MESSINA. «Il Ministero dell’Interno si ostina a chiamare “Centro di primo soccorso ed accoglienza” la nuova struttura sorta a Messina, nonostante l’agenzia europea per i Diritti fondamentali lo chiami correttamente “hotspot di recente costruzione”. Ed è del tutto superfluo, visto il calo degli sbarchi nei porti siciliani, soprattutto in quello di Messina. Oltre al fatto che potrebbe ulteriormente minare un equilibrio di sicurezza territoriale già precario presente nella zona di Bisconte, così altamente popolata» È il pensiero del candidato all’assemblea regionale siciliana Ferdinando Croce, per la lista “Sarà Bellissim”a, affiancato in questi ultimi scampoli di campagna elettorale da Gianni Alemanno, ex ministro con Alleanza Nazionale e sindaco di Roma, arrivato in città per una visita all’hotspot di Bisconte.
Alemanno snocciola cifre: 63.403 richiedenti asilo arrivati in Sicilia nel 2017, che non hanno ancora completato le procedure per l’ottenimento dello status di rifugiato, 122.962 migranti arrivati in Italia nel 2016, oltre 73mila “senza nessun diritto”, poi gli arrivi irregolari arrivati grazie agli “sbarchi fantasma”. Una situazione che secondo l’ex ministro richiede soluzioni radicali. «Chiusura immediata del Cara di Mineo per l’impossibilità di gestire efficacemente un centro così grande, spostamento dei centri di accoglienza fuori dai centri abitati possibilmente vicino ai centri di sbarco, snellimento delle procedure e della burocrazia per l’ottenimento di un esito dalle Commissioni territoriali, rimpatrio immediato per i migranti ospitati nei centri trovati a delinquere e a quelli ai quali è stata rifiutata la domanda di protezione internazionale».