Le baracche e Mussolini

Le affermazioni relative all’esistenza odierna delle baracche realizzate dopo il terremoto del 1908 e del grande merito di Mussolini nel ricostruire la città rispetto alle lentezze dei precedenti governi democratici, in fondo, vanno quasi di pari passo. In verità, il primo mito è alimentato soprattutto dagli occasionali cronisti che confezionano reportage da Messina come se fosse l’Abissinia delle cronache giovanili di futuri giornalisti in cerca di madamato, raccontando la città al pari di un luogo diversamente inaccessibile e che non può smentire quanto detto. Perché, almeno negli ultimi anni, un punto messo è stato fermo: la produzione di baracche, in città, ha seguito di pari passo quella di un’edilizia abitativa il cui numero di appartamenti è direttamente proporzionale allo spopolamento in atto e, anche per motivi anagrafici, di baraccati del 1908 o di baracche realizzate dopo il sisma non ce ne sono.
Riguardo al ruolo di Mussolini, chi ne esalta la ricostruzione dimentica qualche passaggio non irrilevante. Il primo riguarda il dibattito se ricostruire Messina dov’era e com’era, la stesura del nuovo piano regolatore, la gestione delle rendite fondiarie e gli interessi che intorno ad esse ruotavano. Il secondo, invece, l’arrivo del terremoto poco prima della campagna di Libia e del conflitto mondiale, elementi che determinarono la perdita di manodopera, l’impiego ingente di risorse economiche per il fronte e la riconversione industriale.

Mosaico Stazione Marittima

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Giuseppe
23 Agosto 2019 22:43

Eccellente articolo. Grazie.

Django
Django
18 Settembre 2019 21:16
Reply to  Giuseppe

A chi l’ha scritto paperino?