MESSINA. Quella dello Stretto?  Non è una smart city. A dirlo ICity Rank 2019, il rapporto annuale di FPA (la società di servizi e consulenza del gruppo Digital360) che valuta i centri più sostenibili e in grado di introdurre innovazioni tra i 107 comuni capoluogo italiani. Nello stilare questa classifica, FPA ha individuato ed analizzato sei dimensioni urbane interessate da processi di innovazione (solidità economica, mobilità sostenibile, tutela ambientale, qualità sociale, capacità di governo e trasformazione digitale), sintesi di oltre 100 indicatori (basati su più di 250 variabili) che, aggregati, formano la classifica finale.

Il capoluogo peloritano si piazza male, malissimo, in praticamente tutti gli indicatori, ricavandone una poco edificante 92° posizione – punteggio complessivo 317 – lontanissima dalla prima Milano (punteggio 686) come dalla 50° posizione, occupata da Aosta (punteggio 458). Nell’indice generale Messina è quinta tra i capoluoghi siciliani, superata da Palermo (77°), Siracusa (84°), Catania (85°) e Ragusa (91°) e sopra Trapani (102°), Enna (103°), Caltanissetta (104°) ed Agrigento (105°).

Il motivo sono le basse posizioni raggiunte nei singoli indicatori: 93° per qualità sociale come per trasformazione digitale (ultimo capoluogo siciliano escluso Agrigento) e tutela ambientale (dove almeno Messina è il primo capoluogo dell’isola), 92° per solidità economica, vale a dire la capacità potenziale della città di adattarsi in modo intelligente e sostenibile ai cambiamenti economici che potranno investirle nel prossimo futuro, 87° per mobilità sostenibile e 79° per capacità di governo, cioè l’esistenza di un tessuto sociale coeso e innovativo e la fluidità della relazione tra questo e gli organi di governo, la propensione all’innovazione amministrativa, intesa come capacità di utilizzare i nuovi strumenti istituzionali di programmazione e partecipazione e le concrete condizioni di legalità e sicurezza.

Un quadro impietoso, che dimostra come in ambiti strategici come la trasformazione digitale, la vivibilità, la capacità di introdurre innovazioni e promuovere sviluppo e l’adattamento ai nuovi contesti sociali ed economici Messina arranchi e, stando così le cose, sarà sempre indietro quando un legame tra territori, amministrazioni ed attività produttive in costante evoluzione imporrà al tessuto cittadino un mutamento.

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