PALERMO. Il Polo Museale d’Arte Moderna e Contemporanea inaugura giovedì 16 febbraio 2017, alle ore 18, presso la Cappella dell’Incoronazione, la mostra “Zeitspace” di Gianfranco Anastasio, a cura di Marco Bazzini, realizzata in collaborazione con la Fondazione Horcynus Orca di Messina.

 «Prosegue l’attività espositiva del Polo presso il suggestivo spazio della Cappella dell’Incoronazione di Palermo – racconta la Direttrice del Polo Museale Valeria Patrizia Li Vigni  uno spazio laboratorio dedicato alle sperimentazioni e alle riflessioni sui diversi linguaggi del contemporaneo. In questa mostra la ricerca portata avanti dall’artista siciliano Gianfranco Anastasio sulla pittura, come “corpo e scrittura”, entra in stretto dialogo con un “gioiello” dell’architettura arabo normanna, valorizzandolo, ed è anche questo un nostro obiettivo».

Gianfranco Anastasio continua e rinnova con grande sapienza e originalità quella linea astratta della pittura che dal secondo dopoguerra ha caratterizzato molta arte siciliana. La sua pittura, infatti, è un interrogativo sulla pittura stessa, sulla sua presenza e il suo destino; sul suo passato e la sua dimensione futura. Le sue geometrie che si ripetono su campi diversi di colore – ama molto il rettangolo – non rinunciano all’emotività e non temono i pericoli di una silenziosa narrazione. Per lui la pittura non è idea ma piuttosto scrittura e corpo, ovvero e rispettivamente: tempo e spazio. E quindi, come recita il titolo, “zeit” e “space”: due parole tratte da lingue diverse saldate in una formula meticcia. E non è un caso, infatti, che da qualche anno Anastasio sia interessato proprio al carattere meticcio, “felicemente” residuale e impuro della pittura. Oggi, una disciplina del visibile e un genere forse inattuale proprio perché richiede tempo, perché obbliga a vedere e a pensare lo spazio che è davanti ai nostri occhi.

La storia, gli ambienti, la materia hanno offerto sempre nuovi e diversi motivi di riflessione al lavoro di Anastasio, che nel tempo più volte si è misurato con spazi forti , connotati proprio come quelli che contraddistinguano la Cappella dell’Incoronazione di Palermo. In questa sede in cui il tempo non accenna a passare, Anastasio ha trovato un’occasione di verifica, confronto e dialogo tra pittura e architettura secondo quello che è stato un modello storico della grande arte italiana.

La mostra è incentrata sul doppio registro della pittura come segno e scrittura da presentare come colore e gesto espressi sia nel corpo verticale del quadro sia nella forma del libro.
Un tale progetto corrisponde alla tensione e convinzione di una pittura che è sì superficie ma anche liberazione dalla bidimensionalità, di una pittura che conserva il suo lato etico oltre che estetico, apparizione senza inganno.

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