MESSINA. Dopo le polemiche di ieri da parte dei sindacati, del gruppo consiliare del Partito Democratico e della senatrice Dafne Musolino, in merito ad una serie di circostanze riguardanti alcune presunte disparità di trattamento nei confronti di alcuni dipendenti di Atm, su cui sono stati chiesti chiarimenti (qui l’articolo), arriva la risposta dell’Azienda Trasporti di Messina, negando quando insinuato e portando il focus dell’argomento sulle «gravi manchevolezze di alcuni dipendenti che con i loro errori macroscopici e le gravi negligenze mettono a repentaglio l’efficienza e la sicurezza del servizio, provando a screditare e mettere in cattiva luce un’azienda di trasporto pubblico che dimostra con i fatti e con i numeri di essere tra le prime d’Italia».
La nota di Atm comincia mettendo ini evidenza i numeri positivi dell’Azienda, per poi tornare sulle dichiarazioni dei sindacati: «Invero, sembra quasi che le riflessioni dei sindacati siano frutto del desiderio di un ritorno al passato. I sindacati, nel censurare il funzionamento attuale dell’azienda sembrano esprimere questi pensieri: Che peccato non governarla ancora! Com’erano belli i tempi degli stipendi non pagati di ATM azienda speciale! Com’erano belli gli autobus vuoti di ATM azienzda speciale! Com’erano belli i tempi in cui non si sapeva quando passavano gli Autobus di ATM azienda speciale!»
«Ed invece ora i sindacati sembrano riflettere e dolersi che adesso abbiamo gli stipendi pagati, un’azienda che funziona, un’azienda della quale i lavoratori possono rivendicare con orgoglio l’appartenenza, un’azienda in cui gli autobus sono pieni ed addirittura si sa quando passano – prosegue il management di Atm spa – un’azienda che ha assunto giovani di qualità che altrimenti avrebbero lasciato la nostra splendida Città, ma ciò per i sindacati è un’indecenza. Si aggiunge che per tali sindacati certamente Di Vittorio è uno sconosciuto e la tutela dei lavoratori un mistero orfico».
«Invero, è chiaro che determinati risultati non si ottengono senza il duro lavoro quotidiano da parte di tutti e con tanti sacrifici. E non sarà certo il tentativo di sporcare i risultati sotto gli occhi della città da parte di chi non vuole invece fare il proprio lavoro secondo legge e CCNL che farà cambiare il modo di governare questa Azienda – continua la nota – Certo, a pochissimi lavoratori non piace che gli si faccia notare che a causa di un errore, di una trascuranza di una sciatta inefficienza, si metta a rischio la stessa sicurezza dei trasporti, ma se la colpa di un responsabile dell’Azienda è quella di stigmatizzare con incessante impegno e con tono (giustamente) forte e deciso, un macroscopico errore ed una mancata azione capace di arrecare gravissimi danni al pubblico ed ai cittadini, allora l’Azienda non può che scegliere di stare dalla parte degli interessi generali e non già dalla parte di chi prova a difendere l’indifendibile».
«In particolare, è giusto che i cittadini e le Autorità cui i sindacati hanno inviato la recente nota con allegati “screenshot” di una chat aziendale (la cui divulgazione verrà analizzata per eventuali rilievi in altra sede) abbiano compiuta conoscenza, piuttosto che distorta “realtà”, dell’antefatto che ha scatenato questa inusitata reazione – proseguono – Con Ordinanza n° 697 del 22/05/2025 è stato istituito il divieto di transito agli autobus ed ai veicoli di massa a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate, nel tratto di via Nazionale, località S. Margherita, compreso tra le due strade di collegamento con la S. S. 114, site in corrispondenza del plesso scolastico della scuola Materna S. Margherita (lato nord) e del n. c. 159-274 (lato sud), come meglio individuato nell’allegato elaborato grafico, prevedendo la deviazione dei suddetti veicoli lungo la S.S. 114».
«E’ accaduto, invece, che gli addetti all’esercizio i n data 23.5.2025 nel turno (22/4.30), nonostante fossero a conoscenza delle disposizioni viarie, non abbiano disposto le necessarie prescrizioni di marcia ai bus in servizio, con l’evidente rischio che se non vi fosse stata sul posto una pattuglia della Polizia Municipale, un bus avrebbe fatto ingresso in un’area interessata a dei lavori con evidente rischio alla sicurezza dei trasporti – raccontano – Ancora, nonostante l’accaduto, a distanza di qualche settimana, la superficialità nell’operato si ripresenta in occasione della Ordinanza di chiusura strade, sempre disposta dal Dipartimento Viabilità del Comune di Messina, al fine di regolamentare la movimentazione del Carro Trionfale di Sant’Antonio, processione tenutasi nella giornata del 15/06/2025. Anche in questa occasione, il primo turno di servizio non aveva provveduto a predisporre le prescrizioni verso i conducenti e solo grazie all’intervento del responsabile che dovrebbe essere punito e rimosso dall’Azienda, si è evitato il rischio di far passare gli autobus nel percorso della processione».
«Ed ecco che, da parte dei sindacati e di chi, a stretto giro, interviene prontamente per strumentalizzare politicamente l’accaduto, viene utilmente stigmatizzato il tenore del tono vibrante della comunicazione del responsabile nella chat, ma nulla viene detto in ordine ai gravissimi disservizi causati da dipendenti evidentemente negligenti – aggiungono – L’Azienda, quindi, dovrebbe punire il proprio collaboratore (sollevarlo dall’incarico addirittura) solo perché, compiendo il proprio dovere, richiede ai dipendenti l’osservanza dalle norme di legge e regolamentari. Paradossalmente, cioè, perché chiede semplicemente ai dipendenti di espletare regolarmente e con diligenza il proprio lavoro. Ebbene: non ci stiamo, non ci sta la Città, non ci stanno i messinesi».
«Anche il lessico utilizzato (che non è mai affatto ingenuo e volutamente suggestivo) merita di essere messo in rilievo. Le sigle sindacali utilizzano impropriamente espressioni ed aggettivi gravi, diffamatori ed anche al limite della calunnia. Scrivere sempre, a sproposito peraltro, di “autoritarismo”, di “annunci di azioni ritorsive con particolare riferimento agli autisti apprendisti”, di “cambi di zona punitivi”, di “concessione ferie e gestione turni a simpatia” che “penalizzano coloro che osano opporsi alle costanti pressioni gratuite ai limiti del lecito“, di “continue minacce di provvedimenti disciplinari che mensilmente si concretizzano con motivazioni pretestuose”, di “atteggiamento arrogante nei confronti dei lavoratori con urla, intimidazioni e offese, anche scritte, che certamente non fanno onore al delicato ruolo assegnato al Trimarchi”, non soltanto descrive una situazione palesemente irrealistica ma costituisce anche un fatto grave che esula dalla stessa rappresentanza sindacale, ne travalica i confini per sfociare in evidenti conflitti che sono chiaramente rilevanti anche in sede penale – asseriscono – L’Azienda, che assicura quotidianamente e con la massima attenzione che i propri lavoratori effettuino la loro prestazione lavorativa in piena sicurezza, non può sorvolare (con fare che si pretenderebbe invece compiacente) di fronte a fatti e colpevoli comportamenti che, viceversa, mettono a rischio la sicurezza dei cittadini/utenti e l’efficienza del servizio reso alla città».
«Le sigle sindacali che nel triste passato della gestione di ATM Azienda Speciale sono state protagoniste attive del disastro, si rassegnino quindi al fatto che non si può, e non si vuole, tornare indietro. Non si può tornare indietro cioè a quelle malsane logiche di cogestione aziendale a loro tanto cara, non si può tornare indietro a comportamenti che preferirebbero utilmente l’inefficienza piuttosto che il rispetto dei doveri del contratto di lavoro. Non si può tornare indietro, insomma, per perpetrare un altro disastro economico finanziario e una gestione del servizio, a voler usare un eufemismo, inefficiente – conclude Atm spa – La Città non lo vuole, i messinesi non lo vogliono e non lo vogliono soprattutto la quasi totalità dei dipendenti di ATM SpA che oggi, diversamente da quanto un “certo sindacato” vorrebbe far apparire, sono fieri di appartenere ad una Azienda sana che, a differenza che nel passato tanto caro alle nostalgiche sigle sindacali, paga mensilmente gli stipendi, consente ai propri dipendenti di poter stipulare un mutuo o un finanziamento e, principalmente, valorizza appieno le proprie risorse umane».
concordo su tutta la ….. linea.
Il sindacato è comprensibile , lo sciacallaggio politico disdicevole.