di Pio Magazzù

MESSINA. È sopravvissuta a Blockbuster e al suo declino, ha visto la nascita dei “torrent” e dei siti sui quali scaricare più o meno legalmente film, ha assistito all’assalto delle serie tv, ha resistito come i giapponesi nella giungla indocinese fino a tutto il secondo decennio del duemila, fino a diventare una delle ultime, se non addirittura l’ultima videoteca in Italia, ma dal 31 dicembre, a quasi trent’anni dall’apertura, Video Ciak, ultima superstite a Messina, chiuderà i battenti. E con essa un mondo, e un modo di portarsi a casa la settima arte.

«Sono un ragazzo di 40 anni, con una grandissima passione per il cinema, che ha fatto della sua passione il suo lavoro e che fa questo mestiere da più 15 anni, prima da commesso e negli ultimi 10 da proprietario», racconta Alessandro, che ha rilevato l’attività per potersi “gestire da solo, senza avere altro padrone al di fuori del cliente”. Video Ciak nasce nel 1990, quando ancora i VHS erano l’unico modo per vedere un film uscito al cinema senza aspettare anni e anni prima di rivederlo in tv. Da allora sono trascorse quasi tre decadi, fra alti e bassi.

Se i ’90 sono anni felici per Video Ciak, con un vero e proprio “boom”, gli anni 2000 sono quelli della “convivenza”: prima con il colosso Blockbuster e poi con la diffusione dei programmi di download illegale come Emule e Torrent. Alessandro racconta di come la convivenza non fu difficilissima, soprattutto perché i clienti “non apprezzando i costi elevanti e la rigidità di Blockbuster preferivano affittare da noi” e come la difficoltà di utilizzare i programmi di download illegale faceva propendere per l’affitto dei film.

«Nel 2012 – racconta – ricordo che tra venerdì e sabato, in generale nel week end, si facevano più di 200 affitti. La ragazza che assunsi come commessa in quel periodo era molto sorpresa, non pensava di potessero esserci ancora così tante persone che affittavano i film».

Se però resistere e sopravvivere ai colossi americani dell’affitto è stato tutto sommato facile, l’assalto letale è arrivato da Netflix e dalla diffusione dello streaming. «Con 9 euro ti permettono di vedere film e serie tv», spiega Alessandro, motivando la “resa” coi costi bassi, l’accessibilità illimitata e “il cambio dei gusti dei ragazzi, sempre più portati a preferire le serie tv, che hanno reso l’affitto del singolo dvd un’operazione vintage”.

Nonostante tutto Alessandro non porta rancore: «Il mercato è sovrano, se il cliente vuole quella cosa, devi essere tu ad adattarti e a proporre qualcosa di nuovo o a cercare di migliorare quello che già c’è. Oggi il mercato è per la velocità di fruizione di un prodotto e per la comodità di fruizione, conta l’effetto “Wow”, il prodotto deve stupire il consumatore», commenta, spiegando il segreto della longevità di Video Ciak: «Il cliente prendeva un film e nel mentre si commentavano le vicende della giornata, si parlava di ciò che succedeva con il collega e con la famiglia. Con molti clienti si è instaurato un rapporto di amicizia che andava al di là del semplice film».

Ma Video Ciak non è stato solo film e cartoni. I film porno, ad esempio, sono stati per anni un punto fermo per alcuni clienti, dal comune avventore che per curiosità affittava un film a luci rosse, ai tanti che andavano da Video Ciak solo per quello. «Un cliente che cerca un film a luci rosse lo riconosci da 20 metri, entra piano piano guardandosi intorno, non c’è un grande dialogo». Il mercato dei film a luci rosse è stato importante per parecchi anni, ma anche in questo caso la diffusione delle piattaforme on line ha modificato le abitudini dei clienti, sebbene a tutt’oggi ci sia ancora chi preferisce il caro vecchio dvd ai tanti siti disponibili.

Alla fine di questa lunga avventura, Alessandro racconta di non avere grandi rimpianti: «Non mi pento di nulla, tutto serve, nulla è causale. Si vede che dovevo fare questo percorso e questa esperienza. Siamo noi che scegliamo per noi o l’esistenza sceglie quello che più è adatto per noi e per la nostra anima. Forse avrei potuto inserire qualche altro prodotto in più, diverso dal video. Ma sono un integralista, per me la Videoteca è solo film, mi avevano proposto la sigaretta elettronica, ma Video Ciak è Video Ciak, è audio visivo», racconta, proiettandosi già nel futuro: «Ora è il momento di fare altro. Penso che il cambiamento sia sempre una cosa positiva. Ho tanti interessi tra cui l’e-commerce, l’oriente e la spiritualità. Sto studiando marketing e inglese per essere pronto a lavorare con i nuovi mercati. Avevo pensato di iniziare a fare video su YouTube, ma per il momento ho rimandato. Non escludo in futuro di lavorare ancora con il mondo del cinema. Vorrei scrivere un libro ed andare a vivere al nord per fare un’esperienza di vita diversa. Ciò che so con certezza è che voglio lavorare sempre in proprio, voglio essere capo di me stesso, sia perché dopo anni di indipendenza mi verrebbe difficile stare in un ufficio, sia perché essere libero fa parte della mia indole», conclude, citando infine le cose che porterà per sempre nel bagaglio dei ricordi: l’insegna del negozio, il dvd del suo film preferito (“Pulp Fiction”), l’amore dei clienti e dei tanti amici che in questi anni ha trovato grazie proprio alla sua amata videoteca e soprattutto l’espressione dei bambini felici di trovare da Video Ciak un film o un cartone che non riuscivano a trovare da nessuna parte.

 

 

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