MESSINA. Quarantasei milioni di euro per riasfaltare tutta la tratta messinese delle due autostrade A18 e A20, in tutto 120 km sia in direzione Catania (fino a Giardini) che in direzione Palermo (fino a Furiano), e trenta km di barriere che costeranno 30 milioni di euro, entrambi da finanziare coi 120 milioni di euro del Patto per il sud. Quindi 16 milioni di euro per riuscire finalmente a venire a capo della frana di Letojanni: che in tutto costa venti milioni, perchè quattro li metterà a disposizione la Protezione civile regionale. E poi c’è sempre il viadotto Ritiro, oggi con uno stato di avanzamento del 25%, in clamoroso ritardo, che costerà un’ottantina di milioni di euro.

E’ così che, a gennaio, il Cas, il consorzio autostrade siciliane, metterà mano alle disastrate autostrade messinesi, nel tentativo di renderle decenti. La notizia l’ha data Marco Falcone, assessore regionale alle Infrastrutture, ieri a Palazzo dei Leoni per un incontro coi sindaci della provincia proprio sul tema autostrade.

Dal quale è emerso che a gennaio, tre anni e tre mesi dopo aver invaso una intera carreggiata, sulla frana di Letojanni si inizierà ad intervenire, mandando a gara il progetto: che negli anni è lievitato, passando attraverso cambiamenti normativi e arrivando a 20 milioni dagli iniziali 11, passando per 17.

“Eravamo convinti di mandarlo a gara a settembre, ma la procedura del codice degli appalti prevede tempi lunghi” ha spiegato Falcone. Un problema che sembra essere una caratteristica degli appalti del Cas:  “L’attraversamento”, cioè la fase che va dalla progettazione all’inizio lavori, dura tre o quattro anni, ha spiegato costernato l’assessore regionale.

E se quelli della pavimentazione e delle barriere, sono problemi relativamente facili da risolvere, il vero grattacapo, ha spiegato, sono le gallerie: secondo una disposizione del 2006 che recepisce direttive europee, tutte quelle oltre i 500 metri di lunghezza devono essere messe in sicurezza sismica, o in caso di incidenti, e di impiantistica antincendio. Di 190 gallerie, quindi una quarantina vanno messe in sicurezza. “Alla fine del 2018 avremo 16 progetti, entro l’aprile 2019 ne avremo 23 su 40“: solo progettazione, si affretta a precisare, per evitare facili entusiasmi.

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