MESSINA. Nonostante le piogge del mese anche novembre, come i mesi passati, ha portato a un aumento dei segnali di siccità a breve termine, in particolare tra Catania e la provincia di Messina.

Secondo il SIAS (Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano): “Nonostante non siano mancate nei mesi recenti perturbazioni associate a circolazioni depressionarie transitate sullo Ionio, solo pochi e deboli fenomeni hanno interessato il medio settore ionico, interessando invece in modo più consistente la fascia ionica siracusana a Sud oppure i versanti orientali dell’Etna e dei Peloritani a Nord.”
Il deficit pluviometrico di novembre, poi, va a sovrapporsi con quelli del 2023 e del 2024 (ancora non colmati) producendo condizioni estreme nella Piana di Catania, secondo il SIAS: “per alcuni aspetti peggiori di quelle registrate in occasione della siccità del 2002”.
A questo si aggiunge uno sbilanciamento tra le piogge anomale di quest’anno e la scarsità degli anni passati che ha determinato un deflusso modesto nei corsi d’acqua che alimentano gli invasi. L’alternanza fasi piovose con prolungati periodi asciutti, come quello che sta caratterizzando questa fase del mese di dicembre, non sta favorendo quella saturazione idrica dei suoli che è necessario raggiungere per arrivare a deflussi più consistenti.
Nel dettaglio l’indice SPI a 3 mesi (l’indicatore statistico internazionale utile a monitorare la siccità) mostra una decisa diminuzione sul settore ionico: si esapande l’area in stato di siccità moderata (SPI compreso tra -1 e -1,5), ma emerge anche un’area significativa in stato si siccità severa (SPI compreso tra -1,5 e -2) che interessa le fasce meridionale e occidentale dell’Etna; anche parte della fascia vicina al Golfo di Patti si trova in situazione analoga; assenza totale di siccità agronomica sul settore occidentale e sulla fascia meridionale. Anche sui 6 mesi mostra totale assenza di siccità a breve termine sul settore occidentale ma la comparsa di zone più ampie in stato di siccità moderata e severa sul settore orientale, con la comparsa addirittura di un’area in stato di siccità estrema (SPI compreso tra -2 e -3) sul versante meridionale dell’Etna. Gli indici SPI12 continuano ad indicare assenza ovunque di siccità significativa a medio termine, con un aumento degli indici sul settore occidentale ed una netta diminuzione sulla fascia ionica, a causa dell’uscita dalla finestra di osservazione del novembre 2024 con i suoi fenomeni estremi sul versante orientale dell’Etna; gli indici SPI a 24 mesi subiscono variazioni limitate, continuando tuttavia ad evidenziare aree in stato di siccità moderata e severa specie tra il versante occidentale dell’Etna e la provincia di Enna; anche in questo caso risultano coinvolte anche parte delle province di Messina, Siracusa e Ragusa; nel Palermitano risultano in stato di siccità moderata alcune aree tra l’altro facendti barte dei bacini degli invasi Poma e Mario francese (Garcia), non a caso particolarmente deficitari. Infine l‘indice SPI a 48 mesi registra una ulteriore drastica diminuzione, questa volta generalizzata, a causa dell’uscita del piovoso novembre 2021 dalla finestra di osservazione; si espandono le aree in stato di siccità moderata e severa e compare tra Catanese e Siracusano addirittura un’area in stato di siccità a lungo termine estrema (SPI inferiore a -2), così come sul versante occidentale dell’Etna; sul settore occidentale si ampliano le superfici in stato di siccità severa, specie nelle aree interne, spesso corrispondenti ad aree di raccolta degli invasi con riserve idriche scarse; come già detto in passato, tale mappa rappresenta solo in parte una situazione idrologica che in parte è determinata dalla scarsità delle piogge ma che trova la sua ragione anche nell’alterazione dei bilanci idrici causata dall’aumento delle temperature.
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