MESSINA. Dania Mondello, classe ’82, dopo il Liceo La Farina prosegue gli studi all’ Università di Messina, nutrendo la sua grande curiosità sul mondo antico, frequentando la Facoltà di Lettere e Filosofia e conseguendo il diploma universitario in Operatore dei Beni Culturali con indirizzo Archeologico, laureandosi, infine, all’ Università degli Studi di Firenze. Resta, quindi, lontana dalla Sicilia neanche un anno, periodo in cui sentirà tantissimo la mancanza del mare e della sua terra, e tornata a Messina decide di dedicarsi alla sua grande passione frequentando con successo l’Accademia di Belle Arti Mediterranea e laureandosi in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo con indirizzo Decorazione.

Dania è una pittrice, ma il suo rapporto con l’arte è un qualcosa di intrinseco ed ancestrale che la porta ad esplorare, di continuo, nuove tecniche e nuovi materiali dalle tele, alla ceramica, al legno fino ai tessuti. Ha un rapporto viscerale con le sue opere, dalle quali traspare come il mare, la natura, e l’essenza dell’essere siciliana abbiano plasmato la sua anima. Vive in campagna, in quella che ormai è diventata una Fattoria Didattica, accogliendo e dando rifugio ad animali abbandonati o da salvare, ha al suo attivo numerose personali e collettive di pittura in giro per il mondo, tiene dei laboratori creativi, collaborando principalmente con le realtà scolastiche locali, ha dipinto i Supereroi DC Comics sulle fiancate delle navi Tirrenia, si dedica all’ allestimento e cura di mostre che abbracciano quadri, fotografia ed installazioni, e fa parte del gruppo Agaveblu che racchiude tutti i pittori Siciliani. C’ è una grande spiritualità ed un grande amore in tutto quello che prende vita dai pensieri e dalle mani di Dania, e tutto ciò profuma di libertà, la stessa libertà che traspare cristallina nei suoi occhi e nello sguardo di chi fa qualcosa che la fa stare bene.

Quando nasce il tuo rapporto con il disegno e con l’arte?

“Da quando ne ho memoria ho sempre disegnato, colorato, e trasformato gli oggetti in fantasiosi mondi da contemplare e vivere. Mio nonno paterno era un pittore, ma non l’ho mai conosciuto, mia madre, oltre ad essere una maestra, è una pittrice ed insieme abbiamo creato una linea di vestiti, interamente cuciti e dipinti a mano, dal nome “Manti d’ Amuri”. Alle elementari ho compreso subito di non avere nessuna difficoltà nel riprodurre su carta ciò che mi stava intorno, ma probabilmente non mi è mai bastato, infatti, ho sempre preferito esplorare la mia fantasia e la mia immaginazione e non limitarmi nel copiare pedissequamente un fumetto o un’illustrazione che mi piaceva o un qualsiasi oggetto. Ho sempre lasciato la mia mano libera e sempre cercato di entrare dentro me stessa proprio con quelle linee che mi portavano a scoprire delle cose che il disegno voleva suggerirmi ed approfondire, un qualcosa di istintivo e fantasioso. Ho disegnato per anni solo a matita e poi a penna nera, a china. Anche a scuola mentre prendevo appunti dovevo disegnare, riuscivo a concentrarmi ed ascoltare la lezione solo mentre disegnavo.  Il mio rifugio è sempre stato il disegno, e tutt’oggi io continuo a concentrarmi disegnando.”

Che tecniche hai esplorato e quali prediligi?

“Ho disegnato sempre di getto, senza bozzetto preparatorio. Inizialmente disegnavo solo a matita, poi per veramente tanto tempo ho disegnato solo a penna facendo prevalere la china o comunque l’inchiostro nero.  Poi sono passata agli acrilici su tela bianca, usando il rosso o al massimo qualcosa di metallizzato. I colori ancora per me non esistevano. Sono stata rapita dall’uso dei colori, per esattezza dei colori ad olio, quando ho iniziato ad usarli con la spatola in maniera molto materica ed anche là senza alcuna preparazione iniziale. Con i colori ad olio ho iniziato a spaziare ed usare diverse tonalità. Adesso, per esempio, invece, mi sento molto a mio agio con una tecnica di pittura che ho scovato e che mi rende molto felice perché è una tecnica di pittura liquida che devo poi andare io a fermare: ci sono delle parti dipinte figurative, magari realizzate con i colori ad olio, e poi ci sono delle parti che invece vogliono essere scoperte. È come se la pittura vuole essere chiarita, svelata, e quindi da questa forma liquida poi io la devo imprimere fin quando non si asciuga con non poche sorprese, perché, a volte, vengono fuori delle cose che io controllo ma fino a un certo punto e quindi è come se la materia si svelasse a seconda del mio stato d’animo. Tutto questo, quindi, mi lascia davvero sbalordita, tant’è che con alcune cose riesco a conviverci, altre invece le devo assolutamente cancellare. È un qualcosa di mistico, viscerale ed infatti non riesco ad andare a dormire se c’ è qualcosa che non mi convince in quello che sto dipingendo. Diventa un po’ un tormento, non è una cosa sempre fluida, servono ore ed ore d’ astrazione, anche perché non riesco a staccarmi da un quadro che vuole essere svelato. In questo momento prediligo, quindi, questo tipo di pittura liquida ma non è detto che sia finita qui, sono convinta che potrà diventare altro.”

Intorno a cosa ruota la tua pittura?

“I miei lavori non sono mai astratti perché mi è sempre piaciuto concretizzare e dare una figura a quello che immagino e che mi abita. Mi affascina molto lo spazio, la cosmologia unita poi alla spiritualità e alla profondità del mare, ecco direi tantissimo la natura. I quadri che faccio su Messina, sul mare e le sue leggende sono quadri che faccio per commissione perché sono quadri che piacciono tanto e che mi chiedono. Non potrei vivere senza la pittura e la natura: le due cose per me sono strettamente collegate, non potrei lasciare né una né l’altra. Il lavoro fisico che richiede la natura, ad esempio, come curare gli alberi, potarli, lavorare la terra, curare gli animali è un qualcosa di faticoso per il fisico ma per me si trasforma in pura energia strettamente collegata allo sforzo pittorico e viceversa.”

Corrente ed artisti preferiti?

“Amo tantissimo tutta l’arte Liberty, tutto lo stile Liberty. Certe volte penso di essere vissuta in quegli anni per quanto mi affascina sia la pittura, che tutta l’architettura ed anche il mobilio di quel periodo. E mi piacciono comunque visionari. Quando ero più piccola amavo tantissimo Dalì, mi piace tantissimo Escher, e le donne dipinte da Alphonse Mucha.”

Che rapporto hai con la città Messina: ti ha ispirata o ostacolata nella tua arte?

“Messina la amo. La adoro con tutte le sue contraddizioni e le sue carenze. Amo la posizione in cui si snodata nel mare, amo le sue montagne, la sua provincia, le sue isole. Amo tutto di questa città. Non sono andata via a vent’anni, come hanno fatto tutti i miei amici, per confrontarmi con un mondo che forse poteva offrire più occasioni lavorative perché mi sono trasferita, all’ epoca, dal centro città alla campagna. Adesso, però, mi è venuta la voglia di confrontarmi con tutto quello che può riguardare l’arte nel mondo, non perché vedo piccola la città ma perché mi vedo piccola io, nonostante, poi, il fine del mio lavoro sia proprio avere la possibilità ogni tot di viaggiare ed esplorare il mondo. L’ andare a vivere in campagna, dove abito ancora oggi con mia madre, i miei fratelli ed il mio compagno, mi ha regalato e continua a regalarmi una vita incredibile. Appena arrivati, ai tempi, abbiamo iniziato a salvare ed accogliere con noi tanti animali e questo, unito allo stare a contatto con la terra, è stato fondamentale perché evidentemente avevo bisogno di nutrire questa mia parte selvaggia. Parte selvaggia che mi porta sempre a ricordare di quando da piccola correvo a piedi scalzi verso il mare dalla casa dei nonni a Rodia, a 4 anni sapevo già nuotare da sola e sentivo questo legame fortissimo col mare. Ecco Il mare ed il contatto con la natura hanno plasmato la mia interiorità e questo emerge molto nei miei quadri, nei tratti e nei colori.”

Com’ è andata l’esperienza con la DC Comics per le navi Tirrenia?

“Nel 2018 la ditta che ha subappalto il lavoro per la Tirrenia, in collaborazione con la DC Comics, cercava artisti, per un lavoro ai Cantieri Palumbo, tramite un passaparola ed io l’ho saputo per puro caso. I disegni da riprodurre e rispettare erano quelli dei Supereroi della DC Comics: Wonder Woman, Batman, Joker, Superman e Super Girl. Erano delle navi gigantesche, 10.000 metri quadri di superficie e la prima volta che mi ci sono trovata davanti sono rimasta a bocca aperta, tra l’altro ero l’unica donna e tutti mi guardavano un po’ della serie che ero arrivata per affossarli. Eravamo solo 6 specializzati, le navi potevano stare solo due settimane ferme in cantiere, quindi abbiamo veramente lavorato tanto. È un’esperienza molto bella e che mi ha dato una grande fiducia in me stessa, dato che sono sempre stata molto timida e molto critica con me stessa.”

Collaborazioni, corsi e laboratori?

“Da anni ho iniziato a tenere dei corsi di arte, in primis, in collaborazione con dei progetti scolastici, che si sviluppano in parte negli istituti che aderiscono ed in parte qui in campagna nella Fattoria Didattica La Vecchia Mimosa, ed ogni tanto se riesco organizzo anche dei corsi per gruppi privati sia per adulti che per bambini. Mi piace farlo per cercare di spronare la passione nascosta in ognuno di noi, perché credo che ognuno di noi ha un talento e che se viene espresso la vita diventa nettamente migliore. Inoltre sono anche delle occasioni, soprattutto per i bambini e gli studenti, per entrate a contatto con la natura e gli animali. Ho collaborato tanti anni con la scuola Verona Trento Medie, ed adesso invece collaboro con le scuole della provincia nella zona Ionica, quindi Alì, Nizza di Sicilia ect. Nello specifico in questo momento il progetto che mi coinvolge si chiama Rigenart ed è diviso in due parti: in una gli studenti si dedicano alla costruzione dell’orto e nell’altra, invece, ad un laboratorio d’ arte in cui, ad esempio, realizziamo manufatti di argilla con miscele di semi e tante altre cose affini al programma. In questi laboratori ci concentriamo, in genere, sulle tinture naturali, sull’ argilla, sul riciclo creativo, sulla pittura, sulle immagini. A seconda della fascia d’ età, inoltre, i bambini e gli studenti possono stare a contatto con gli animali, dargli da mangiare, accarezzarli, e gli spieghiamo la loro storia, le loro caratteristiche ma soprattutto il rispetto verso questi animaletti. Purtroppo c’ è poca vicinanza, quindi non solo a volte mi rendo conto che non identificano l’animale o il prodotto, tipo mi è capitato che bambini delle elementari non associassero le uova alla gallina, ma soprattutto vedono gli animali come giocattoli.”

Chi abita la Fattoria La Vecchia Mimosa?

 “Si trova a Bordonaro ed è abitata da tanti animali salvati. Salvati dal macello, per esempio, come i due cavallini Penelope e Paride, ci sono tre caprette, Merlino, Johnny e Nac Nac, quattro pavoni, anatre, tante gallinelle, i pavoni, le voliere, i pappagallini, cagnolini, gattini, abbiamo avuto un’asinella dolcissima che è venuta a passare la sua “pensione” con noi dopo anni e anni di lavoro. Poi, ovviamente, ci viviamo io, mia madre, i miei fratelli ed il mio compagno, e non nasce come una realtà a scopo di lucro: ci siamo aperti a delle attività dato che chiunque ci veniva a trovare ci diceva che il posto era molto bello e ci spronava nell’ organizzare qualcosa, e a noi piaceva l’ idea  di  far conoscere ai bambini una realtà diversa da quella cittadina e abituarli all’ ottica che gli animali hanno delle emozioni proprio come noi umani. È bellissimo, infatti, fare delle domande ai bimbi ed ascoltare le risposte, o sapere che negli anni hanno sul comodino la foto con il cavallino. Però a parte il Grest estivo ed i laboratori, prevalentemente con le scuole, sarebbe difficile organizzare e gestire altro.”

Come va la tua collaborazione da Direttrice Artistica per mostre del Teatro dei 3 Mestieri?

“Sono molto contenta di collaborare da due-tre anni con la realtà del Teatro dei 3 Mestieri, per promuovere sia giovani artisti che artisti già affermati. Parliamo di mostre di pittura, quindi quadri, o fotografia o installazioni, con una durata di un mese e mezzo, massimo due. Spesso devo quasi pregare gli artisti, soprattutto gli emergenti, per convincerli ad esporre perché le insicurezze sono tante, ma lo faccio proprio come una missione dato che hanno fatto così con me. Ringrazierò sempre il Presidente di Agaveblu, gruppo che racchiude tutti i pittori siciliani, di cui oggi faccio parte anch’ io, che tanti anni fa vedendo una delle mie prime tele, una di quelle dove usavo solo il rosso mi costrinse ad esporre ad Enna. Spesso per timidezza, o per mille altri motivi, si tende ad avere poca fiducia nelle poche opere e serve sempre qualcuno che notandole ti vada a spronare, è un ottimo punto di partenza.”

Se ti chiedessi qual è il tuo PS (Post Scriptum)?

 “Penso sempre che la vita è una magia e quindi se credi nella magia le cose si avverano. Se credi nelle tue potenzialità e nelle tue aspirazioni, ed hai verso tutto questo un atteggiamento positivo la strada diventa spianata nonostante le difficoltà che, comunque, possono esserci in una città piccina come Messina o in qualsiasi posto. Alla fine sta tutto al nostro cuore, alla nostra energia. È fisiologico avere dei momenti in cui uno ovviamente, magari, non ci crede, però il mio mondo è questo: crederci. Quando ho creduto sul serio nelle mie capacità mi è sempre andata bene. E così ho iniziato a credere molto in me stessa e nel mio lavoro, e nonostante non abbia uno stipendio fisso ho la mia libertà e sono felice di fare quello che faccio perché mi fa stare benissimo.”

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