MESSINA. Si svolgerà il prossimo 15 giugno il primo Pride dello Stretto. Nel cinquantesimo anniversario dei moti di Stonewall, che hanno segnato la nascita del movimento lgbt e delle sue lotte contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale, anche Messina avrà il suo Pride. Si è costituito infatti nelle scorse settimane il comitato organizzatore a cui hanno già aderito decine di associazioni e collettivi impegnati sul terreno dei diritti civili.

«Nell’Italia del 2019 il governo gialloverde legittima con ogni suo atto l’odio e il rancore verso ogni diversità, dai rifugiati alle donne ai gay, lesbiche , bisessuali e transessuali , ognuno rischia di perdere la libertà è la dignità conquistate in anni di battaglie – spiegano gli organizzatori – Scendere in piazza per il Pride, a Giugno, avrà il significato di proseguire con determinazione la lotta per una società accogliente e aperta a tutte e tutti, nessuno escluso».

STORIA DEL PRIDE. Il gay pride, letteralmente “orgoglio gay”, si tiene ogni anno intorno al 28 giugno, che commemora la rivolta di Stonewall di New York del 1969, data di inizio del movimento di liberazione omosessuale, quando si verificarono una serie di scontri fra gruppi di omosessuali e la polizia a New York dopo l’irruzione delle forze dell’ordine in un bar gay del Greenwich Village.

L'”orgoglio” che dà il nome alla parata si basa su tre assunti: che le persone dovrebbero essere fiere di ciò che sono, che la diversità sessuale è un dono e non una vergogna, che l’orientamento sessuale e l’identità di genere sono innati o comunque non possono essere alterati intenzionalmente.

La prima manifestazione pubblica di omosessuali in Italia è datata 5 aprile 1972 a Sanremo, per protesta contro il “Congresso internazionale sulle devianze sessuali” organizzato dal Centro italiano di sessuologia, di ispirazione cattolica. Alla manifestazione parteciparono appena una quarantina di persone.

Quasi nove anni dopo, il 28 giugno 1981, a Palermo, presso Villa Giulia, si svolse invece la “festa dell’orgoglio omosessuale”, a pochi mesi di distanza dalla nascita, sempre a Palermo, del primo circolo arci-gay italiano (era il 9 dicembre 1980). Tutto ebbe inizio da una tragedia. Quella dei due giovani Giorgio Agatino Giammona, di 25 anni, e Antonio Galatola, di 15, entrambi di Giarre. Correva l’anno 1979 quando i due ragazzi furono trovati uccisi con la testa spappolata. Le indagini appurarono che a sparare alla coppia era stato un tredicenne, costretto al folle gesto proprio dalle vittime, che avevano deciso di farsi ammazzare insieme per sottrarsi alla vergogna che la loro condizione di omosessuali procurava alle loro famiglie.

Fu quello lʼevento epifanico che spinse un gruppo di palermitani a fondare nel capoluogo siculo unʼassociazione di promozione sociale “Arcigay”, il primo di tanti nuclei che sorsero negli anni seguenti in Italia grazie anche all’attività di Marco Bisceglia, sacerdote già aderente alla cosiddetta teologia della liberazione, omosessuale lui stesso. Il circolo di Palermo si chiamò Arci-Gay e fu il primo nucleo (presto imitato da altre città) di quella che sarebbe diventata nei decenni successivi la più nota organizzazione per i diritti gay d’Italia.

Il primo Gay Pride nazionale ufficiale si svolse invece nel 1994, a Roma, e vide la partecipazione di oltre diecimila persone (numero destinati a crescere esponenzialmente nelle edizioni successive).

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Claudio
8 Marzo 2019 22:42

Caro Rosario, cercheremo di esserci.
Ti do la buona notizia che la parte gialla del Governo sembra supporterà la digitalizzazione di tutto ciò che riguarda la cultura LGBT, libri, film, foto, riviste, interviste radiofoniche. Entro il 15 prossimo si comincerà, io spero. Una delle macchine ho chiesto che sia a Bagheria, dove hanno molti documenti, ma per chi è più lontano ho chiesto hard disk.

Svetlana
Svetlana
9 Marzo 2019 14:15

😊