MESSINA. Aeroporto del Mediterraneo. Si chiamerebbe così la nuova e moderna aerostazione intercontinentale che la Sciara Holding Ltd, con sede a Londra, vorrebbe far sorgere nella valle del Mela. Con risorse proprie e private, la società rappresentata dal Ceo Fabo Bertolotti si è appoggiata alla Sistemi srl (Società d’ingegneria di Lino Maio, messinese che ha già progettato numerose e importanti opere pubbliche in tutta Italia) per la redazione dei vari elaborati, manifestandosi pronta a mettere sul piatto 800 milioni di euro, senza pesare sulle tasche di alcun ente pubblico, e avviando un project financing per dare vita a una pista di atterraggio lunga 3 km, a un eliporto e a un… dirigibile.

«Non siamo qua per chiedere fondi, ma intendiamo costruire l’aeroporto con soldi interamente privati, il che dimostra la nostra buona in questo progetto», ha commentato Roberto Di Pietro in apertura, Coordinatore Generale del Project Finance dell’aeroporto del Mediterraneo (nonché promotore dell’iniziativa), che ha fatto un excursus sulla situazione geografica di Messina e i tre aeroporti in zona (Lamezia, Reggio Calabria e Catania), evidenziando che quello di Messina sarebbe il primo aeroporto intercontinental del Sud Italia. Gli altri tre in Italia, infatti, sono Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Venezia. «Questo aeroporto collegherebbe Messina con gli altri continenti, con il mondo, e questo vuol dire che questo progetto non si ferma qui, e per questo c’è molta attenzione dell’ENAC», ha sottolineato, evidenziando che questa aerostazione, oltre che ad occuparsi di traffico passeggeri, tratterebbe soprattutto il traffico mercantile: «Al giorno d’oggi le merci viaggiano prevalentemente con le navi, e passano dalla Sicilia senza mai fermarsi. Noi vogliamo creare uno scalo merci che può portare sviluppo al nostro territorio. I dati dicono che tutte le province che hanno un aeroporto crescono e l’idea è fare di Messina un porto franco: uno scalo merci sgravato dai costi che porta ad un abbassamento dei prezzi. Fra ZES, aeroporto e porto franco, questo progetto può veramente rappresentare un volano per l’economia».

L’aeroporto del Mela, infatti, era stato bocciato dall’ENAC più volte per la troppa vicinanza agli altri aeroporti. Perché, quindi, stavolta l’Ente nazionale per l’aviazione civile ha dato il suo benestare? Perché non sarebbe un semplice aeroporto ma, come spiegato dall’avvocato Di Pietro, sarebbe intercontinentale e tratterebbe sopratutto traffico mercantile.

«Il progetto che voglio raccontare oggi non è un banale sogno, ma una realtà. Abbiamo già mandato a tutti gli enti preposti tutte le documentazioni. Una volta l’unico scoglio era l’ENAC, ma adesso lo stesso ente ha risposto che l’unico ostacolo è la politica», ha continuato Fabio Bertolotti, Ceo della Business Unit, che da subito ha voluto chiarire la distanza tra il Ponte sullo Stretto e l’aeroporto del Mediterraneo: «Non è una struttura compensativa al Ponte. Non sono progetti simbiotici. Potrebbero diventarlo, ma il nostro progetto non è legato in alcun modo a questa infrastruttura, anche se possiamo aiutare e possiamo risolvere alcuni problemi, come quelli legati alla viabilità». Successivamente, ha illustrato la situazione sul turismo a Messina, cogliendo nel segno: «I numeri dicono che la gente a Messina arriva, ma scappa. Bisogna farli restare». Inoltre, secondo la proposta illustrata da Fabio Bertolotti, sarebbe prevista una “metropolitana del cielo” con un dirigibile, creando delle piste di atterraggio anche ad Enna e Agrigento. Ma la Metropolitana del cielo arriverebbe anche al Nord Italia, coprendo il problema del lungo raggio. Infine, la visione nel lungo periodo: «Grazie alla raffineria di Milazzo, Messina potrebbe diventare la nuova Rotterdam, sfruttando la risorsa del carburante e abbattendo i costi, anche creando economia con il resto del mondo». Particolare attenzione è stata data anche alla creazione di posti di lavoro, che oscillano tra i 5.000 e 10.000 direttamente connessi all’aeroporto, e un minimo di 40.000/80.000 legati all’indotto.

Come si dovrebbe fare, in concreto, economicamente? L’idea è quella del Project Financing, che prevede il coinvolgimento di soggetti privati nella realizzazione, nella gestione e soprattutto nell’accollo dei costi. Questo viene utilizzato per le opere pubbliche o di pubblica utilità e, la sua caratteristica principale è che il ristoro del finanziamento è garantito dalle entrate economiche future del progetto. In questo momento la società Sciara Holding Ltd (fondata a gennaio 2021) vanta un capitale di 500 milioni di euro, che verranno incrementati di altri 300 milioni quando verrà istituito il consorzio in Italia. Il progetto, ha spiegato Bertolotti, verrà comunque illustrato più nel dettaglio dopo le elezioni provinciali previste nel 2025.

L’idea di un aeroporto in provincia di Messina, di cui si parla da anni, è così tornato in auge (con delle variazioni importanti rispetto ai progetti illustrati e bocciati dall’ENAC nel corso degli anni) dopo che ad aprile scorso la società londinese aveva espresso la volontà e l’interesse di costruire l’aeroporto nella Piana di Milazzo. L’ultima volta che si era parlato dell’aeroporto del Mela, infatti, è stato quando il manager indiano Mahesh Panchavaktra nel 2017 venne in Sicilia per incontrare il presidente della Regione (ai tempi Rosario Crocetta) e confermare la disponibilità ad investire un miliardo di euro in cinque anni, prima che l’ENAC bloccasse tutto. Oggi, la Commissione Ponte del Consiglio comunale di Messina si è riunita per dare la possibilità di illustrare il progetto anche a Messina, invitando e ascoltando diversi ospiti: oltre a Roberto Di Pietro e Fabio Bertolotti, anche Lino Maio, Team Manager per la progettazione dell’aeroporto, e Piero Benvenuto (in collegamento), componente della Business Unit, esperto aeronautico e in presentazione istanze di certificazioni aeroportuali, amministratore delegato della compagnia aerea del gruppo e consulente per l’aeroporto di Bolzano (ha certificato l’aeroporto di Forlì, Tortorì -Sardegna).

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