CAPO D’ORLANDO. Resteranno all’hotel Amato di Capo d’Orlando i diciannove migranti inviati dalla Prefettura la notte del 30 settembre. La decisione è arrivata ieri mattina, dopo il sopralluogo effettuato dal personale della stessa Prefettura di Messina, dai vigili del fuoco, dall’Asp e dall’architetto Mario Sidoti Migliore, responsabile dell’Area tecnica urbanistica comunale. I gestori della struttura alberghiera di via Consolare Antica hanno presentato una segnalazione certificata di agibilità (Scia), ottenendo una deroga fino al prossimo 31 dicembre.  A sostenere che la struttura era inagibile era stato il sindaco Franco Ingrillì, pronto a firmare un’ordinanza di sgombero, che aveva chiesto spiegazioni al Prefetto Francesca Ferrandino contestando l’arrivo dei migranti “senza preventiva comunicazione, peraltro in una struttura che, come relazionato dall’Ufficio Tecnico Comunale, non rispetta lo standard regionale di adeguamento e la vigente normativa sulla sicurezza”.

Avevamo ricevuto rassicurazioni dalla Prefettura che non sarebbero arrivati altri immigrati prima della nuova gara sugli Sprar. Nella struttura di Malvicino, operativa dal 2014, trovano posto 32 richiedenti asilo e rispettiamo pienamente la clausola di salvaguardia di ripartizione nei Comuni dove sono presenti Sprar. Non si possono mandare 19 persone in un edificio che non possiede i requisiti di abitalità senza neppure contattare l’Amministrazione. Lunedì, insieme all’Ufficio Tecnico Comunale, valuteremo la possibilità di firmare l’ordinanza di sgombero“,  aveva commentato il primo cittadino.

Due le questioni ancora aperte per il sindaco, che ieri mattina ha tenuto una conferenza stampa: “Da un lato c’è la mancata agibilità della struttura, che risale allo scorso luglio, al momento dell’aggiudicazione della gara in Prefettura. A nostro avviso, quindi, l’aggiudicazione è stata inficiata da questa mancanza e siamo pronti ad impugnare l’esito della gara. Dall’altro rimane l’atteggiamento prevaricatore della Prefettura, che ha calpestato gli accordi presi con i sindaci della Provincia. Avevamo già deliberato l’aumento del numero degli immigrati da ospitare nel nostro Sprar, portandoli da 36 a 55, ma la decisione della Prefettura ci lascia sbigottiti. Quando si parla di collaborazione tra le Istituzioni bisogna poi mettere in pratica le intenzioni, altrimenti si perde in credibilità e si incrina il rapporto di fiducia con i cittadini”.

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