MESSINA. La storia di amore-odio tra l’ex sindaco dimissionario Cateno De Luca e l’ex presidente della regione Raffaele Lombardo (prima alleati, col primo “delfino” del secondo, quindi il litigio e la contrapposizione) si arricchisce di un nuovo capitolo, e coinvolge anche l’altro ex presidente della regione, Totò Cuffaro. I due sono i leader regionali della Nuova Democrazia Cristiana e del Movimento nazionale per le autonomie: entrambi i movimenti supportano, a Messina, la corsa a sindaco del candidato del centrodestra Maurizio Croce. Cosa è successo lo racconta De Luca: “Nel giro di poche ore entrambi hanno prima spontaneamente dichiarato l’appoggio alla candidatura di Basile per poi affrettarsi ad una repentina marcia indietro. Vi spiego cosa è successo. Sono venuti a battere cassa. Ancora una volta hanno messo sul tavolo accordi, poltrone, ma con me certi metodi non funzionano. Ho rifiutato il sostegno di Cuffaro perché ho detto chiaramente ai suoi amici che sono venuti a trovarmi che non faccio accordi con chi rappresenta a Messina la famiglia Genovese. Stesso discorso per Lombardo. Ero convito che certe vicende fossero servite per maturare ma non siete cambiati. Con me certi accordi non si fanno. Io sono contro questi sistemi senza se e senza ma”. E’ diversa la versione di Totò Cuffaro: “Mi ero determinato nel non rispondere alle farneticazioni di Cateno De Luca, come è giusto, l’ho sempre rispettato. Ma c’e’ un limite a tutto – dichiara il commissario regionale della Dc Nuova – De Luca se la canta e se la suona. La Democrazia Cristiana, nel rispetto del candidato Basile, non ha mai immaginato di stare con lui. De Luca – continua Cuffaro – ha fatto un’apertura alla Dc, tra l’altro piena di diktat, e la Dc l’ha educatamente rifiutata. E qui finisce la mia risposta politica. Per quella personale non so di quali affari parla De Luca – continua l’ex presidente della Regione – e non c’è traccia di sue prese di posizione in tal senso in Assemblea Regionale e della sua attività parlamentare rimane soltanto il suo spogliarello avvolto nella bandiera”. “Mi rimprovera che invece di fare il francescano in Burundi sono tornato a fare politica. Questo è merito suo, nel senso che ho avuto il terrore di lasciare la politica a gente come lui e allora mi sono convinto a tornare. Non si preoccupi – conclude Cuffaro -, tornerò in Burundi e spero di portarlo lì, so di fare un torto ai Burundesi ma farò una cosa buona per i siciliani”. Ancora più duro Raffaele Lombardo: “Se De Luca ha sbagliato, corregga il tiro, in caso contrario non potrò che rivolgermi all’unica istituzione deputata ad esprimersi, la magistratura. Non potrò che presentare querela contro questo signore, che non può permettersi di usare la parola ricatto nei miei confronti. Io potrei farlo, nei suoi confronti, ma non la uso”, ha spiegato alla Gazzetta del Sud. Ad aggiungere ulteriori tasselli alla faccenda è Paolo Mangano, consigliere comunale ex 5 stelle che ha aderito agli Autonomisti. “Siamo stati cercati e abbiamo puntato a salvaguardare la rappresentanza politica del nostro rinato movimento. Ci siamo accorti che l’ex Sindaco non ammette dialogo né confronto e con fare dittatoriale, degno di migliore causa, detta le regole, fissa i tempi e persegue solo i suoi obiettivi. Agli altri “l’onere” di portare acqua al suo mulino”.

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