MESSINA. Da otto miliardi e mezzo a quattro e qualcosa, con il coinvolgimento di Rfi e Anas. E i privati, che per anni si era detto avrebbero realizzato il ponte? Non si sa, ma la porta è aperta a tutti.

Maurizio Lupi, ex ministro delle Infrastrutture, arriva a Messina per lanciare la candidatura di Francesca Moraci all’Assemblea regionale, e la lista di Alternativa popolare che per la presidenza della Regione sostiene il candidato di centrosinistra Fabrizio Micari. E rilancia con forza l’opzione ponte sullo Stretto.

L’argomento è tornato al centro della campagna elettorale dopo qualche anno di silenzio, con la messa in liquidazione della Stretto di Messina Spa e la dichiarazione dell’attuale ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio secondo il quale l’opera era stata “caducata”: stralciata, cioè, dai programmi del governo. E invece oggi torna più forte che mai.

Per primo nel parla Enzo Garofalo, deputato nazionale e vicepresidente della commissione trasporti del parlamento: “E’ un’opera pubblica che va analizzata secondo uno studio costi/benefici, non solo economici ma anche sociali. Ovviamente va accompagnata da investimenti nel settore ferroviario, e Rfi si sta muovendo anche nel settore marittimo, con Blueferries per il gommato, e con due nuove navi per il trasporto dei treni”.

Francesca Moraci, candidata che siede anche nel consiglio d’amministrazione di Anas (e sul ponte ci ha lavorato dal 2002 al 2011), è più “radicale”, e parla con concetti più tecnici di spaventosa competenza: “Dibattiamo sulle precondizione per una costruzione di un futuro. Noi parliamo di “cose” che non solo nel resto del mondo sono state superate, ma già ci si interroga sugli scenari nel verso in cui vanno i flussi economici”. L’orizzonte non deve essere domani, deve essere il 2050. Non parliamo di ponte, parliamo di corridoio scandinavo-mediterraneo, parliamo di strategie infrastrutturali e intermodali, dalla Via della Seta ai corridoi africani. Dobbiamo ricercare il cosiddetto “impatto di filiera”, non l’infrastruttura fine a se stessa, che deve essere un mezzo e non un fine”

 

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