MESSINA. Il candidato del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni europee, Giuseppe Antoci, si presenta al Parlamento Europeo. È l’evento che è stato organizzato questa mattina dall’europarlamentare uscente dei Verdi, Ignazio Corrao, che ha fortemente voluto questo incontro per presentare il candidato e parlare del lavoro svolto in questi anni nella lotta alla mafia, sia dell’ex presidente del Parco dei Nebrodi, sia proprio di Corrao, che durante i suoi due mandati, tra le altre cose, si è battuto per dare alla lotta alla mafia una dimensione più europea, che uscisse dai confini nazionali.

Insieme a Corrao e ad Antoci, tra cui c’è stata sempre una collaborazione (negli anni hanno spesso lavorato a braccetto sul terreno della lotta alla mafia, portando proposte concrete in aula), ci saranno anche il giornalista Giuseppe Pipitone, esperto di criminalità organizzata in Italia che illustrerà il rischio di indebolimento della lotta alla mafia a livello governativo in Italia; Marcella Militello, referente dell’associazione “Basta!” e della rete “Chance” con la quale Antoci e Corrao si confronteranno su un manifesto che verrà presentato durante l’evento e che contiene una serie di punti sulla lotta alla mafia a livello europeo;  Sabrina Pignedoli, giornalista di inchiesta che ha portato in Parlamento alcuni casi importanti; e, infine, il giornalista Diego Gandolfo, ad oggi membro dello staff di Ignazio Corrao e che anni fa si è occupato di un’inchiesta sui fondi rubati all’agricoltura con un documentatio che ha mostrato al mondo cos’è la Mafia dei Pascoli vincendo il premio Morrione.

Durante l’evento, proprio al fine di mostrare come al giorno d’oggi l’attività principale della Mafia dei Nebrodi sia diventata il reperimento di fondi europei, Antoci si focalizzerà proprio sul protocollo antimafia da lui promosso e che è passato dall’essere un provvedimento locale (nelle province di Enna e Messina) a legge dello Stato italiano, presentandone i risultati. Un protocollo la cui idea è quella di poterlo applicare in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, anche alla luce di un parere che è stato dato dalla Commissione Europea a seguito di un’interrogazione di Corrao e all’interno del quale la stessa commissione lo ha definito un modello da seguire.

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