MESSINA. Dall’Area dello Stretto, benchè gliene dia il nome, Messina sembra essere stata messa ai margini. Lo ha sottolineato, con un documento molto duro, Capitale Messina: la governance è a totale “trazione calabrese”.

La Conferenza interregionale permanente per l’Area dello Stretto è istituita con la legge 12 del 27 aprile 2015 della Regione Calabria, ha sede a Reggio Calabria ed è presieduta dal presidente della regione Calabria o da un suo delegato, attualmente il consigliere del consiglio regionale della Calabria Domenico Battaglia. Nel dicembre  2016 l’ufficio di Presidenza della Conferenza, riunitosi in Calabria e costituito dal Presidente il calabrese Domenico Battaglia, dal vicepresidente Giuseppe Neri, consigliere regionale della Calabria, dal segretario, il calabrese Maurizio Priolo, e dall’unico siciliano il presidente dell’ARS Giovanni Ardizzone, ha deliberato la costituzione del comitato tecnico della conferenza interregionale dell’Area dello Stretto.

Alle considerazioni di Capitale Messina si affiancano quelle, pressochè analoghe, dell’amministrazione comunale, che trova ulteriori considerazioni sulla marginalizzazione di Messina: “Il comitato tecnico, che dovrebbe elaborare analisi e valutazioni per la Conferenza Interregionale per la programmazione dell’area dello Stretto, trova origine nella normativa regionale siciliana sulle Città Metropolitane, che ne ha espressamente previsto la definizione. La sua istituzione – si legge in un comunicato del Comune – ha senso nell’ottica della conurbazione metropolitana, che ha ovviamente due principali (se non unici legittimi) attori: le Città Metropolitane e i Comuni Capoluogo di Messina e Reggio Calabria. È fuori luogo, è politicamente impensabile ed è, sotto il profilo istituzionale, un errore grave, il solo ipotizzare che questo organismo sussista senza coinvolgere in maniera protagonistica le Città Metropolitane e i Comuni Capoluogo”.

Nella querelle si è inserito il consigliere comunale di Felice per Messina Giuseppe Santalco, che contestava la composizione politica del comitato: “Il Centro destra in tutte le sue componenti non è assolutamente presente ed il PD reggino la fa da padrone, e la politica, gli imprenditori e la società civile messinese è completamente assente”. Al consigliere comunale ha risposto laconicamente uno dei componenti del comitato tecnico, Giuseppe Fera: “Forse è il caso di ricordare che esiste una bella differenza fra organismo politico ed organismo tecnico. Davvero Santalco vuole sottoporre a lottizzazione la formazione di un organismo tecnico scientifico?”.

Che l’argomento sia però un nervo scoperto, capace di compattare attorno ad un unico tema componenti politiche antitetiche tra loro,lo testimonia il “carico” del Comune: “A Fera, che rivendica la tecnicità del comitato, sfugge che questo è di nomina politica e che tale nomina ha avuto luogo entro un percorso istituzionalmente monco, mutilato. Il problema non è tanto chi componga il comitato, ma principalmente chi ha indicato e nominato il comitato; ossia: con quale mandato e a beneficio di chi opera il comitato. Per azioni che abbiano una reale finalità istituzionale occorre che le istituzioni interessate siano pienamente coinvolte. È un fatto di cultura istituzionale e costituzionale. La riforma del Titolo V della Costituzione (l’unica ratificata dal voto popolare) ha introdotto il principio di sussidiarietà come ispirativo dell’attribuzione dei poteri alle autonomie locali, e l’istituzione delle Città Metropolitane ha introdotto principi inediti di autogoverno delle comunità locali; questi non possono essere contraddetti da un’attuazione bizzarra della prevista “Conferenza”, dove l’aggettivo “Interregionale” deve essere inteso (per coerenza con l’ordinamento costituzionale e normativo) in senso territoriale (ossia: che riguarda più di una regione) e non istituzionale (ossia: che possa essere gestito da organi Regionali, saltando le Città Metropolitane e i Comuni Capoluogo)”.

Tutto questo, perchè sul tavolo ci sono soldi. Parecchi: a valere sui fondi dell’Agenda Urbana, Messina e Reggio Calabria hanno cofinanziato progetti investendo 26 milioni (13 a città per il rinnovo della mobilità tra le due sponde). “Perché l’Area Metropolitana dello Stretto si costruisce coi fatti e con gli investimenti – conclude il comunicato dell’amministrazione messinese – Commissioni o comitati che pretendano di agire senza il vaglio e l’indirizzo delle Città Metropolitane e dei Comuni Capoluogo sono destinati a produrre documenti di indirizzo, magari di pregio, ma sganciati da conducenti e finalizzati percorsi istituzionali”.

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