MESSINA. Un altro intervento per salvare Catania dal dissesto (il primo risale al “prestito a fondo perduto” elargito dall’allora governo Berlusconi): è stata la promessa del ministro dell’interno Matteo Salvini durante la contestatissima visita in Sicilia orientale di sabato scorso, iniziata a catania, proseguita a Messina e terminata a Furci. “E un salva-Messina quando?”, chiede provocatoriamente l’associazione Capitale Messina.

“Il ministro leghista a Catania ha presenziato ad una seduta straordinaria della Giunta Pogliese, focalizzata sul tema del dissesto finanziario del comune etneo, deliberato dalla Corte dei Conti – spiega una nota dell’associazione – In quel frangente al Sindaco catanese che chiedeva un intervento straordinario del Governo, un piano “ Salva Catania “, Salvini ha risposto: «Conto di tornare con buone notizie nelle prossime settimane. Da parte del governo c’è la disponibilità di venire incontro a Catania con l’impegno però di guardare avanti, facendo tesoro degli errori fatti. Già in passato il governo di cui facevo parte aveva erogato parecchi soldi per salvare Catania dal dissesto. Posso farmi carico di un secondo tentativo».

E la disponibilità ad aiutare il Comune etneo si è già manifestata col Decreto “Milleproroghe”, che consente a Catania la possibilità di rielaborare il Piano di riequilibrio entro il 24 settembre, bloccando di fatto il default. “E questa è una buona notizia per i catanesi, commentano Gianfranco Salmeri e Paolo Bitto di Capitale Messina. Che aggiungono “Ma anche i messinesi aspettano buone notizie sul fronte finanziario. Ci piacerebbe che lo stesso sforzo che si intende fare per superare la crisi del comune catanese, si facesse anche per Messina: da troppo tempo i destini della nostra città sono appesi all’incognita del Piano di riequilibrio, che è, per l’appunto, all’esame del ministero degli Interni retto da Salvini”.

“Crediamo – concludono – che il Sindaco De Luca debba aprire un tavolo col Governo nazionale per porre il tema del salvataggio finanziario del comune di Messina, che rischia di seguire le stesse sorti di Catania. Non vorremmo che per l’ennesima volta si affermasse il principio dei “due pesi e due misure” tra le due città metropolitane della Sicilia orientale. Si faccia un piano “salva Catania “, ma anche un piano salva Messina”.

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