Condannato a cinque mesi, pena sospesa, Antonio Ruggeri, l’ex amministratore delegato dell’Ato 3 accusato di omissione d’atti d’ufficio e abuso d’ufficio. Al centro del processo l’avanzamento in carriera di una dipendente che dal quarto livello, passata all’ottavo ed il mancato accesso agli atti chiesto da due consiglieri comunali. La sentenza è stata pronunciata dalla Seconda sezione penale del tribunale ( presidente Mario Samperi, giudici Fabio Pagana e Claudia Misale). Il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione pe un capo d’imputazione e la condanna a un anno ed otto mesi per l’altro. Il tribunale lo ha invece condannato a cinque mesi. Ruggeri è stato difeso dagli avvocati  Candeloro Olivo e Teresa Aliberti mentre la parte civile è stata rappresentata dagli avvocati Valter Militi, Alfonso Polto, e Giuseppa Abate

L’accusa gli contestava di non aver consentito l’accesso agli atti relativi alla gestione ed al personale della società ai consiglieri comunali Nello Pergolizzi e Giuseppe Melazzo che ne avevano presentato richiesta tra giugno 2009 e luglio 2011. L’altra vicenda – per la quale era accusato in qualità di amministratore delegato e poi di presidente del Cda dell’Ato 3 –  è quella della progressione in carriera di una dipendente di quarto livello, alla quale, senza nessun concorso interno, dapprima avrebbe assegnato mansioni superiori e successivamente le avrebbe riconosciuto l’inquadramento nell’ottavo livello del contratto di categoria attribuendole, infine, la qualifica di dirigente dell’area amministrativa.

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