PALERMO. Si terrà questa settimana (probabilmente venerdì 28 agosto) il Consiglio dei Ministri per deliberare l’impugnazione dell’ordinanza “contingibile e urgente” numero 33 del presidente della Regione Nello Musumeci, che ha imposto la chiusura di tutti gli hotspot siciliani (malgrado la competenza sul tema sia dello Stato).

Il provvedimento, composto da appena tre articoli e in vigore dal 23 agosto al 10 settembre, stabilisce che “tutti i migranti negli hotspot e in ogni centro di accoglienza devono essere improrogabilmente trasferiti e ricollocati in altre strutture fuori della Regione siciliana, non essendo allo stato possibile garantire la permanenza nell’Isola nel rispetto delle misure sanitarie di prevenzione del contagio”.

Il documento impone inoltre “il divieto di ingresso, transito e sosta nel territorio della Regione siciliana da parte di ogni migrante che raggiunga le coste siciliane con imbarcazioni di grandi e piccole dimensioni comprese quelle delle Ong”.

In sostanza, per il provvedimento del Governatore si prevede un iter molto simile a quello relativo all’annullamento dell’ordinanza sindacale del sindaco di Messina Cateno De Luca, che istituì la banca dati “Si passa a condizione” per limitare gli spostamenti in Sicilia attraverso lo Stretto come misura di contenimento del Covid-19. L’altolà all’ordinanza del primo cittadino era arrivato in precedenza dal Consiglio di Stato, che aveva espresso parere contrario, mentre in seguito l’annullamento dell’ordinanza era stato recepito con decreto della Presidenza della Repubblica.

Da parte sua, il Governatore non demorde: “Il Governo centrale non ha ritenuto di dover dare disposizione alle forze dell’ordine e, quindi, alle prefetture per potere sgomberare i centri di accoglienza in Sicilia ma al tempo stesso entro le 48 ore non ha provveduto a impugnare l’ordinanza. Ci troviamo di fronte a una palese inosservanza», ha dichiarato a SkyTg24 Musumeci,

 

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