MESSINA. Un’Università della pace a Messina che è “al centro del Mediterraneo, tra Nord e Sud, tra Est e Ovest del mondo”, questa è stata la proposta di Renato Accorinti nel suo discorso all’Onu. “Uno sguardo sullo sviluppo della cooperazione economica e sociale nell’area del Mediterraneo”, in scena dalle 19:15 nella conference room numero 8 del segretariato generale delle Nazioni Unite.

Il sindaco Renato Accorinti, il cui traduttore per l’occasione è stato un altro messinese, Francesco Rizzo Marullo ha menzionato spesso Messina di fronte al consesso internazionale. Insieme al primo cittadino, che parlerà per ultimo, ci saranno Lachezara Stoianova Stoeva, vice ambasciatrice della Rappresentanza Permanente della Bulgaria presso l’Onu, attuale presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, l’europarlamentare Tiziana Beghin, Presidente del gruppo di lavoro Regolamenti Finanziari del Parlamento Europeo, e Giuseppe Provenzano, consigliere diplomatico per l’Unione per il Mediterraneo.

Il discorso integrale di Accorinti: “Parlare della cooperazione nel Mediterraneo è chiaro che è importante, perché la cooperazione è il modo per evitare le guerre ed andare oltre e il Mediterraneo è un focolaio di guerra. Sono siciliano, di Messina, e lì sentiamo la tensione che cresce vicino a noi. Parlo oggi qui da questo palazzo dell’Onu, che ha pilastri forti: della fratellanza dell’uguaglianza, della solidarietà e perciò della pace. Questo luogo è nato dopo la seconda guerra mondiale, dopo millenni di guerre che hanno dilaniato l’Europa, ma la seconda guerra mondiale è stata il punto massimo, per i mezzi potenti fino alla bomba atomica: mai tanti morti in un periodo così breve, mai niente come il nazifascismo che ha catalogato le persone per razza, per provenienza, inventando categorie: un abisso. E proprio per questo è seguita la grande reazione dei popoli e delle nazioni e l’Onu è stato creato per questo: mai più guerra. Nello stesso periodo la carta universale dei diritti dell’uomo ha lasciato una traccia indelebile nella storia dell’umanità. Nel ’48 è nata la costituzione italiana, e  l’articolo 11 dove è sancito che l’Italia ripudia la guerra. Dopo secoli di guerra questo è stato un punto di arrivo e di partenza perché assorbire tutto questo non è una cosa così semplice, perché l’educazione nel mondo è stata improntata alle divisioni.

L’Uomo contro l’uomo e poi le nazioni, nazioni contro nazioni. Il nazionalismo, il concetto peggiore, perché ha fatto vedere negli altri nemici. Le diversità sono belle ma i diritti sono meglio. Le guerre persistono perché gli uomini devono arricchirrsi, cambiare tutto questo non è facile ma è la prossima sfida. Dico questo perché abbiamo una lista di cose da fare. Quando si parla di cooperazione dobbiamo cambiare l’approccio perché non è elemosina. Dobbiamo dire alle nazioni che hanno rubato il futuro di intere popolazioni e dobbiamo dirlo anche quando viviamo in quelle nazioni. E io che vivo in Italia so l’approccio dell’occidente è stato quello di rubare agli altri, usando qualsiasi mezzo, inclusa la guerra. La cooperazione non può essere elemosina ma sentire gli altri come se stessi. Qualcuno ha detto che il tenore di vita degli americani non è negoziabile e lo dicono anche gli altri paesi occidentali, ecco perché le guerre serve per arricchire gli altri a discapito degli altri. Dobbiamo cambiare prospettiva per cambiare il mondo, per farlo si deve iniziare da se stessi, Ghandi ha detto “sia tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, per questo abbiamo bisogno di accesso alla cultura, al cibo, all’acqua, alla salute e alle infrastrutture, l’Onu dovrebbe servire proprio a questo.

In Sicilia abbiamo avuto greci, normanni, fenici, la mia faccia è araba, e ci sono siciliani biondi con gli occhi azzurri, ma l’umanità è una sola, dobbiamo cambiare la struttura delle nazioni e sentirci tutti fratelli, è necessario combattere per cambiare l’approccio, iniziando dal nostro paese.

Da qui parte la mia proposta la proposta: da Messina, al centro del Mediterraneo, tra nord e sud del mondo, oriente ed occidente del mondo, il luogo delle crociate e dello scontro, che deve diventare il luogo dell’incontro, chiederò all’Onu e all’Ue di costruire assieme un’università della pace a Messina, dove i ragazzi di tutto il mondo possono vivere in fratellanza studiando e portando soluzioni ad un mondo che deve essere completamente diverso da quello che abbiamo costruito fino ad oggi. La speranza nasce dal cambiamento culturale. Le future generazioni sono pronte ad assorbire tutto questo e creare un mondo migliore”.

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