Senza spegnere la voce. Il potere sul corpo delle donne da Valentina Milluzzo a tutte noi

(Giorgia Landolfi; Nous, 2025)

Non è normale ritrovarsi in un Pronto soccorso, in uno studio di ginecologia, in una sala parto e avere paura di fare domande. Non può accadere di ritrovarsi spaventate a chiedere ai medici cosa ci sta accadendo e cosa stanno facendo mentre mettono le mani nella nostra vagina, osservano le nostre ovaie, la nostra cervice. Mentre diamo alla luce un figlio o quando desideriamo farlo. Oppure mentre richiediamo una visita di routine, un contraccettivo, un aborto, una risposta a un dolore che non ha nome. Possiamo e dobbiamo essere più consapevoli delle cure che possiamo ricevere, di ciò che siamo libere di scegliere sui nostri corpi. Per le nostre vite. In una società che molto spesso non sa proteggere né rispettare le donne dobbiamo imparare a porgere, a noi stesse e a chi ha il dovere di assisterci, tutti gli interrogativi necessari. La violenza comincia dall’imposizione del silenzio e quando eventi ingiusti diventano “normali” ciascuna di noi perde ogni forma di libertà. Perdiamo la voce e diventiamo invisibili. Ogni anno in Italia decine di migliaia di donne subiscono varie forme di violenza in qualche momento della loro vita, spesso durante la gravidanza, il parto e il post-parto. Di queste forme di violenza e abuso se ne parla poco o nulla. Valentina Milluzzo ne ha subito le più tragiche conseguenze. Come lei, tante altre. Perché è successo e accade ancora. Queste pagine sono state scritte con la volontà di liberare ogni singola voce, per non lasciare inespressi indignazione e dolore. L’unica possibilità che abbiamo è rompere il silenzio, raccontare, alzare la voce, denunciare. Anche per chi non ne ha la forza.

Da leggere perché è Un libro che dà voce a chi non può più parlare, un invito a non restare in silenzio.Ci chiede di ascoltare, di indignarci e di agire. Un atto d’amore e di resistenza per il diritto delle donne a decidere di sé.

Tutti gli uomini (possono cambiare le cose)

(Irene Facheris; Tlon, 2025)

Che cosa significa essere uomo, oggi? E come si può costruire un maschile diverso, che non si lasci imprigionare dai modelli tradizionali? Occorre interrogarsi sull’origine di certi automatismi, imbarazzi, silenzi. Serve parlarne. Tra uomini, soprattutto. Irene Facheris intreccia decine di testimonianze di uomini che hanno deciso di raccontare il rapporto con se stessi, con gli altri uomini, con le donne. Si parla di padri e modelli, reticenze e complicità, consenso e desiderio, potere e paure; di tutto ciò che troppo spesso resta senza nome ma li attraversa ogni giorno. Questo libro è un invito a creare uno spazio di dialogo, per smettere di difendersi e iniziare a trasformarsi. Per capire, non per giudicare. Per chi è stanco di recitare una parte ed è pronto a riscrivere insieme il copione.
Perché tutti gli uomini hanno il privilegio, e quindi la possibilità di cambiare le cose

Da leggere perché Irene Facheris rompe i silenzi sul maschile, mostrando come il cambiamento non sia una minaccia, ma una possibilità di libertà per tutti. Un invito potente a guardarsi dentro, mettersi in discussione e partecipare davvero a un mondo più giusto.

Le leonesse di Vergine Maria

(Vanessa Ambrosecchio; Mesogea, 2025)

Il libro è un reportage narrativo che torna sulla tragica mattina del 2 dicembre 1964 nella borgata marinara di Vergine Maria (Palermo), quando i bambini Rosaria Busalacchi (3 anni) e Settimo Di Trapani (4 anni) furono travolti e uccisi da un camion mentre si recavano all’asilo.
Attraverso lo sguardo di una maestra-protagonista, la narrazione si snoda fra le ferite di una comunità, le responsabilità collettive e quel che emerge dietro la cronaca: il sacco edilizio di Palermo, lo sversamento illegale di rifiuti al mare, la connivenza di potere, mafia e politica.
Il titolo “leonesse” rende omaggio alle donne della borgata che si opposero, che tennero alta la memoria del dolore e cercarono verità e giustizia. Il tono è intenso, poetico e insieme documentario: una storia di resistenza civile e di affermazione della dignità di una comunità.

Da leggere perché Le leonesse di Vergine Maria racconta un pezzo di Palermo con sguardo lucido e partecipe. Vanessa Ambrosecchio dà voce a donne che hanno saputo reagire, trasformando la rabbia in forza collettiva. Un libro che parla di coraggio, di appartenenza e della responsabilità di non voltarsi dall’altra parte quando la comunità è ferita.

Il radicamento

(Simone Weil; Editrice Clinamen, 2022)

Scritto nel 1943, poco prima della morte dell’autrice, Il radicamento è uno dei testi più alti e intensi di Simone Weil, una meditazione profonda sulla dignità umana e sul bisogno universale di appartenenza. Weil parte dall’idea che ogni persona, per vivere pienamente, debba sentirsi radicata in una comunità, in una storia, in una trama di relazioni che le dia senso e valore. Quando questo legame viene spezzato — attraverso la miseria, la guerra, l’oppressione o la violenza — gli esseri umani diventano sradicati, privati della loro umanità e ridotti a strumenti. Da qui nasce la sua denuncia lucida contro tutte le forme di dominio, sfruttamento e indifferenza che negano il riconoscimento dell’altro e alimentano ingiustizia e violenza. Nel suo linguaggio essenziale e visionario, Weil invita a ripensare la società non a partire dai diritti, ma dai doveri verso gli altri, dal senso di responsabilità e di cura che ci lega gli uni agli altri.

Da leggere perché Il radicamento diventa così un manifesto etico e spirituale per la costruzione di comunità più giuste, solidali e capaci di accogliere la fragilità, una riflessione che parla con forza anche al presente e al bisogno di ritrovare un senso condiviso dell’umano.

 

Violenza e orientamento sessuale in adolescenza

(Raffaele Pantaleo, 2025)

Quanti ragazzi e ragazze si sentono davvero sicuri a scuola? Espressioni omofobe, insulti, aggressioni verbali e fisiche: il bullismo omofobico è una realtà che continua a ferire troppi adolescenti, minacciando il loro benessere e il loro futuro. Spesso, la scuola si dimostra impreparata ad affrontare questo fenomeno, lasciando soli i ragazzi e le ragazze che ne sono vittime. Questo libro offre una chiave di lettura per comprendere il bullismo omofobico e le sue implicazioni sociali, fornendo strumenti concreti per creare un ambiente scolastico più inclusivo e rispettoso delle differenze. Dalla formazione dei docenti alle strategie di intervento, scoprirete come la scuola può diventare un luogo di crescita e di accoglienza per tutti gli studenti, nessuno escluso.

Da leggere perché non è un libro sulla violenza contro le donne in senso stretto, ma è un testo sulla radice comune di molte violenze di genere: la negazione della libertà e della diversità in una fase delicata della crescita in cui è importante intervenire e prevenire.

 

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