MESSINA. Amam e comune di Messina non dovranno pagare i trentamila euro di multa comminati dal Genio civile di Catania per aver prelevato “abusivamente” l’acqua dalla fonte di Fiumefreddo. Ieri, 26 aprile, il Tar di Catania ha disposto la sospensione del decreto di contravvenzione e ingiunzione di sanzione amministrativa.

“Secondo il Tribunale, infatti, sussistono le gravi ragioni fatte valere dal Comune di Messina nel suo ricorso consistenti, non solo nella presenza del cosiddetto ‘fumus boni iuris’, che fa ritenere probabile l’accoglimento della tesi secondo cui il rinnovo delle concessioni di derivazione delle acque è soggetto ad una speciale disciplina, sia di carattere normativo che di carattere contrattuale”, ha commentato l’assessore ai lavori pubblici Sergio De Cola.

Cosa era successo? Che la concessione trentennale per l’utilizzo dell’approvvigionamento era scaduta a febbraio del 2017 e non era stata rinnovata, nonostante la diffida inoltrata ad aprile 2017 dal Genio civile di Catania, a continuare ad utilizzare la fonte “in assenza di titolo legittimo”. Oltre alla multa, l’ufficio regionale aveva intimato di pagare anche 37mila euro di canoni demaniali per l’utilizzo dell’acqua, relativi al 2017 e 2018.

Il Comune la richiesta di rinnovo della concessione l’ha inoltrata a febbraio 2018, e riconoscendo  il ritardo col quale l’ha chiesto, aveva allegato un parere legale vergato dal legale Aldo Tigano, che integrava la documentazione richiamando un Decreto Ministeriale in cui era testualmente previsto che: “Qualora allo scadere della concessione persistano i fini della derivazione e non ostino ragioni di pubblico interesse, essa sarà rinnovata con quelle modifiche che le variate condizioni dei luoghi rendessero necessarie”.

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