MESSINA. Il misterioso “Brand Messina”, punto di forza del programma elettorale del sindaco Cateno De Luca, di cui, a due anni di distanza dall’insediamento della nuova Giunta, non c’è traccia? Se ne occuperà la “Fondazione Zancle”, annunciata a sorpresa oggi e che avrà il compito di mettere in pratica l’idea di valorizzazione culturale, musicale ed artistica di Messina dell’Amministrazione in carica.

Ad annunciarlo, su Facebook, è lo stesso primo cittadino, che tira in ballo la ormai certa fuoriuscita da Taormina Arte (malgrado il consiglio comunale, che ha competenza in merito, si sia opposto) e lancia la proposta di un teatro sullo Stretto da realizzare presso la Real Cittadella.

“Siamo Usciti da TaoArte – si legge – per lanciare la fondazione Zancle, soggetto attuatore della nostra idea di valorizzazione culturale, musicale ed artistica di Messina. Faremo rete con il teatro Vittorio Emanuele, conservatorio musicale Corelli, accademie musicali, compagnie teatrali e tutti coloro che amano la nostra città. Con la fondazione Zancle sarà realizzato il teatro sullo stretto di Messina presso la Real Cittadella zona Falcata con accordo con l’Autorita Portuale e sovrintendenza”.
Secondo De Luca, “si sta già lavorando allo statuto” della fondazione. Crearla, però, è compito del consiglio comunale, che ha titolarità in materia, e nessuno dei consiglieri sembra saperne nulla di una fondazione – al momento un abbozzo di idea che non è nemmeno nulla carta – che dovrebbe “sostituire” un marchio noto in tutto il mondo.
E il “teatro dello Stretto” in zona falcata? L’opera non è presente nei finanziamenti del Comune di Messina e dall’Autorità portuale cadono dalle nuvole. “Non c’è nulla del genere in progetto, non so nulla“, ha spiegato il presidente dell’Autorità portuale Mario Mega, interpellato per via telefonica. Dopo mezz’ora, Mega ha specificato che “si tratta di un’idea del sindaco De Luca che ancora non abbiamo approfondito nel dettaglio ma che mi sembra molto interessante e che non riguarda la realizzazione di un teatro vero e proprio ma di utilizzare i grandi spazi aperti che ci sono all’interno della Real Cittadella per un’area dove svolgere attività teatrali nei periodi estivi. Mi aveva un pò sorpreso l’indicazione come teatro anche perché nella zona della Real Cittadella, tutta sottoposta a vincolo, non sarebbe mai possibile realizzare dei veri e propri edifici. Ma creare degli spazi attrezzati da utilizzare per manifestazioni ed attività teatrali è certamente una idea perseguibile e che consentirà di valorizzare l’area impedendo che il non uso la faccia tornare al degrado che stiamo cercando di superare con tanta fatica”.
Quello proposto da De Luca (anche nella sua forma più “rapida”, un’arena non permanente all’aperto), essendo un progetto alla fase pre-embrionale, impiegherebbe anni per venire alla luce, anche perchè la Cittadella, prima di ospitare qualsiasi tipo di attività, deve essere bonificata dai materiali che si troveranno nel terreno dopo gli esami di “caratterizzazione” per valutare cosa ci sia nel sottosuolo e come intervenire. Nel frattempo, Messina “farebbe da sè”.
Ma qualcosa di reale, tangibile, nell’operazione proposta da De luca c’è? Potrebbe. Lo ha spiegato il soprintendente del teatro Vittorio Emanuele, Gianfranco Scoglio: ad essere sfruttato dall’ipotetica fondazione Zancle potrebbe il Teatro in fiera, in fase di ristrutturazione pronto (forse) fra un anno, dovrebbe essere gestito dallo stesso Vittorio Emanuele. Poi c’è sempre il Palacultura, che il commissario straordinario della fondazione Taormina Arte, Bernardo Campo avrebbe voluto fosse gestito da Taormina Arte e destinato sia a spettacoli (di livello, non certo i neomelodici che ne hanno fatto il loro palco elettivo), sia alla “delocalizzazione” di alcuni eventi del festival del cinema. Nessuna delle due strutture è stata nominata da De Luca.
Sulla fuoriuscita da Taormina Arte, poi, De Luca racconta una sua versione alternativa dei fatti. Intervistato da Tg Messina, il sindaco ha testualmente affermato che “il consiglio comunale ha accettato il provvedimento che è arrivato da parte del commissario di Taormina Arte, perché tre mesi fa è arrivata la nota ai consiglieri comunali che potevano proporre una delibera per rimanere in TaoArte”. Se non fosse che l’interlocutore del commissario straordinario di Taormina Arte è l’Amministrazione (non il consiglio comunale), e la stessa Amministrazione non ha ritenuto opportuno rispondere alle due sollecitazioni di Campo.
I consiglieri, all’epoca, hanno lamentato di non aver avuto alcuna comunicazione delle due sollecitazioni di Campo (anche, spiega qualcuno, per i problemi con la pec durante l’emergenza covid-19), o di averle ricevute, in via informale e non ufficiale, solo a cose fatte, quando cioè il commissario della fondazione aveva avviato le procedure per escludere Messina dallo statuto della fondazione TaArte. “Questo significa essere mentitori di professione”, liquida la faccenda De Luca.
Il consiglio comunale, da parte sua, si è già espresso molto nettamente sulla questione TaoArte sì/TaoArte no, bocciando la delibera 576 del 3 dicembre 2019, proposta da Nello Pergolizzi (LiberaMe) di “Recesso unilaterale della partecipazione alla Fondazione TaorminaArte Sicilia a seguito trasformazione del Comitato Taormina Arte”, e ribadendo quindi la volontà di restare in TaoArte. Una prima delibera da parte dell’amministrazione comunale era stata ritirata dallo stesso proponente, l’assessore Roberto Trimarchi, prima che fosse bocciata dall’aula.
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