MESSINA. In che condizioni è il patrimonio arboreo di Messina? Domanda che per un paio di settimane, corrispondenti alla campagna di abbattimenti degli esemplari irrecuperabili da parte di MessinaServizi di qualche mese fa, era sulla bocca di mezza città, e che oggi sembra essere passata in secondo piano.
La risposta l’ha data l’agronomo torinese Massimo Tirone di SeaCoop, l’impresa che per MessinaServizi ha illustrato i risultati delle valutazioni fitostatiche e strumentali eseguite a Messina tra il 2022 e il 2025, con oltre 6.500 alberi sottoposti a controlli di stabilità. Le analisi sono state compiute sui circa 17mila alberi che MessinaServizi dichiara come patrimonio arboreo cittadino, e di queste ne sono state controllate 6521, più di un terzo: a 3131 di loro è stata assegnata una classe di “propensione al cedimento”.
E quindi, come stanno? Dipende da come si interpretano i numeri: la buona notizia è che nel sistema di misurazione della propensione al cedimento, la classe D, “gravità estrema”, è stata assegnata a soli 300 esemplari, il 4,7 del totale dei controlli (ma il 10% di quelli con una specifica analisi che mette in luce la possibilità di caduta), quella cattiva è che andranno abbattuti tutti e 300. Secondo i protocolli della Società italiana di arboricoltura, “gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ormai esaurito. Per questi soggetti, le cui prospettive future sono gravemente compromesse, ogni intervento di riduzione del livello di pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile con tecniche contrarie alla buona pratica dell’arboricoltura. Le piante appartenenti a questa classe devono, quindi, essere abbattute”.
Tirone, nel suo intervento al convegno “Eventi meteorologici estremi: previsioni meteo e analisi climatica, dalla scala nazionale al contesto locale”, di mercoledi 1 ottobre a Palazzo Zanca, ha anche risposto alla querelle sui platani tagliati in viale Giostra per i lavori del parcheggio d’interscambio che, ha spiegato l’agronomo, “presentavano criticità e possibile rischio crollo, rappresentando quindi un pericolo da evitare”. L’esperto ha risposto alle domande poste dal presidente della V Circoscrizione Raffaele Verso spiegando come nel caso del viale Giostra si sia proceduto al taglio perché l’apparato radicale “si era sviluppato solo su un lato insinuandosi tra il cunettone della carreggiata e la spalla dell’argine del torrente. Un caso studio molto raro nel suo genere che, a fronte di una valutazione tra rischi e costi-benefici ha fatto propendere per l’eliminazione dell’intero filare”. Problemi che, ha concluso Tirone, non hanno afflitto il filare del controviale opposto per via del maggiore spazio, ha spiegato, tra le radici ed il muro di tombatura del torrente. E infatti gli alberi sono rimasti al loro posto.