MESSINA. La scena è di quelle inusuali: tre agenti intenti a verbalizzare auto posteggiate nelle maniere più assurde, sui marciapiede, a sbalzo negli incroci, col paraurti anteriore o posteriore fino a toccare il muro. A rendere ancora più inedita la cosa è il fatto che ad elevare contravvenzioni sia la Polizia provinciale, e non, come ci si aspetterebbe, la Municipale.

È accaduto oggi pomeriggio in via Sant’Agostino, in prossimità dell’incrocio con la via XXIV maggio, nel primo pomeriggio, quando i tre vigili hanno “seminato il panico” in una zona che di tutori del traffico non ne vedeva dall’alba dei tempi, e in cui quindi ognuno interpreta il codice della strada un po’ a modo suo.

Fino a qualche tempo fa, la Polizia provinciale, reparto dai ranghi estremamente ridotti, stazionava pressoché sempre di fronte a Palazzo dei Leoni, limitandosi a presidiarne l’ingresso ed il marciapiede antistante. In periodo di feste, e quindi con traffico più congestionato del solito, è toccato anche al corpo della Provincia dare una mano, in ottemperanza ai compiti di Polizia Stradale ex art. 12 c.1 d-bis del Codice della Strada che sono previsti nello statuto.

Non la pensava così la Cgil che, a marzo dell’anno scorso, si scagliava contro “il tentativo di rendere il Corpo di Polizia Metropolitana alla stregua di una sezione di Polizia Municipale” da parte del Comune di Messina, che intendeva firmare un protocollo d’intesa tra Atm ed i due corpi di polizia per destinarli a calmierare il traffico. Perché la Cgil si era opposta? “Per ricondurre l’attività del Corpo di polizia metropolitana di Messina alla sua originaria natura e finalità, ovvero quella della tutela dell’ambiente e del territorio di cui senza ombra di dubbio il territorio messinese ha vitale bisogno”, si leggeva in una nota.

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