MESSINA. Tredici famiglie presto lasceranno le baracche dell‘ex Lavatoio sul viale Giostra, per andare negli alloggi di via Principessa Mafalda, scalinata Ringo ed ex hotel Riviera, acquistati e rimodernati con i fondi per il risanamento, dopo che per anni sono rimasti inutilizzati. Domenica, con Scurria e la sua squadra, la deputata Matilde Siracusano, il sindaco Federico Basile, il presidente di Arisme (l’agenzia comunale per il risanamento) Vincenzo La Cava, c’erano nove delle 13 famiglie, a visionare gli appartamenti. Ed è scoppiata la polemica.
Essenzialmente per la posizione degli immobili, “vista mare”, quindi più in generale col meccanismo del risanamento, che garantisce un’abitazione a chi ha vissuto una vita in baracca, e ha fatto parte per anni delle graduatorie di assegnazione degli alloggi. Marcello Scurria ha risposto alle polemiche con un post sul suo profilo Facebook, prima citando la costituzione (“Sull’uguaglianza sostanziale, la nostra Costituzione è chiarissima.”E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini…..”, ha scritto), e poi elencando alcuni dei più comuni… luoghi comuni quando si parla di alloggi da assegnare e del meccanismo di risanamento: “hanno un’auto di grossa cilindrata, hanno la parabola, hanno il vizio del fumo, hanno l’aria condizionata, approfittano, aspettano una vita in baracca per avere una casa, perché non si cercano un lavoro, io per acquistare la casa pago un mutuo”, ha riportato Scurria nel suo post.
Nello specifico, gli appartamenti in questione, che fanno parte del compendio dell’ex albergo Riviera, di recente acquistato dall’Università per farci alloggi per gli studenti, erano stati acquistati oltre trent’anni dalla ex Provincia, e da allora rimasti inutilizzati. Nel 2021 sono stati acquistati da Arisme con un finanziamento regionale da poco meno di 700mila euro, e ristrutturati coi fondi governativi per l’emergenza sbaraccamento.
