MESSINA. Il teatro Vittorio Emanuele di Messina? “In sinergia con i privati, ove la Regione autorizzi tale strategia, può divenire centro di eccellenza per la produzione di scenografie per gli spettacoli e, beneficiando degli incentivi fiscali, per la produzione di rappresentazioni nei settori della musica, della danza, del ballo e del canto finalizzate all’esaltazione della Sicilianità e della cultura mediterranea”. Parola di Gianfranco Scoglio, attuale sovrintendente ed ex assessore ai lavori pubblici della giunta di Giuseppe Buzzanca (e ancora prima general manager del Comune).
La strategia di rilancio dell’ente di via Garibaldi, Scoglio l’ha illustrata durante il convegno di ieri pomeriggio al Comune sul lavoro e la Zes, la zona economica speciale che dovrebbe essere istituito all’interno del porto di Messina. Cosa c’entrano Zes e teatro? “Il Vittorio Emanuele di Messina, il più antico teatro della Sicilia (1856) con il secondo palcoscenico d’Europa e con i suoi laboratori scenici pur non essendo un impresa (ente strumentale della Regione) può inserirsi in uno straordinario percorso di produzione di beni e servizi”, ha spiegato l’ex assessore.
Ma c’è un “ma”. “Non è comprensibile il mancato insediamento del presidente e del consiglio d’amministrazione in un Ente che ha ripianato i propri debiti e che grazie all’operato dell’Assessore al Turismo Sandro Pappalardo, del Commissario ad acta, Daniela Lo Cascio, dei direttori Artistici (a titolo gratuito) Simona Celi e Matteo Pappalardo – accusa Scoglio – ed, in minima parte, del sottoscritto ha saputo riconquistare il proprio pubblico con produzioni musicali e di prosa apprezzate dagli spettatori. Né – ha continuato il sovrintendente – sono tollerabili i tagli operati dalla Legge di Stabilità Regionale per gli anni 2020 (insufficienti alla copertura degli stipendi) ed addirittura l’azzeramento dei trasferimenti per l’anno 2021 nei confronti di un Teatro che nella stagione 2018/19 ha chiuso i propri conti in pareggio“, ha concluso Gianfranco Scoglio.