MESSINA. “Bisogna avere un caos dentro di sé, per generare una stella danzante”, e la stella di Valerio Pettinato, in arte Babele, nata da poco ma in cantiere probabilmente da sempre, splende e danza luminosa più che mai. La sua confusione creativa, il suo caos, è il totale della sua grande curiosità, delle quattro città in cui ha vissuto, delle influenze musicali assorbite nel tempo, del riuscire a conciliare la passione per suonare con il talento nel maneggiare le parole, e della sua straordinaria capacità di mettersi a nudo, guardarsi dentro nel profondo, empatizzare e parlare dellamatematica dei sentimenti mettendoli nero su bianco. Una marcia in più la guadagna anche grazie ad una sana autoironia, a quel dare il giusto peso alle cose, senza mai avere troppa fretta. La tristezza è, ai giorni nostri più che mai, un sentimento nobile e coraggioso, e lo diventa ancora di più nel momento in cui, proprio come fa lui, se ne riesce a parlare col sorriso. Tutto questo traspare nelle sue note e specialmente nei suoi occhi. E non è una roba da poco, e neanche scontata, dato che Valerio di anni ne ha appena 24, ma viaggia in avanti, restando ben saldo nel presente, e con uno sguardo indulgente sul passato. Classe 1999, nato e cresciuto a Messina, la chitarra suonata da autodidatta, quell’attitudine ed esigenza nella scrittura, le lezioni di pianoforte, la scoperta della dote del canto, e dopo aver frequentato il Liceo Classico La Farina un biglietto per Firenze, per frequentare la Facoltà di Disegno Industriale, l’Erasmus in Spagna a Barcellona, senza mai, però, perdere l’amore per la musica. Così la scelta, dopo la laurea di trasferirsi a Milano. Il 3 Settembre 2021 arriva il primo singolo pubblicato, su tutte le piattaforme musicali digitali, atteso e festeggiato con gli amici di sempre di notte in spiaggia in riva alla Stretto. Le mie parole è un vero e proprio biglietto da visita, una presentazione, un identikit ed una dichiarazione d’ intenti del progetto Babele che abbraccia il pop di qualità, con sfumature esterofile ed indie, senza precludersi sperimentazioni che toccano l’elettronica. A seguire il 23 Febbraio 2023 esce “Petrolio” e dal 28 Aprile 2023 sarà fuori il nuovo e terzo singolo ufficiale “Vivavoce”. Il mondo di Babele e la sua musica arrivano forte e chiaro, ed attualmente tra le varie cose in cantiere, dopo aver aperto il live di Emma Nolde sul palco del Retronouveau di Messina, conquistando il pubblico presente, è in gara tra i 12 finalisti, scelti tra gli oltre mille iscritti, del Contest del 1MNEXT, la cui finale si svolgerà a Roma il 24 Aprile 2023 ed i tre vincitori, votati dalla Giuria di Qualità, si esibiranno sul palco dell’iconico Concertone romano del Primo Maggio di Piazza San Giovanni in Laterano. Il vincitore assoluto del Contest, infine, verrà proclamato proprio durante il Concertone.

Com è iniziato tutto?

La musica c’ è sempre stata, innanzitutto come passione, nel modo in cui mi è stata trasmessa, penso un po’ come per tutte le persone che fanno questo di lavoro o almeno ci provano. E’ iniziata con mio padre che si annoiava a leggere favole e quindi la sera, quando andavo a letto, mi suonava la chitarra. C’ è, infatti, una canzone che è Vincent di Don McLean, che per me è la canzone della buonanotte in assoluto, e che mi faceva fare sogni sereni da bambino. Direi che la scintilla è stata questa. Avevo già la chitarra in casa ed ho iniziato a suonarla da autodidatta, a questo ho unitole lezioni private di pianoforte, durate circa 11-12 anni, ed iniziate a 6 anni. La mia insegnate di piano è, indubbiamente, una delle figure che inserisco di diritto nel palmares delle persone per me importanti nella musica. Lei mi ha dato la spinta per seguire la mia passione, e tra l’altro è stata lei per prima ha suggerire di esplorare la possibilità del canto. Ho sempre scritto sin da piccolo, mi divertiva molto la prosa. Quando ho scoperto che scrittura e musica si potevano unire mi si è aperto un mondo. Durante il mio anno a Firenze ho iniziato a scrivere canzoni per una band,scrivevo in inglese ma mi è servito tanto e mi ha fatto da trampolino verso i testi in italiano.

C’ è stato un imprinting che ti ha fatto capire che la musica era la strada che volevi provare ad abbracciare nella vita?

La prima esperienza forte è stata a 18 anni, ho provato a fare un talent superando un po’ di step e così mi sono ritrovato a contatto con una realtà grande, che mi ha aiutato a capire che ci volevo davvero provare. Il primo brano che ho pubblicato, l’ho scritto non molto tempo dopo aver toccato con mano quanto mi piacesse vivere la musica in quel modo, che è un modo molto coinvolgente. Quel palcoscenico mi aveva dato un termometro per capire quanto fosse emozionante ed impattante quel genere di contatto, non solo con la musica, ma anche con il pubblico. Da lì mi sono trasferito a Milano, dopo la laurea, perché ho capito che volevo dedicarmi alla musica al 100%, ed ho scelto Milano perché mi è sembrato il contesto giusto per il tipo musica che voglio fare e per quello che offre come città, ed una volta là ho anche frequentato un corso di un anno, molto bello, di Songwriting.

Il primo obiettivo che ti sei prefisso?

Laurearmi ed investire tutte le energie nella pubblicazione di un qualcosa che potesse presentarmi al pubblico ed al settore in generale, quindi ho messo da parte i risparmi che ho guadagnato lavorando come Design d’ interni, ed ho prodotto il mio primo pezzo ufficiale, appunto “Le mie parole”, con dei produttoritoscani, e poi con un team di Bologna, invece, ho realizzato il videoclip. Tutto questo mi ha permesso di entrare nel panorama della musica italiana sentendomi con la coscienza a posto, perché sapevo di essermi guadagnato tutto per bene, mettendoci tutto il mio impegno ed amore, passo dopo passo.

Valerio com’ è diventato Babele, dall’ ebraico “balal” ovvero confusione?

La parola Babele mi è capitata sotto gli occhi, per caso, ed è spiccata subito tra le altre del testo che stavo leggendo, anche perché i miei amici mi chiamano da sempre Baba. E quando me la son trovata davanti ho detto “ma questa cosa è incredibilmente me”, a quel punto mi sono incuriosito, sono andato a studiare un po’ la questione ed ho pensato che mi ci sentivo tremendamente rappresentato in questo bel concetto di confusione positiva. Del resto l’intenzione di trovare un nome d’ arte ce l avevo. E devo dire che mi piace l’idea di essere Babele, e non usare il mio nome e cognome, è confortante perché mi dà la possibilità di essere più versioni di me, anche perché forse Valerio e Babele sono due persone diverse, che parlano due lingue diverse ma poi si incontrano con la musica.

Di cosa parla e come suona la tua musica?

La confusione di Babele è anche questa, appunto, sono le mille lingue che mi vengono parlate attorno e che cerco di ascoltare, e se è possibile di imparare, per parlarle anch’ io. Le influenze dei mostri sacri della musica sono importanti, direi che Lucio Dalla per me è un punto di riferimento enorme per quanto riguarda il cantautorato italiano. Florence the Machine, gli ascolti adolescenziali, il pop internazionale fino ad arrivare all’ indie pop, in Italia ad esempio sono molto affezionato a Levante e Diodato.Sono sempre stato molto aperto all’ ascolto del pop, che è proprio il genere che ho scelto per la mia strada ed in cui non mi precludo sperimentazioni. Sto esplorando molto anche a livello di scrittura, sto un po’ capendo di cosa mi piace parlare, cosa mi sento di voler raccontare alle persone che mi ascoltano, però in generale mi piace essere coerente con il mio percorso e per questo sto facendo un sacco di lavoro a livello di esplorazione interiore. Tutto ciò mi rimanda anche alla ricerca di suoni molto materici. E questo accade, per esempio, nel nuovo singolo “Vivavoce” che uscirà il 28 Aprile, si apre con il suono di un fiammifero che si accende. Ilpezzo parla di sdoppiamento di personalità, di sentirsi ossessionati dalla ricerca della verità e di contrastarsi mille volte. Accendere un fiammifero mi dà la concreta possibilità di guardarmi attorno. “Petrolio”, invece, è stata scritta dopo una chiacchierata con un’amica, che più che è un amica è un pezzo di cuore, ho sentito la necessità di scrivere per lei delle cose che lei non riusciva a dire, dato che era impastata in una relazione tossica.

Sei tra gli artisti selezionati per il Contest 1MNEXT che si contenderanno il palco del Concertone del Primo Maggio, come la stai vivendo?

Sono veramente entusiasta di essere stato selezionato, non me l’aspettavo. Il 24 Aprile a Roma si terrà l’ultimo step, tra i 12 selezionati ne sceglieranno 3 che si aggiudicheranno la possibilità di esibirsi sul palco del Concertone…ed incrociamo le dita. Ilcontesto del Primo Maggio mi emoziona, e mi ha sempre emozionato, tantissimo per il suo significato in Italia, per il suo valore culturale e storio. Sono molto curioso.

Che canzone ti senti?

“Che vita meravigliosa” di Diodato, canzone bellissima, ed effettivamente, in questo momento, sono molto grato a quello che mi succede e mi sento tra il grato e l’incredulo, quella curva lì, ma sono molto contento e resto molto concentrato.

La scena artistica Messinese è in grande fermento ultimamente, cosa consiglieresti a chi come te sente di voler abbracciare la musica come scelta di vita?

Per me quello che sta funzionando è restare molto in contatto con la mia esigenza, guadagnandomi tutto passo dopo passo, è bello avere idea del proprio percorso e viverselo in pieno. Forse è proprio questo poi a fare la differenza. Restare concentrati sulla preparazione e sulle proprie esigenze, senza tradirle, questo ti dà la possibilità di distaccarti e definirti.

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