MESSINA. La “rivoluzione” di Cateno De Luca nei confronti del consiglio comunale, imposta con una proposta di delibera che modificava radicalmente il regolamento dell’aula (prerogativa dello stesso consiglio) e all’approvazione di questo subordinava la sua permanenza a Palazzo Zanca o le dimissioni, non è più uno scontro, ma sta diventando un “percorso comune”.

E’ stato il gruppo consiliare di LiberaMe a “disinnescare” la bomba, proponendo un regolamento che recepisce le questioni sollevate dal sindaco, ne ammorbidisce alcune, e riporta il pallino del gioco in mano al consiglio comunale, che sui suoi regolamenti d’aula è sovrano. Nell’incontro di stamattina, LiberaMe ha chiesto al sindaco di ritirare la sua delibera, come messaggio di distensione verso il consiglio, e di “lavorare assieme” a quella proposta dai quattro consiglieri di LiberaMe. E De Luca ha accettato, ritirando la sua proposta in favore di quella di iniziativa consiliare. Se ci saranno modifiche saranno proposte come emendamento in commissione.

In linea di massima, De Luca si è detto disponibile a trovare una soluzione unitaria, che rispetti però i suoi punti fermi: il tempo di permanenza in aula ai fini del percepimento del gettone di presenza , i giorni di approvazione delle delibere, poi la necessità politica di una decisione degli atti dell’amministrazione, che dovranno essere votati (anche con una bocciatura, se del caso) alla fine delle sedute. De Luca non fa passi indietro sui tempi dei documenti ma soprattutto, memore della penosa esperienza della scorsa consiliatura, sul fatto che le delibere “importanti” siano votate da una risicatissima minoranza. De Luca propone che, anche nel caso in cui esca dall’aula prima del voto, il consigliere dichiari un’intenzione di voto (dato non può essere obbligato per legge a votare) per prendersi la responsabilità della sua scelta.

A frenare gli entusiasmi, però, ci pensa Gaetano Gennaro del Pd, sin da subito molto fermo sulla difesa delle prerogative del consiglio comunale e non troppo disposto a tollerare entrate “a gamba tesa” da parte del sindaco: “Con riferimento al regolamento del Consiglio comunale, ritengo che sia assolutamente necessario effettuare al più presto tutte le modifiche utili per attualizzarlo ed allinearlo alle nuove normative in vigore. Tuttavia, sono convinto che tale percorso debba essere ampiamente condiviso tra tutte le forze politiche rappresentate nel civico Consesso”, spiega in una lunga nota.

“Indipendentemente dalle migliorie da apportate, bisognerà rimanere nel solco delle prerogative proprie del Consiglio comunale, organo di indirizzo e controllo nei confronti dell’’amministrazione attiva, evitando che venga snaturato l’’equilibrio esistente tra gli organi dell’’ente previsto dalla legge sull’’ordinamento degli enti locali – sottolinea – A tal proposito ritengo che, dopo aver recepito il lavoro svolto della commissione competente, spetti al presidente del consiglio presentare una proposta di deliberazione sul nuovo regolamento del civico consesso. Solo un tale percorso, tra l’’altro già tracciato dalla conferenza dei capigruppo, potrà garantire l’’autonomia e la libertà dell’’organo consiliare rispetto ai poteri del sindaco e della giunta, nonché gli equilibri interni al consiglio tra le varie forze politiche rappresentate (maggioranza/opposizione)”, ribadisce con fermezza.

“In quest’’ottica, reputo irricevibile qualsiasi proposta che derivi dalla Giunta – scrive chiaro e tondo il consigliere del Pd – E’’ impensabile che l’organo controllato pensi di dettare le regole al suo controllore (Consiglio comunale). L’’ingerenza da parte dell’’amministrazione sull’’autonomia regolamentare del civico Consesso rischia, quindi, di creare scompensi di carattere democratico che vanno assolutamente evitati (non solo oggi, ma sempre). Allo stesso modo, reputo inopportuno che singoli gruppi possano credere di esautorare la funzione di garanzia del presidente del consiglio, effettuando delle proprie proposte di modifica al regolamento, per di più, dal chiaro segno filogovernativo. Non credo che il consiglio, né ora né mai, debba assumere posizioni politiche subalterne rispetto al sindaco e alla giunta di turno”, aggiunge, con una polemica nemmeno troppo velata sulla “fuga in avanti” di LiberaMe.

“L’’impegno del PD, soprattutto dentro il consiglio, sarà quello di evitare pastrocchi. Saranno sostenute solo le proposte di modifica in linea con quanto previsto dalla legge. Il futuro regolamento del consiglio, dovrà ancora consentire all’organo ed ai suoi componenti di mantenere l’’autonomia istituzionale, l’’indipendenza di scelta e la libertà di controllo e di indirizzo prevista dalle norme sul funzionamento degli Enti locali. Ritengo utile, pertanto, che il dibattito sulle regole continui nei termini fissati nell’’ultima conferenza dei capigruppo e poi accolti dalla Commissione Statuto e Regolamento (nella quale è già in discussione una bozza di regolamento messa a disposizione dal Presidente del Consiglio)”, prosegue.

Quindi la stoccata a De Luca: “Reputo politicamente inaccettabile l’’atteggiamento assunto dal Sindaco su tutta questa vicenda. Legare le proprie dimissioni all’accoglimento delle modifiche proposte dalla Giunta è un fatto politico grave. De Luca si assuma la responsabilità delle proprie scelte senza pensare di scaricare sugli altri determinazioni politiche di convenienza personale. Del resto, l’’attuale Sindaco sapeva benissimo di non avere una maggioranza predeterminata in Consiglio. Anzi, è stata una sua precisa scelta non effettuare apparentamenti al ballottaggio che gli consentissero di averne una. Piuttosto che trovare scuse per non dare seguito al mandato ricevuto dai cittadini messinesi, De Luca pensi a risolvere i problemi della città, a partire dalle scuole. Sono molto dispiaciuto per il disagio sofferto dalle famiglie messinesi ed è ovvio che la responsabilità non può essere ascritta solo agli amministratori del passato, ma gran parte ricada sull’’attuale governo cittadino che fino ad oggi non ha saputo trovare le giuste soluzioni alternative”.

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