MESSINA. Una delle particolarità più belle, e che rende sul serio speciale la nostra città e la sua provincia, è quella di godere di un territorio che riesce ad includere in un grande abbraccio il mare ed i monti. Due scenari apparentemente così diversi ma che in realtà hanno tanto in comune, a partire dalla forza e dall’ energia che emanano. Lo sa bene Sergio Denaro, classe ’68, nato e cresciuto a Messina, laureato in Economia e Commercio, la cui anima e stile di vita non riuscirebbero mai e poi mai a far meno né dell’uno né dell’altro.

Da 25 anni, infatti, è il titolare di uno dei posti più iconici ed iconografici in riva allo Stretto e quando la bella stagione finisce, da circa metà ottobre fino a metà aprile, si dedica alla sua grande passione per il Rally che l’ha portato a gareggiare, dal 1988 in poi, in competizioni nazionali di livello aggiudicandosi un numero importante di primi premi, riconoscimenti e targhe di partecipazione. La Pinnazza, con i suoi panini e le sue birre rigorosamente “a graffio”, animata da un modus vivendi alla mano e dalla sua inseparabile squadra capitanata da Giacoma ed altri fedelissimi, è ormai conosciuta in tutta Europa ed ha creato attorno a sé una vera e propria famiglia, pronta sempre ad accogliere i nuovi arrivati, al grido di “bagnativi a testa”. Così Sergio dai primi anni 2000 non solo ha lanciato la moda del panino con le braciole in città ma ha garantito, in quella che ai tempi era una zona sprovvista quasi di tutto, un punto di ristoro dove trovare prodotti di qualità e che identificano la tradizione culinaria del nostro Street Food, dalla carne al pesce.

Come nasce La Pinnazza?

“È nato tutto quasi per gioco, per scommessa. Nel 1999 mi venne l’idea di realizzare ai piedi del Pilone, proprio dove andavo sempre a mare, un parcheggio all’ ombra sulla scia di quello che c’era al Lido del Carabiniere dove andavo da ragazzino. Negli anni aggiunsi un chioschetto per bibite fresche e gelati, ma è solo nel 2004/2005, una volta dichiarata la zona di Capo Peloro Riserva Protetta Naturale, che alla ricerca di un piano B mi venne l’idea di creare un piccolo servizio di ristorazione per la spiaggia. L’ autorizzazione per fare i panini mi arrivò a fine estate quindi, volendo fare io le cose per bene, partì ufficialmente nel 2006. Ho iniziato ad offrire un servizio che ai tempi non offriva nessuno nella zona e sono stato un po’ l’inventore del panino con le braciole in città. Da là, step by step, è stato un crescendo, è cresciuta l’attività e sono cresciuto con lei in quanto sono materialmente il primo operaio attivo della mia impresa: il primo che arriva e l’ultimo che va via.”

Com’ è arrivato il nome Pinnazza?

“Era il ’98-’99 con un mio caro amico ci siamo tuffati alla punta e a 10 metri da noi sono apparse due pinne giganti di due balene e sentì un signore urlare “minchia della gran pinnazza”. Così quando ho deciso di dare vita al parcheggio, ho pensato che non poteva esserci nome migliore. E direi che ci sta bene anche poi con quella che è stata la sua evoluzione.”

Quant’ è importante usare prodotti locali ed esaltare le materie prime del nostro territorio? E qual è il panino più richiesto?

“Il panino più richiesto continua ad essere quello con le braciole di carne, ultimamente però se la batte con quello con le braciole di spada o gamberone. Anche quello con la salsiccia si difende bene. La scelta delle materie prime è importantissima ed è un qualcosa su cui non transigo. Ho sempre scelto di lavorare con la qualità per la qualità, scegliendo prodotti territoriali nostri e servendomi da produttori locali, dalle verdure che poi grigliamo, alle braciole, alla salsiccia, ai preparati di pesce. Anche sulle birre ragiono così, prediligo quelle locali, quelle del nostro birrificio, o prodotte da piccole realtà siciliane, ma soprattutto mi piace che siano servite alla giusta temperatura per cui è importante caricare bene per tempo i frigoriferi, tenerli alla temperatura adatta ed essere velocissimi nell’ aprirli e chiuderli.”

Quest’ estate la Pinnazza ha festeggiato 25 anni, com’ è andata la stagione?

“È andata molto bene ma è stata anche molto dura perché senza la presenza di Giacoma ho faticato tantissimo, tutta la mia squadra ha lavorato duramente. Squadra che vince non si cambia e di questo sono molto contento. È stata una stagione faticosa e si vede, perché quest’anno ho perso 15 kg. Oltre gli affezionati ed i clienti soliti che tornano ogni anno, quest’ estate ci sono stati tantissimi turisti tra stranieri, romani e soprattutto napoletani. Probabilmente Messina Città Metropolitana, l’arrivo della Bandiera Blu ed il National Geographic che ci ha definito tempo fa la spiaggia più bella d’ Italia, hanno smosso ed attirato un bel movimento. Abbiamo avuto sempre il pienone, un giorno sotto al sole c’ erano quasi 30 persone in fila allora ho chiesto chi fosse l’ultimo e gli ho detto che io al posto suo me ne sarei già andato, ma lui è voluto restare. Queste sono soddisfazioni, vuol dire che lavori bene e che la gente torna e porta anche altra gente. Adesso ci godiamo gli ultimi giorni di lavoro fino al 5 ottobre.”

Di anno in anno cosa ti resta di tutti questi volti che incontri?

“Tante cose: scambi di storie, curiosità, con alcuni si è costruito un rapporto nel tempo, con altri che sono solo di passaggio magari scatta la chiacchiera o solo un sorriso, con i ragazzi che fanno la traversata si è instaurato un ottimo rapporto ed orami da anni organizzano qui le loro pause. C’ è gente che viene qui da 25 anni, prima per il parcheggio e poi per la ristorazione. Continuano a venire, continuano a mandare altre persone, ritornano i turisti e per gli amici di fuori è ormai una tappa fissa: chi conosce, chi viaggia e chi ha la mente un po’ più aperta si rende conto del valore di quello che offriamo noi dai prodotti al panorama che parla da sé. Ho visto crescere tanti ragazzi che venivano qui con il pannolino e adesso, maggiorenni perché non transigo sulla vendita di alcol ai minori, vengono a fare l’aperitivo con la birretta. Ecco, 25 anni non sono tantissimi per un’attività ma per un’attività come la mia sono un bel traguardo soprattutto in una città dove spesso si apre e si chiude nel giro di un anno.”

Si è creata una famiglia attorno alla Pinnazza?

“Decisamente si, negli anni ed in modo molto naturale si è creata una famiglia allargata, c’ è gente che arriva qua la mattina e va via la sera per tutta la stagione. Certo prima quando ero più giovane avevo più verve, “banniavo” di più, ma alla fine nonostante a volte posso sembrare burbero, ma sono solo stanco, mi trovano simpatico lo stesso. Ci sono Fabio e Roberta che mi aiutano con le robe social, quest’ anno abbiamo un nuovo logo proprio per i 25 anni e ci sono anche le nuove magliette. La prima maglietta nacque per scherzo da una mia battuta nel vedere i messinesi che facevano tendenza in un locale poi venire qua a rompere le scatole e allora diciamo che li invitavo gentilmente ad andare nel locale più di moda della litoranea.”

La città di Messina nel tuo lavoro ti ha aiutato o ostacolato?

“La burocrazia in Italia è sempre difficoltosa. Ho cercato in ogni caso di seguire sempre le direttive, per il resto devo dire che i messinesi hanno sin da subito accolto bene quello ho fatto. La cosa che mi ha aiutato di più è stata il coraggio: quello ce l’hai o non ce l’hai. Penso che tutto dipenda dalla propria volontà, dalla voglia di rischiare in prima persona, dalla forza di andare avanti, di crescere e di offrire sempre qualcosa di buono. Fortunatamente ho viaggiato tanto e quello che più mi rammarica è che a Messina non ci sia un porticciolo ogni cinque chilometri come in Costa Azzurra. Qua la gente a momenti fa a cazzotti per riuscire a trovare un posto barca, quelle abbandonate da una decina d’anni finalmente sono state raccattate e tolte con un dispendio economico non indifferente da parte del Comune. Ma non basta.”

Quando e come nasce la tua passione per il Rally?

“La mia passione nasce nel 1988 circa, quando inizio a fare assistenza e correre come navigatore con un mio amico. Così dopo un paio di anni di apprendistato, nel 1990, sono riuscito ad avere la mia prima macchina. Ho corso fino a 100 gare e poi, dopo un breve stop, ho ripreso a correre senza più contarle ma con una media di 4 corse l’anno circa. Ho provato tantissime macchine, ma i primi anni ho corso con la Peugeot con cui ho vinto il campionato siciliano nel 1992. Dal 2012 ho una Suzuki 1.600 aspirato con cui ho anche partecipato per 10 anni al trofeo Suzuki. Ho sempre corso per il campionato italiano con grandi soddisfazioni e numerose vittorie, ho corso anche in Sardegna, ho vinto la finale a Cassino, ho rivinto a Genova nel 2024, adesso prenderò parte il 18 ottobre al Rally di Taormina e al Rally del Tirreno-Messina. Tra l’altro è da un po’ che non corro dalle nostre parti perché ovviamente nei mesi estivi per lavorare mi fermo. La Pinnazza è conosciuta in tutta Italia anche per il fedelissimo adesivo che ho da sempre sulla mia macchina, per il resto a me dell’estetica non importa molto guardo più alla sostanza e quindi la mia macchina meccanicamente deve essere sempre al top.”

Messina ha sempre vantato un’ottima tradizione nel mondo del Rally…

“Dal 1979 al 2004 il Rally interazionale di Messina ha fatto parte sia del campionato Europeo Rally che di quello Italiano ed è stata una gara spesso decisiva per l’assegnazione del titolo italiano attirando piloti di alto livello. Quando l’ho fatto io negli anni 90, la prima tappa prevedeva Campo Italia, Massa, Curcuraci, Roccavaldina. E poi la seconda tappa si andava sui Nebrodi. A breve si terrà un altro evento molto importante che è il Rally del Tiireno-Messina, il 15 e 16 novembre, a cui parteciperò. I circuiti siciliani sono molto impegnativi, ma sono stupendi.”

Qual è il tuo P.S (Post Scriptum)?

“Il mio pensiero è sempre rivolto alla zona di Torre Faro, a questo luogo meraviglioso e al nostro mare. Sono sempre stato d’ accordo con l’isola pedonale, la farei per tutto il periodo estivo fino però all’ ultimo giorno di agosto, perché dal 1° settembre qui è tutto molto tranquillo, e l’andrei a istituire a scaglioni durante tutto l’anno ad esempio durante le festività o nei fine settimana dato che al primo raggio di sole questa spiaggia viene presa d’ assalto, soprattutto dai maomao…chiamiamoli così, e questo crea molto disagio ai residenti. E poi voglio molto bene al pilone ma credo che sia arrivato il momento di iniziare a provvedere seriamente alla sua manutenzione. La società Terna vendette per 1 euro il Pilone al Comune di Messina ma l’ultima manutenzione è stata fatta 22 anni fa e non va bene, può essere pericolosissimo.”

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