È stata una settimana complicata ma con tanti lati positivi, e tutto questo perché l’abbiamo iniziata con un ottimismo accompagnato da buona musica. La domanda quindi sorge spontanea, perché non farlo di nuovo? Ebbene sì, anche oggi proveremo a darvi motivazioni per finire con il sorriso (o, almeno, non piangendo sotto il tavolo della cucina in posizione fetale) la giornata più nera della settimana, quella che decide le sorti dei giorni a venire, quella che cancellereste tutti dal calendario, salvo poi comprendere che il pesante fardello, a quel punto, passerebbe sulle povere, tremolanti spalle del martedì. Povero martedì, abbiate pietà di lui, è così innocuo.

 

Willie Nelson – Always On My Mind

“A hundred covers of this song, nobody sings it like him, not even Elvis“. Le parole di Will McAvoy all’interno di The Newsroom sono la presentazione ideale per questo brano con cui apriamo oggi la playlist del lunedì. È una canzone che dubito abbia bisogno di presentazioni, ma in questo weekend mi è tornata in mente proprio a causa di The Newsroom, una serie esageratamente bella in perenne equilibrio tra cinismo sorkiniano e una ricerca del perfetto difficile da intravedere in una redazione italiana. Mi è tornata in mente questa serie perché quanto successo al concerto di Sfera vicino Ancona mi ha sconvolto, e potevo anche immaginarmi la comunque schifosa approssimazione con cui i commentatori FB si sono avventati sul tutto, dando colpa al cantante, ai messaggi che manda la sua musica e ai suoi testi (siete vermi), ma i giornalisti, di base, prima di dare una notizia per vera dovrebbero appunto approfondire che sia vera. Anche a costo di arrivare secondi.

 

Baustelle – San Francesco

Non amo particolarmente I mistici dell’occidente, ma i Baustelle sono uno dei gruppi che ho ascoltato di più da quando ho capito che amavo la musica. La prima scelta per la playlist odierna, in realtà, era la delicatissima Alfredo, tratta da Amen, che si sarebbe sposata bene con lo storytelling mediatico della tragedia di cui sopra, però noi abbiamo l’obiettivo di tirarvi su, di farvi sopravvivere anche con un piccolo sorriso alle ansie quotidiane. La scelta quindi cade su San Francesco, una canzone bellissima che però non viene mai nominata, perché inserita in un disco difficile, ostico, in cui non erano più i Baustelle vogliosi di amore fisico dei primi dischi, non erano neanche quelli più facili da approcciare de La malavita, né tantomeno i fatalistoni di Fantasma. Erano un gruppo in cerca di risposte, pieno di dubbi. San Francesco è uno degli episodi più riusciti, a mio parere, di un lavoro comunque fondamentale per la loro evoluzione di musica e testi.

 

Everything But The Girl – Downtown Train

Questa canzone è il sottofondo del pre-finale di una serie che ho amato nonostante alcuni tra i fan più sfegatati, una volta vista questa puntata, abbiano deciso che no, davvero no. Ma fortunatamente per me, per voi e per il mondo intero, noi non ci facciamo condizionare dai pensieri altrui, specie se non sono motivati, e ogni volta che il mio Spotify mi propone in riproduzione casuale la versione degli Everything but the girl di Downtown train io sono felice di lasciarla e canticchiarla in macchina, pensando a quella strada lunga e difficile raccontata da Ted, una strada che forgia il carattere, dolorosa perché è dolorosa, ma ogni cosa bella per essere raggiunta ha bisogno di fatica, di sudore, di passione e di voglia di superare i problemi. La voglia, ricordatevelo sempre, perché è quella che fa la differenza.

 

Lucci & Ford78 – Macerie prime

Ho capito una cosa in questo periodo: devo ascoltare le nuove uscite in macchina, mentre vedo le corsie restringersi perché non siamo capaci neanche di sistemare un’autostrada. In questo modo riesco ad assaporare meglio i testi degli artisti che so essere molto capaci, e uno di questi è indubbiamente Lucci, qua con il compagno di sempre Ford78, entrambi storici Brokenspeakers (crew da cui proviene anche Coez, giusto per una semplice annotazione statistica). Venerdì notte ho ascoltato per la prima volta Dark side of shubumi, ep che segue di qualche mese il disco Shibumi, album che mi ha fatto scoprire il libro omonimo, scritto da Trevanian a fine anni ‘70. Tutto consigliato: libro, disco ed ep. Siamo quasi a Natale, fatevi dei regali figli della bellezza.

 

Dug Pinnick – Little Drummer Boy

Mi rendo perfettamente conto che la playlist di oggi sia meno lineare del solito, ma siamo appunto sotto le feste e questi tempi sono tragici, perché richiedono di adattarsi a un difficile vedo-non vedo della tristezza che inevitabilmente ci sta attorno. Bisogna pensare alle disgrazie perché siamo sotto le feste, ma non puoi mostrarti triste perché, ehi, a Natale siamo tutti più felici. Un inevitabile cortocircuito che da qualche anno, nel mio piccolo, provo ad abbattere mettendo su un disco che per me è un piccolo culto. Si chiama We wish you a metal Xmas and a headbanging new year, e contiene una dozzina di cover natalizia rivisitate in chiave metal e rock (ma fatte bene, non certo delle porcate). Oggi vi faccio sentire questa Little drummer boy arrangiata davvero splendidamente, e mi auguro che vi sia di conforto perché, in fondo, se state qua a leggere i miei consigli musicali su come migliorare il vostro lunedì, bene bene non vi sentite. Ma noi, anche oggi, siamo qua apposta per questo.

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