MESSINA. Il comitato Noponte Capo Peloro, AVS, CGIL, PD e M5S, promuovono una diffida al sindaco, ritenendolo “responsabile dei danni che la comunità ed il territorio dovessero subire a causa dell’apertura dei cantieri del ponte: danni a persone e cose che riteniamo gravissimi e certi”, si legge in una nota. La diffida verrà inviata al sindaco e per conoscenza al presidente della Regione Siciliana ed alla Prefetta dopo la raccolta firme che viene lanciata a partire da oggi e per un mese. Di seguito il testo della diffida.
I sottoscritti, componenti del Comitato No Ponte Capo Peloro e a titolo personale, in riferimento a quanto in oggetto, espongono quanto segue.
Premesso che
- tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, con atti aventi forza di legge-provvedimento, sono stati riesumati atti e contratti decaduti ed estinti dal 2012, relativi al progetto del ponte sullo Stretto, già allora ritenuto gravemente carente e irrealizzabile;
- il 29 gennaio 2024 è stato approvato il parere del Comitato tecnico-scientifico sul progetto definitivo aggiornato, con 68 raccomandazioni;
- il 15 febbraio 2024 il CDA della Stretto di Messina S.p.A., recependo tale parere, ha approvato la Relazione del Progettista di aggiornamento al Progetto Definitivo 2011 e la documentazione necessaria al riavvio dell’opera;
- il 26 febbraio 2024 la società ha presentato al Ministero dell’Ambiente e al Ministero della Cultura l’istanza per l’avvio e aggiornamento di quattro procedure integrate (Valutazione di Incidenza, VIA, verifica Piano terre e rocce da scavo, aggiornamento ottemperanze);
- il 12 aprile 2024 associazioni ambientaliste hanno depositato oltre 500 pagine di osservazioni, segnalando gravi carenze informative;
- il 15 aprile 2024 la Commissione Tecnica VIA ha richiesto 239 integrazioni;
- il 12 settembre 2024 la società ha depositato le integrazioni, sulle quali sono state prodotte ulteriori 600 pagine di osservazioni da associazioni, enti e soggetti privati;
- il 19 novembre 2024 è stato pubblicato il parere di compatibilità ambientale n. 19/2024, con 62 condizioni ambientali, rimandando ad una fase successiva la valutazione sull’ottemperanza delle prescrizioni già dichiarate non rispettate dal parere VIA n. 1185/2013, e con parere negativo sulla VINCA;
- davanti al T.A.R. Lazio pendono ricorsi contro il parere n. 19/2024, promossi da associazioni ambientaliste e dai Comuni di Villa San Giovanni e Reggio Calabria;
- il 9 aprile 2025, Il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto “report IROPI” — acronimo inglese per Imperative Reasons of Overriding Public Interest (Motivi Imperativi di Rilevante Interesse Pubblico) ovvero una dichiarazione essenziale ai sensi dell’art. 6, comma 4, della Direttiva europea Habitat (92/43/CEE), che permette di aggirare la valutazione di incidenza ambientale negativa, ritenendo il progetto del ponte sullo stretto indispensabile per motivi di salute pubblica e sicurezza, anche sotto il profilo militare;
- anche avvero il superiore provvedimento, le amministrazioni locali di Villa S. Giovanni e Reggio Calabria, nonché alcune associazioni ambientaliste, hanno presentato ricorso al TAR del Lazio, per eccesso di potere, mancanza di alternative esaminate e violazione della normativa UE, denunciando bypass procedurali e chiedendo un parere formale della Commissione Europea;
- sono stati depositati esposti alle Procure di Roma, Reggio Calabria e Messina per evidenziare presunte illegittimità dell’iter procedurale seguito;
- uffici comunali, della città metropolitana e regionali hanno rilevato in conferenza di servizi gravissime criticità progettuali e rischi per la salute, l’ambiente, la biodiversità e per i diritti fondamentali dei cittadini, tutelati dagli artt. 2, 3, 9 e 32 della Costituzione;
- la Città Metropolitana di Messina – VI Direzione-Ambiente, quale ente gestore della Riserva “Laguna di Capo Peloro”, ha espresso parere negativo, evidenziando i rischi derivanti in particolare dal viadotto Pantano;
- la costruzione del tunnel ferroviario di collegamento al ponte espone numerosi edifici del centro abitato di Messina a rischi di subsidenza, come ammesso dagli stessi progettisti;
- con Delibera CIPESS del 6 agosto 2025 è stato approvato il progetto definitivo del “Collegamento viario e ferroviario fra la Sicilia ed il continente”.
Considerato che
- le osservazioni, prescrizioni e condizioni avanzate nel procedimento rendono evidente la inadeguatezza progettuale e i potenziali impatti negativi su salute e ambiente;
- non è stato attivato il dibattito pubblico, previsto dal Codice dei contratti pubblici (d.lgs. 50/2016 e d.lgs. 36/2023) come obbligatorio per le grandi opere infrastrutturali;
- è necessario il parere della Commissione europea, essendo il progetto in contrasto con la Direttiva Habitat (92/43/CEE) e la Direttiva Uccelli (2009/147/CE).
Tutto quanto sopra premesso e considerato, i sottoscritti
INVITANO
il Sindaco di Messina, anche nella qualità di Sindaco Metropolitano, ad assumere ogni utile iniziativa, anche giudiziaria e in via cautelare, per contestare l’illegittimità degli atti del procedimento, comprese le leggi-provvedimento, relativo alla realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria per contrasto con la Costituzione e con le norme europee, nonché per denunciare le gravi carenze progettuali che minacciano la salute dei cittadini, il paesaggio, il territorio e l’ambiente. Si chiede altresì il coordinamento con i Sindaci di Villa San Giovanni e Reggio Calabria.
DIFFIDANO
il Sindaco di Messina, anche nella qualità di Sindaco Metropolitano, quale primo responsabile per la tutela della salute pubblica in città, e i destinatari in copia, dall’adottare qualsiasi ulteriore atto volto alla realizzazione del suddetto progetto, riservandosi di agire per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali (inclusi biologici e morali).
Si comunica che, in caso di mancato accoglimento, i firmatari si riservano di adire ogni sede, anche giudiziaria, per la tutela dei propri diritti e interessi, inclusa la richiesta di misure cautelari a prevenzione di danni gravi e irreparabili.