Il tiratore di bisole

Sguardo arcigno, maniche arrotolate sulle spalle, pelo villico che fa capolino dalla maglietta sudata, polpacci spessi come pali della luce, look sfrontato da rimorchiatore seriale, leggero accenno di pancia da buon viveur d’antan e capelli “scannati di lato” à la Neymar. Lo stereotipo del tiratore di bisole messinese è una pura ostentazione di maschitudine alpha.

Attaccante centrale dalla stazza imponente o erculeo centrale di difesa, il tiratore di bisole è solitamente privo di grande tecnica individuale e si distingue soprattutto per il suo strapotere fisico (almeno rispetto ai suoi compagni) e per le dozzine di tatuaggi.

Il suo colpo segreto è il tiro da fuori area, effettuato rigorosamente con la punta o con il collo del piede, dritto per dritto, “i paru e paru”, senza inutili ghirigori balistici. Caratteristica saliente della bisola (detta altresì “sisola”, “mennulla” o “lappazza”, con un evidente richiamo alle soverchierie fisiche) è l’impressionante vigoria del gesto atletico: una sorta di crasi fra il tiro della tigre di Mark Lenders e un missile terra-aria delle milizie cecene.

Un prodigio estemporaneo di brutalità calcistica che può divenire letale in concomitanza con due fattori estrinseci: il tipo di pallone, sovente inzuppato di acqua come una spugna e pesante come un meteorite (detto in gergo Lippasguain), e le condizioni precarie del terreno di gioco, veri e propri campi di battaglia di periferia. La bisola, in questo parallelismo bellico, è l’equivalente della cannonata: improvvisa, schietta, dirompente.

E a cu pigghiu pigghiu. 

Campo d’elezione: “Gescal Stadium” (per i nativi “Gieshcal stadium”)

Figura d’ispirazione: Alessandro Parisi

 

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pippolipari
pippolipari
26 Gennaio 2018 10:46

Bellissimo! Unico appunto: per il tiratore di bisole la vera figura di riferimento non è tanto Alessandro Parisi quanto il ben più mitologico Leo Criaco.

Francesco De Joannon
Francesco De Joannon
26 Gennaio 2018 14:31

Da aggiungere anche il riordino, ovvero colui che, all’ ultimo minuto, non si presenta in campo o chiama un quarto d’ ora prima adducendo motivazioni pretestuose, cosa che avviene di solito in caso di maltempo. Questa tipologia di persone, tuttavia, se esclusa da altre competizioni proprio in forza dei ribordi, ha pure il coraggio di offendersi e pretende di essere convocata.