MESSINA. «Le recentissime nomine nei CdA delle società partecipate Atm e Amam, nei quali il Sindaco De Luca non ha previsto l’inserimento di figure femminili, viola quanto prevede l’articolo 11, comma 4, del decreto legislativo n. 175 del 2016. “Nella scelta degli amministratori delle società a controllo pubblico, le amministrazioni assicurano il rispetto del principio di equilibrio di genere, almeno nella misura di un terzo, da computare sul numero complessivo delle designazioni o nomine effettuate in corso d’anno”». A dirlo, in una nota, è la consigliera comunale Antonella Russo, che commenta i nuovi vertici delle municipalizzate.

«Detto articolo, previsto dalla Legge Madia – scrive l’esponente del Pd – estende l’efficacia del principio della parità di genere anche con riferimento agli amministratori unici, non considerati dal D.P.R. n. 251 del 2012, che aveva disciplinato la materia. Assistiamo invece, con la scelta del Sindaco De Luca di nominare 3 componenti uomini del CdA, non solo al mancato rispetto della parità di genere, ma anche ad una totale inversione di tendenza in relazione alla previsione della Legge Madia di individuare solo la figura dell’amministratore unico, e non più le figure plurime di un CdA e ciò risulta in palese contrasto, oltre che con la norma, anche con la volontà ampiamente manifestata in campagna elettorale di ridurre i costi della P.A.

Tale scelta poco “illuminata” del Sindaco De Luca pone peraltro il Comune di Messina sotto i riflettori del controllo sia del Dipartimento del Tesoro sia di quello per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che possono sanzionare gli Enti pubblici che non rispettano il principio della parità di genere. De Luca era partito bene con la nomina di 3 assessori donna, si è perso per strada con la scelta dei vertici delle Partecipate…

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