MESSINA. Continua a far discutere l’iniziativa del primario Michele Buemi, sanzionato dall’azienda ospedaliera con un procedimento disciplinare per aver invitato i propri pazienti a lavarsi prima delle visite in un cartello esposto nel reparto di Nefrologia del Policlinico. Il messaggio, segnalato nei giorni scorsi da un utente contrariato, ha generato tantissime discussioni sui social, fra posizioni critiche e messaggi di solidarietà.

A prendere le difese del medico, in una nota, è adesso un paziente del primario, Filippo Perdichizzi, che in una lettera si schiera contro le sanzioni previste dall’azienda. «Sono un paziente del prof. Michele Buemi da oltre 25 anni e trovo davvero disdicevole quanto “qualcuno” va blaterando in questi giorni per un episodio che nulla ha a che vedere con la sua alta preparazione professionale – si legge nella nota – Noi pazienti della Nefrologia ogni 3/4 mesi frequentiamo l’ambulatorio, retto dal professore, per i necessari controlli e posso dichiarare, senza ombra di smentita, che il professore Buemi svolge la sua attività con senso di responsabilità e alta professionalità al servizio di tutti i suoi pazienti, nessuno escluso, trovando per tutti le soluzioni più idonee ad alleviare le nostre condizioni di salute. Ho avuto modo in questi lunghi anni di rivolgermi a lui anche per altre patologie e di avere trovato la porta del suo studio di primario sempre aperta e il professore sempre disponibile a dare i consigli più utili per la risoluzione dei problemi sottoposti. Ritengo, quindi, che nessun provvedimento disciplinare che dovesse scaturire dal procedimento in corso, come si evince dagli articoli di stampa, potrà scalfire in noi pazienti la fiducia in una persona così “tanto per bene”».

Sulla stessa linea è anche il delegato regionale del Fvm-Smi, Rosario Di Carlo, medico ortopedico del Papardo, che si schiera al fianco del collega: «Il prof. Buemi ha solo voluto ricordarci, magari goliardicamente, l’ importanza dell’igiene. Mentre molti medici, per dare aiuto a chi sta male, mettono a rischio la propria vita fisica e civile, altre persone passano il tempo a cumulare titoli e amicizie e poi pontificano pure. “Lavarsi le mani!” è scritto in ogni corsia di ospedale (quello che ora, gli amanti della produttività, chiamano azienda ospedaliera). Certo è che, se oggi si può parlare tanto male dei medici e pure aggredirli fisicamente, qualcosa nella nostra società si è rotto. Il “vociare” in corso sul ponte crollato a Genova, i 177 esseri umani sequestrati su una nobilissima nave della Marina Italiana, la Diciotti, le undici vite spezzate in Calabria per pressapochismo e imperizia. Una società allo sbando, la nostra, fatta di moltissimi che in silenzio studiano e lavorano e di molti che chiacchierano spesso e a sproposito. Penso sia giunto il momento di domandarsi da che parte stare. Dalla parte di chi opera o dalla parte di chi chiacchiera, dalla parte di chi dice “io…io…io…” oppure dalla parte di chi dice: “noi”. E noi stiamo con Buemi».

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NINO
NINO
26 Agosto 2018 18:12

IO SONO COL PRPF. BUEMI SONO UN SUO PAZIENTE DA 5 ANNI PRESENTARSI DECENTEMENTE è UN RISPETTO VERSO KI TI VISITA