MESSINA. C’è voluto un anno e tre mesi, ma alla fine si potrà intervenire nella galleria Sant’Alessio, chiusa da maggio del 2016 e da allora transitabile solo nella carreggiata direzione Catania, a doppio senso e corsia unica: originariamente, i lavori sarebbero dovuti durare solo qualche settimana, e la riapertura della galleria era prevista a giugno dello scorso anno. Invece dopo quindici mesi devono ancora iniziare. Una situazione che rende quei cinque km di A18 tra Letojanni e Sant’Alessio un perenne budello, data la frana caduta dalla contrada Sillemi sull’autostrada a ottobre del 2015 e da allora mai rimossa.
Il via libera ai lavori lo ha dato il genio Civile, in una nota di quattro righe firmata dall’Ingegnere capo Leonardo Santoro “Sono stati autorizzati in data odierna i lavori urgenti di manutenzione straordinaria finalizzarti alla riapertura al transito della galleria Sant’Alessio carreggiata direzione Messina dell’autostrada A20 (sic)”.
Con la riapertura, l’autostrada “colabrodo”, nella quale di recente il Cas ha riasfaltato alla bell’e meglio i pezzi più disastrati, senza però provvedere ancora a posare la segnaletica orizzontale, da Messina a Taormina è interrotta solo a Letojanni. Resta ancora l’inspiegabile cantiere di Zafferia, nella tangenziale, con un restringimento della carreggiata in piena curva senza che mai si sia visto un mezzo al lavoro.
Non solo: per arrivare da Messina a Taormina c’è da rischiare la vita tra venti tipi di asfalti diversi (con diversi tipi di tenuta di strada sull’acqua, dall’appena sufficiente alla disastrosa), spesso nello stesso tratto, a seconda della corsia che si sta percorrendo, con tutti i rischi per la stabilità dei veicoli che comporta avere due tipi di asfalto differenti sotto le ruote destre e sinistre delle auto, e nelle gallerie, funziona una media di un faro su venti.