Tornare a casa per le feste deve essere una scelta personale, non economica. La denuncia dell’associazione Messina in progresso si fa portavoce dello sfogo di tanti concittadini

MESSINA. “Sto facendo uno scalo in Bulgaria di 12 ore per pagare meno”; “Essendo una studentessa universitaria, comprare i biglietti in anticipo potrebbe impedirmi di dare esami in una sessione, e fare sempre piani a lungo termine non è possibile”; “In famiglia siamo in 3 ed è praticamente impossibile tornare in Sicilia per le feste. Più di 1000€ non è possibile!”; “Già è difficile andare via dalla propria terra per il lavoro ma se poi diventa impossibile tornare è veramente triste”. Queste sono solo alcune delle considerazioni raccolte attraverso un sondaggio condotto dall’associazione politica no profit “Messina in progresso”. E’ stato posto come oggetto della ricerca la complessa situazione dei nostri concittadini che, per motivi di studio o di lavoro, sono costretti a spendere cifre notevoli per tornare a Messina durante il periodo delle festività natalizie.

Il sondaggio è stato diffuso attraverso le pagine social di Messina in progresso con l’intenzione di verificare e analizzare costi e difficoltà che si affrontano per il solo desiderio di trascorrere il natale nella propria città e vicino agli affetti più cari. «I risultati pervenuti non lasciano spazio ad interpretazione: essi delineano una realtà già nota a chiunque abbia parenti o amici che lavorano in altre regioni del paese, ma non solo – spiegano – Non sorprende che la maggior parte degli intervistati abbia un’età compresa tra i 19 e 25 anni (51%) e tra i 26 e 39 anni (46%). Dato che testimonia ancora una volta come Messina sia una città che costringa un numero considerevole dei propri “figli” a cercare fortuna, o più banalmente uno stipendio, altrove. Più della metà dei rispondenti dichiara infatti di vivere in altre regioni per motivi di lavoro (Lombardia, Emilia Romagna e Lazio le prime tre regioni di provenienza)».

«Passando a dati più interessanti e preoccupanti allo stesso tempo… Abbiamo chiesto ai nostri concittadini a quanto ammontasse la spesa che avrebbero dovuto affrontare per rientrare in città e il 38% ha indicato una cifra compresa tra i 200 ed i 300 euro solo il 10% una cifra introno ai 100 euro ed il 23% addirittura ha indicato una spesa superiore ai 300 euro – evidenziano – Il 46% degli intervistati dichiara di non essere indipendente economicamente questo comporta grandi sacrifici al fine di tornare a casa per le festività tant’è che il 24% ha dichiarato di aver rinunciato in passato a rientrare a Messina mentre il 58,4% sostiene di riuscire sempre a tornare ma con grandi difficoltà».

«Tornare a casa per le feste deve essere una scelta personale, non economica – denunciano – Come associazione abbiamo già denunciato questa situazione l’anno scorso, intervistati dalla Gazzetta del Sud. Quest’anno vogliamo fare di più consegnando questi impietosi dati alla cittadinanza ma sopratutto alle istituzioni. Riteniamo altresì insufficiente il “decreto stop caro voli” emanato dalla Regione Sicilia ad inizio Dicembre per molteplici motivi: 1) riguarda solo coloro i quali scelgono di acquistare un biglietto aereo (che è già costoso di per sé e, soprattutto in questo periodo); 2) gli aeroporti interessati sono solo quelli di Roma e Milano, senza un criterio logico che esclude tantissimi fuori sede; 3) presenta dei requisiti per potervi accedere troppo stringenti, come il periodo di acquisto del biglietto, lasciando fuori la maggior parte degli eventuali beneficiari; 4) lascia libertà alle compagnie aree di aderire e, di fatto, le compagnie aree low cost non hanno aderito a questa iniziativa».

«La criticità riguardo l’esodo di giovani da Messina è ben nota ai più, molti dei ragazzi che vanno via portano con se il desiderio di tornare dopo gli studi o dopo aver trovato la propria realizzazione lavorativa, ma come pensiamo possano mantenere un legame con la nostra città se fin da subito diventa proibitivo anche solo tornare per trascorrere le vacanze natalizie? Quante risorse, quante competenze perdiamo anche per questo motivo? Quanto deve durare ancora questa speculazione sulla pelle di messinesi che spesso – non per scelta – sono costretti ad abbandonare la nostra città? Vedere Messina così ben “vestita” per queste festività ci riempie il cuore di gioia ma allo stesso tempo ci rattrista pensare che qualche nostro concittadino non possa ammirare con noi tanta luce o possa farlo con l’angoscia di aver speso quasi la totalità del proprio stipendio o dovendo chiedere l’ennesimo contributo alla propria famiglia.Invitiamo pertanto il comune a prendere coscienza di tale criticità e magari pensare di prevedere dei fondi di solidarietà che annualmente possano permettere ai fuori sede di passare uno dei periodi più importanti dell’anno con gli affetti più cari dimostrando attenzione e cura per tutti i cittadini Messinesi, anche quelli fisicamente lontani ma con il cuore ancora saldamente legato alla nostra città e alla nostra comunità – concludono –  Messina in progresso si impegna a mantenere alta l’attenzione sull’argomento e si rende disponibile a qualsiasi tipo di confronto con le istituzioni e con l’intera cittadinanza».

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