni, e lo vado a scrivendo in diverse lettere ai parlamentari nazionali e regionali, e a tutte le istituzioni competenti, che chi fosse interessato può ancora trovare nel sito della Città metropolitana.
Non ho manifestato in modo spettacolare come fa oggi il Sindaco: sono un prefettizio e un commissario. Però se fossi ancora oggi al suo posto, e come me chiunque dove se trovarsi in condizioni analoghe, non potrei che sospendere – almeno – l’erogazione dei servizi. Se non ci sono più i soldi per il carburante, si può discutere se sia legittimo mettere o meno in ferie gli autisti, ma certamente gli automezzi resteranno fermi. E lo stesso è a dirsi per la manutenzione stradale e scolastica, per le bollette, per il pagamento delle tasse e di qualsiasi altra spesa. Qualcuno si sarà pure accorto della chiusura del Monte di Pietà, prezioso spazio culturale sottratto alla Città? Bene: non è stata una scelta. Il dissesto non è un’opinione: è un fatto”, chiarisce Filippo Romano.

“E i dipendenti? I dipendenti della Città metropolitana di Messina, come la grande maggioranza dei dipendenti delle province, hanno valorosamente lottato per anni nel disperato tentativo di mantenere in piedi una struttura depauperata da leggi dettate da demagogia e prive di di un disegno strategico sensato. Infatti, si è prima gabellato agli italiani che le province erano il buco nero del bilancio statale, quando invece ne rappresentavano l’uno per cento (!) della spesa totale; e poi si è venduta una riforma che in realtà era soltanto una riduzione a circa metà della spesa. Risultato: risparmio dello 0.5% del bilancio nazionale ma devastazione delle principale rete stradale e scolastica del Paese, per tacer del resto”, continua.

“E una parte del “resto” sono proprio i dipendenti. Presentati cinicamente all’opinione pubblica come fannulloni sono invece il meglio dell’impiego pubblico locale, distinguendosi per gli alti livelli di professionalità, serietà, abnegazione, stile e spirito di corpo – prosegue – E sono un grande corpo tecnico: si sappia che in quasi cinque anni di gestione non ho dovuto affidare all’esterno alcun incarico di progettazione. I tecnici della ex Provincia hanno progettato e realizzato ponti strallati, strade, scuole, uffici e impianti sportivi. Hanno fatto risparmiare ingenti risorse all’Erario. In ambito culturale hanno saputo tenere alta la presenza dell’Ente e i servizi alla comunità locale inventandosene di tutte per realizzare eventi e interventi a costo zero. Sono stati eroici. E non meritano il ludibrio cui sono stati esposti negli scorsi anni”.

“Mi auguro – continua – che la rinnovata attenzione della politica al problema delle province siciliane porti frutti. Mi trovo in questi anni a gestire il dissesto della ex Provincia di Siracusa come presidente della Commissione straordinaria di liquidazione. Vedo questi dipendenti, e quelli della “partecipata “Siracusa Risorse” senza stipendio da novembre dello scorso anno. È il frutto di scelte legislative, statali prima che regionali, che non riesco a non condannare anche sotto un profilo etico.
E vedo, qui come a Messina, strade franate e chiuse al traffico, paesi isolati (lo sapevate che la maggior parte dei comuni italiani sono collegati al resto del mondo esclusivamente da strade provinciali?) e scuole a rischio. So che, in misura variabile, tutte le province siciliane sono nella stessa situazione.  Che senso ha tutto ciò?”, conclude l’ex commissario.

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Domenico Tomatis
Domenico Tomatis
15 Febbraio 2019 15:53

I dipendenti della Provincia sono eroi? Io vengo dal nord nel Messinese un mese all’anno e non ho MAI visto un cantoniere tagliare i rovi a lato strada, che ormai si estendono per oltre un metro nella carreggiata, danneggiando le auto. Ma venite a vedere come funzionano le cose a nord di Roma! Se la Provincia di Messina chiude non se ne accorge nessuno.