Libri (sì, quelli di carta) da leggere tra untori, epidemie e speranza

“Una lettura ben fatta salva da tutto, compreso da se stessi” scrive Daniel Pennac in Come un romanzo, e infatti leggere è un meraviglioso atto di libertà che si può esercitare dappertutto, all’aperto , al chiuso, e in ogni momento. Ma cosa leggere? I tempi che corrono fanno pensare sicuramente a due dei massimi autori della letteratura italiana che hanno trattato il tema dell’epidemia, nel loro caso però si trattava di peste, sono Manzoni e Boccaccio.

Il primo non aveva vissuto l’epidemia ma descrisse  la Grande Peste del 1629-1630 nel suo romanzo storico I Promessi Sposi, uscito nel 1827. La trama, ben nota,  è incentrata sulle intricate vicende che i due protagonisti  Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, due giovani operai tessili che vivono in una località del lecchese, nei pressi del lago di Como, devono affrontare per riuscire a sposarsi.  Manzoni descrive in maniera lucida il propagarsi dell’epidemia e le conseguenze che questa ha sulla popolazione tra cui l’alterazione delle facoltà di giudizio, esempio lampante è l’incontro fra Renzo, tornato a Milano per cercare Lucia, e un passante che lo scambia per untore e lo minaccia con  bastone appuntito, gridandogli di allontanarsi subito. L’uomo, una volta tornato a casa inizia a ingigantire la cosa, spargendo la voce e Manzoni osserva ironicamente che l’uomo vivrà ancora molti anni e continuerà a raccontare l’episodio, continuando a perpetuare all’infinito il pregiudizio.

Boccaccio, che l’aveva vissuta in prima persona la peste, scrive una sorta di antidoto morale ad essa: il Decameron. Durante il periodo in cui la peste devasta Firenze nel 1348, una brigata di sette ragazze e tre ragazzi, tutti di elevata condizione sociale, fuggono dal contagio trasferendosi in campagna. Qui i giovani, per occupare le prime ore pomeridiane, decidono di raccontare una novella ciascuno: ogni giorno  un tema diverso. Le novelle sono 100 e trattano situazioni assai difformi tra loro: alcune ironiche, altre divertenti, altre tragiche. Importante è sottolineare come una delle preoccupazione principali di Boccaccio fosse mostrare ai fiorentini che è possibile rialzarsi da qualunque disgrazia si venga colpiti, proprio come fanno i dieci giovani con la peste che si abbatte in quel periodo sulla città. E così, smorzando un pò i toni, racconta ad esempio la storia di Masetto da Lamporecchio, un giovane che riesce a soddisfare le voglie sessuali di un intero convento, comprese quelle della badessa ma anche storie di corna come quella del palafreniere di Agilulf che con l’astuzia riesce a sostituirsi al sovrano per giacere con la regina Teudelinga.

All’infuori del tema untori e pestilenze ci sono valide alternative di letteratura messinese doc.

L’ultimo libro di Nadia Terranova (il 19 Marzo uscirà il nuovo “Come una storia d’amore”) la nota scrittrice della città dello Stretto, s’intitola “Omero è stato qui”, ed è edito da Bompiani. Si tratta di otto storie ambientate tra Messina e la Calabria che hanno come protagonisti personaggi mitologici lontani: Scilla e Cariddi e la loro avversa fortuna, Dina e Clarenza che con coraggio hanno difeso Messina dall’attacco dei nemici, Ulisse ammaliato dalle Sirene, Cola Pesce in carne, ossa e squame.  L’età del pubblico alla quale è indirizzato è di 10 anni.

 

 

Subscribe
Notify of
guest

1 Comment
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments