MESSINA. Non sarà stata la tappa di Vincenzo Nibali, ed era prevedibile, però è stata la tappa di… Messina. La città si è agghindata a festa e ha fatto l’impressione che merita. Appassionata, disciplinata, ordinata, pulita. Bella.
“Bellissime strade”, ha detto la maglia rosa Bob Jungels, arrivato anch’egli nel gruppone preceduto dal vincitore di tappa, il colombiano Fernando Gaviria premiato sul podio dal sindaco Renato Accorinti. La classifica non ha subito scossoni, con la maglia rosa che restas saldamente in mano all’olandese Bob Jungels, premiato dall’assessore allo sport Sebastiano Pino, in camicia rosa “a tono” con i colori storici della corsa e dell’organizzatore, la Gazzetta dello Sport.
Centocinquantanove km, con inizio a Pedara, paesino alle pendici dell’Etna, e passaggio per la splendida provincia ionica con traguardo volante a Taormina e poi, tre ore e 40 minuti dopo, arrivo in una strapiena piazza Municipio a Messina. Divertente la gaffe di Luka Pibernik, che “sprinta” per primo e alza le mani in segno di vittoria, contentissimo, prima di essere risucchiato di nuovo dal gruppone, chino sul manubrio a stantuffare: i passaggi sotto il traguardo di piazza Municipio sono due, il forte e giovane sloveno non se ne era ricordato, alla fine della tappa mancavano altri tre km e rotti.
Nonostante non abbia vinto, la scena è (ovviamente) tutta per Nibali, chiamato sul podio a furor di popolo: «È stata un’idea del sindaco, mi ha detto “perché non sali un attimo sul palco?, e io ho risposto “Certo, sicuro”, ha spiegato lo Squalo, che poi ha fornito la sua versione sulla gaffe del suo gregario Pibernik. “Si è scaricata la batteria della radio, non lo abbiamo potuto chiamare” dice tra il serio ed il faceto, continuando a scherzare ricordando quando da piccolo papà Salvatore gli segava le bici per punizione, mentre il pubblico intona cori su cori ogni volta che lo Squalo parla. Spettacolare anche il siparietto tra Vincenzo Nibali e…Vincenzo Nibali, il nonno novantunenne, quasi novantaduenne, che ammette candidamente “mai avuto una bibicletta, io su due ruote non ci so nemmeno andare”».
Poi però torna serio: l’ultimo pensiero è per Rosario Costa, il ragazzino quattordicenne che correva per la squadra di Vincenzo Nibali e ucciso in un incidente contro un autocompattatore. “Quello che è successo l’anno scorso è stata una cosa terribile per tutti, per la famiglia, per la squadra, ma per tutta la città”. Pensiero anche per Michele Scarponi, amico e compagno di squadra, anche lui scomparso pochi giorni fa in un incidente stradale.
E Messina? Ha fatto la sua figura: le strade asfaltate di fresco (anche troppo: a qualche ora dal passaggio delle bici ancora si lavorava a bitumare porzioni di strada) e tirate a lucido, pubblico strabordante e caldissimo ma ordinato, la svolta di piazza Castronovo altamente spettacolare, e le riprese dall’alto hanno ridato giustizia alla bellezza della città.