MESSINA. La giunta di Rosario Crocetta perde un altro pezzo, a meno di due mesi dalla sua scadenza naturale. Ad essersi dimesso è stato l’assessore regionale ai Beni Culturali Carlo Vermiglio, entrato in giunta in quota Ncd/Udc quando ancora i due partiti si chiamavano così (oggi sono Ap e centristi per la Sicilia), sponsorizzato dal deputato messinese Nino Germanà, all’epoca molto vicino al ministro Angelino Alfano.

Oggi Germanà è in procinto di tornare alla casa madre di Forza Italia, e i suoi uomini e donne lo seguiranno. Come Carlo Vermiglio, che in più ha ricevuto da Crocetta una specie di candidatura “forzata”. “Caro Carlo – ha scritto Crocetta – in questi mesi ho molto apprezzato il tuo impegno e la tua competenza. Il nostro è un governo politico, e quindi ho chiesto a tutti gli assessori in Giunta di impegnarsi in prima persona nelle prossime elezioni regionali, perchè abbiamo il dovere di creare tutte le condizioni possibili per vincerle”.

“Nel momento in cui Nino Germanà, che ti ha proposto in Giunta in rappresentanza di una forza politica della coalizione di governo, aderisce a Forza Italia, il tuo mancato impegno in queste prossime elezioni regionali potrebbe essere visto come un’adesione alla sua candidatura, creando palesi e profonde contraddizioni all’interno della coalizione da me rappresentata”.

Una “chiamata alle armi” che Vermiglio non ha preso bene. Ed ha risposto per le rime: “Apprendo che sarebbe tua intenzione propormi alternativamente la candidatura in una delle tue liste ovvero di lasciare la giunta di governo. In questo caso – puntualizza Vermiglio – provvederei a consegnare le mie dimissioni domani stesso. Non ho mai preso parte a competizioni elettorali, non ho tessera di partito   e ho improntato  unicamente la mia azione al raggiungimento di obiettivi di qualità nell’interesse della Sicilia e del suo patrimonio culturale. Anche in questo momento non intendo introdurre deroghe a questo principio”. 

A meno di due mesi dalle elezioni del 5 novembre, quindi, Crocetta perde un altro assessore. Con la sua sostituzione, si sfiora quota cinquanta componenti di giunta in cinque anni.

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