La viticoltura in Sicilia è sinonimo di cultura e tradizione millenaria e i vini siciliani sono, oggi, prodotti di altissima qualità apprezzati in tutto il mondo.
Si narra che il Mamertino fosse il vino preferito da Giulio Cesare e che il Faro piacesse molto a Plinio il Vecchio, così, tra le testimonianze di antichi mosaici e la personale impronta che ogni dominazione ha lasciato in eredità, l’enologia siciliana ha vissuto e continua a vivere un periodo di grande sviluppo grazie anche alla scoperta e alla valorizzazione delle varietà autoctone più interessanti che hanno portato alla nascita di quasi più di cento vitigni autoctoni selezionati e catalogati, che continuano a rendere la Sicilia l’isola del vino per eccellenza oltre che la madre di raffinate DOC, DOCT e IGT.
La Provincia di Messina gioca in tutto ciò un ruolo fondamentale nella produzione di tre grandi DOC come il vino Faro, il Mamertino e la Malvasia delle Lipari, ma una piacevolissima scoperta è proprio quella delle produzioni locali che riguardano realtà vinicole esistenti in città, dalla zona nord alla zona sud. Ed allora ecco cinque vini, cinque esemplari di stile che costituiscono un vanto non solo sul piano qualitativo ma, soprattutto, perché interamente prodotti all’interno del territorio del comune di Messina.

 


 

Faro Palari, il rosso mediterraneo di Salvatore Geraci

 

Dal 1990 la Cantina Palari, con sede nella villa Settecentesca di famiglia nella frazione di Santo Stefano Briga, ricava capolavori dai sette ettari di vigna non lontani dal mare, su una lingua di terra collinare compresa tra il mar Tirreno ed il Mar Ionio. Così Salvatore Geraci, grazie all’amico Luigi Veronelli, lascia la professione di architetto per quella del “vignaiolo” facendo rinascere la piccola DOC Faro che rischiava di sparire dalla circolazione.

 

Il Faro Palari è dunque il Faro del Faro, il vino che ridona luce ad una grande e pregiata dinastia: composito blend di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nocera e piccole quantità di Acitana, Galatena, Jacchè e Core ‘e Palumba (biotipi locali) provenienti da vigne centenarie, allevate ad alberello, che crescono su terreni sabbiosi molto scoscesi, con fermentazione in acciaio e maturazione in barriques nuove di Troncais e Allier della durata di circa due anni prima di essere messo in commercio. Determinante, per il risultato, è anche l’escursione termica della quale godono le viti, che usufruiscono del vento che soffia dallo Stretto concorrendo a raffreddare in modo incisivo la temperatura notturna.

Il colore è rosso rubino intenso e luminoso, con qualche sfumatura tendente al granata. Naso esplosivo di bacche rosse, cadenze floreali di gelsomino e di viola e sussurri terziari di liquirizia, caratterizzato da note di marasca, melograno, cardamomo, humus e spezie calde. All’assaggio avvolge il palato con un ottimo equilibrio, un gusto profondo e materico, morbido, con spiccata freschezza ed una personale nota salmastra che si unisce a persistenti note floreali e speziate. Un rosso corposo mediterraneo, di classe e manifestamente italiano.
Gradazione alcolica 14%, da servire a temperatura ideale di 18°-20° C in calice ampio (per gustarlo ancora meglio farlo respirare per almeno un’ora). Ideale per accompagnare piatti della cucina di terra siciliana, risotto o pasta con sugo di carne, secondi a base di carne rossa o bianca in umido, selvaggina, formaggi stagionati come, in particolare, il ragusano e, per chi vuole osare, piatti di mare con il pomodoro fresco.

 

 

 


 

Il Faro Due Pini, la novità dello Stretto dell’Azienda Agricola della famiglia Ciccolo

 

L’Azienda Agricola Ciccolo-Due Pini, situata in un rione della zona nord della città di Messina e più precisamente nel Villaggio della Santissima Annunziata, vanta un’attività e un’esperienza nel settore vinicolo di oltre un decennio.
È diretta da Antonio Ciccolo con il supporto dei figli Fabrizio e Francesco che, nonostante siano tutti e tre medici di professione, non hanno mai smesso di trovare il tempo e la cura da dedicare per portare avanti le tradizioni di famiglia, confermandosi eredi di una profonda e autentica passione che li lega, da sempre, all’amore per la natura, per l’agricoltura e in particolare per il vino. Da qui la volontà di trasformare quella che era da sempre una produzione ad uso familiare in una vera e propria azienda, nel rispetto delle antiche tradizioni e dell’ambiente, apportando delle scelte innovative e talvolta coraggiose pur mantenendo una costante attenzione al territorio.

 

L’azienda ha un’estensione di circa due ettari e si trova in una zona perfettamente collinare con impianto a cordone speronato di quattro tipi di vitigni (Nerello mascalese, Nerello cappuccio, Nocera e Sangiovese).
La vigna è sita, quindi, su un pianoro circondato da una rigogliosa pineta secolare con un affaccio sul panorama mozzafiato dello Stretto di Messina ed è contraddistinta da due maestosi ed imponenti pini che fanno da guardiani silenziosi e fedeli alla distesa di piante di viti e al mare antistante.
È proprio in loro onore che vede luce il fiore all’occhiello dei neo-nati nel mondo della DOC Faro.
Il Faro Due Pini nasce, dunque, dalla voglia di donare vita ad un prodotto che sa del calore di casa, dei preziosi consigli dei nonni e dell’eleganza di un abbraccio, capace di unire la passione per la natura e l’amore per il buon vino, rispecchiando fedelmente e rappresentando la qualità e la bellezza del posto a cui appartiene.
Un bevuta raffinata, riconoscibile ed indimenticabile già al primo sorso, un prodotto di notevole classe che promette di crescere e di farsi strada, come già sta facendo, velocemente tra le eccellenze vinicole.
La vendemmia viene effettuata manualmente in piccole cassette previa attenta valutazione dei grappoli e, dopo diraspamento, le uve vengono sottoposte a macerazione a temperature controllate per 7-10 giorni sulle bucce. Allo svinamento segue un primo affinamento in vasche di acciaio, sempre a temperatura controllata, un secondo in barriques di rovere francese per un anno e, per ultimo, in bottiglia per sei mesi.
È il risultato della selezione di Nerello mascalese (60%), Nerello Cappuccio (20%), Nocera (10%) e Sangiovese (10%), dal colore rosso rubino brillante, intrigante al naso ai sentori di ciliegia e frutti di bosco, potente in bocca e che mantiene un buon tannino.
Gradazione alcolica 14%, temperatura ideale per servirlo di 16°-18°C e calice ampio per assaporarlo nella sua pienezza.
Indicato per pasti importanti a base di carne rossa, arrosti, barbecue, taglieri di salumi e formaggi, degustazioni di formaggi stagionati, ma la vera chicca in assoluto sta nel gustarlo su uno dei piatti tipici più importanti della nostra tradizione culinaria, solo per veri messinesi doc, il “pescestocco a ghiotta”.
Infine, a rendere il tutto ancora più interessante, il carattere ed il tratto stiloso dell’etichetta pensata e disegnata dal professionista ed amico Luigi Scarcella, ideatore e grafico della linea di abbigliamento Half Sumo Collective, per un prodotto di successo interamente made in Messina.

 

 


 

Il Rosato Bonavita, l’IGT rosa sul mare di Giovanni Scarfone

 

Il vigneto Bonavita altro non è che un caratteristico e prezioso anfiteatro naturale con affaccio sullo Stretto di Messina nella località di Faro Superiore e Curcuraci. È composto da vasti appezzamenti di terreno per un totale di quasi tre ettari, su ripidi terrazzamenti tra i 250 ed i 300 m. sul livello del mare circondati da un bosco di querce e castagni secolari. Vengono coltivati solo vitigni autoctoni, Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Nocera, con un’età delle viti che va dai 10 agli 80 anni e più. Viene svolta un’agricoltura naturale e la vendemmia avviene con raccolta manuale delle uve, selezionate in vigna e trasportate nella cantina di proprietà a poche centinaia di metri dai vigneti. I vini dei vignaioli Bonavita in Faro superiore non subiscono alcun processo di stabilizzazione e/o chiarifica e questo perché alla base della filosofia produttiva dei titolari dell’azienda regna il concetto che il tempo darà ai loro prodotti la giusta espressione del territorio e del loro essere vignaioli.

 

La Cantina Bonavita vuole essere tradizione e naturalità nel raccogliere con rispetto ed amore i frutti della propria terra natia ed infatti il Rosato Bonavita, gioiellino di Giovanni Scarfone, non è altro che un vino artigianale di altri tempi riconosciuto in assoluto come uno dei rosati italiani più buoni ed emozionanti.
È ottenuto da un uvaggio di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Nocera, con fermentazioni alcoliche in cantina spontanee, breve macerazione sulle bucce per 12 giorni e con affinamento in cemento e acciaio per sei mesi.
Colore rosato carico, al naso denota profumo di frutti di bosco, agrumi, macchia mediterranea, spunti marini e fragranze floreali. Il gusto è molto fresco, fragrante, schietto e fruttato con una piacevole scia sapida. Insomma, uno splendido rosato di mare che racchiude in sé l’essenza dell’isola.
Gradazione alcolica 12,5%, da servire a temperatura ideale di 10°-12° C in calice ad apertura media.
È perfetto per accompagnare antipasti caldi e crudi di pesce, primi piatti a base di verdure o di pesce ma, soprattutto, una ricca degustazione di sushi e sashimi.

 

 


 

Il Peloro Casematte, il bianco siciliano dei campioni

 

Nel 2008 nella località di Faro Superiore, nella zona nord di Messina, dal sogno di Gianfranco Sabbatino, commercialista di professione ma viticoltore per passione, nasce la Cantina Le Casematte.
Successivamente si unirà a lui il calciatore juventino Andrea Barzagli, che da fiorentino doc ha una vera e propria passione per il vino ma che, soprattutto essendo rimasto affascinato dalla bellezza dei luoghi, ha creduto e voluto investire in queste terre e in quest’attività nella realizzazione di prodotti vinicoli d’eccellenza.

 

L’azienda deve il suo singolare nome alla presenza, all’ interno della propria area, di due casematte.
Il vigneto domina lo Stretto di Messina a circa 500 m. di altezza sul mare, ha un estensione di 11 ettari ed è coltivato a regime biologico, con allevamenti a spalliera ed alberello, con varietà di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nocera e Nero d’ Avola, previste dal disciplinare della Faro DOC per quanto riguarda le uve a bacca nera, nonché Grillo e Carricante per le uve a bacca bianca.
Il Peloro Bianco de Le Casematte è un vino siciliano fortemente territoriale, prende vita da un blend di uve autoctone come Grillo (65%) e Carricante (35%) che crescono bene proprio in terreni argillosi, calcarei e sabbiosi ad una certezza altezza sul mare. La vendemmia è rigorosamente manuale, la fermentazione avverrà in contenitori di acciaio inossidabile ed il vino rimarrà, poi, per otto mesi a maturare in acciaio prima di essere imbottigliato.

 

Ha un colore giallo paglierino ed è un bianco dal bouquet raffinato e persistente in cui le note minerali iodate si sposano ai profumi di frutta a polpa bianca e gialla, nuance floreali, mimosa e camomilla in particolare, e fresche note che rimandano alle erbe aromatiche siciliane. Al palato è fresco e sapido, vibrante di acidità e ricco di frutto, lungo e tonico il finale impreziosito da una gradevole nota agrumata.
Una bevuta giovane e fresca dai ricordi marini e mediterranei.
Gradazione alcolica 13%, va servito ad una temperatura ideale di 8°-10°C in calice ad apertura media.
Ideale per accompagnare piatti di pesce, primi a base di frutti di mare, risotto con gambero di Mazzara ed arancia rossa di Sicilia, sformati di verdure e FishBurger.

 

 

 


Il Numero 36, la scommessa sul bianco mosso vinta dalla Cantina Giostra-Reitano

 

Nel 2004 Francesco Giostra Reitano, professionista nel settore del marketing e della comunicazione, ha ripreso l’attività agricola di famiglia creando un paradiso di oltre 10 ettari di tenuta dove ha dato vita, insieme ad altri giovani appassionati di enologia ed agronomia, all’azienda vinicola. La località da sogno si trova nel punto più a nord della Sicilia, a 20 km. da Messina centro, sul promontorio di Capo Rasocolmo che si affaccia sul Mar tirreno e sulle caratteristiche montagne di sabbia di San Saba.
La Tenuta Rasocolmo non solo dà vita ad un’eccellente realtà di produzione vinicola, ma si presta anche all’organizzazione di giornate di degustazione e a soggiorni o weekend di vero e proprio relax tra escursioni, visite dei vigneti, tramonti e panorami incantevoli, con uno chef personale a disposizione che preparerà tutti i pasti principali a base delle eccellenze del territorio ed eleganti Superior e Junior suite in perfetto stile ed arredo siciliano.

 

Il N.36 è l’ultimo arrivato in casa Giostra Reitano, è un bianco vivace con una effervescenza persistente e un intenso profumo di frutta a polpa gialla, che viene prodotto da uve bianche autoctone, ovvero inzolia 100%.
È come un omaggio speciale fatto ad una persona altrettanto speciale, per ricordare i bei momenti passati insieme.
Gradazione alcolica 13%, da servire ad una temperatura ideale di 4°-6° C in calice ad apertura media, per la sua estrema delicatezza può essere definito un bianco a “tutto pasto”.
Un vino, quindi, abbastanza versatile da abbinare, anche se particolarmente apprezzabile con antipasti di pesce, tartare di pesce, baguette con rucola burrata e gambero di Mazzara. Il meglio di sé, però, lo dà come bollicina ad orario aperitivo, magari accompagnato da fave e mandorle tostate e salate, da crostini con burrata gambero crudo menta e pepe rosa o da tartina di pane morbido ai cereali formaggio spalmabile ed acciughina con zest di peperoncino e spicchietto di lime, o, ancora, da crostone di pane caldo con polpa di ricci. Per gli amanti dei sapori più rustici, il consiglio è di accompagnarlo a crostini con mousse di mortadella e spolverata di granella di pistacchio, a bruschette con ricotta fresca pomodorino sott’olio con aggiunta di gocce di miele e scaglie di mandorle ed agli immancabili taglieri di salumi e formaggi freschi o poco stagionati.

 

 

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Giulio Perticari
Giulio Perticari
23 Dicembre 2021 14:44

Articolo eccezionale come sempre. È un piacere leggervi.

mm
Editor
24 Dicembre 2021 11:54

Grazie 🙂